Ferrari: ecco come funziona la trazione integrale 4RM della FF
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Paradossalmente, l’introduzione di un sistema di trazione integrale su una GT di Maranello è passata completamente in secondo piano, eclissata dalle parole spese intorno alle linee da shooting-brake della FF. Ma per gli amanti della tecnica la rivoluzione è più sotto il vestito che in esso. La trazione 4×4 Ferrari promette di fare scuola fra gli altri costruttori per quanto riguarda pesi e velocità di ripartizione della coppia. Vediamo come funziona.
Il sistema 4RM non disturba l’equilibrata distribuzione delle masse della FF: con una configurazione motore/cambio di tipo transaxle, il 53% del carico grava sull’assale posteriore. Il cuore di questo meccanismo 4×4 è il “Power Transfer Unit” (PTU), un differenziale con funzione elettronica di ripartitore di coppia motrice (torque vectoring), installato in corrispondenza dell’asse anteriore.
Il PTU è collegato direttamente con l’albero motore mediante un sistema di ruote dentate; un raffinato dispositivo di controllo idraulico permette un tempo di attivazione (inteso come velocità di trasferimento della coppia fra le ruote anteriori) inferiore del 30% rispetto ai sistemi concorrenti, che garantisce interventi ripartenti pressoché istantanei. La ripartizione della coppia sull’assale anteriore è garantita da due distinti pacchi di frizioni montati in seno al PTU.
Il 4RM è completamente integrato con i sistemi di controllo elettronici del veicoli, con la trasmissione F1-Trac e col differenziale posteriore E-Diff (che invece pensa alla corretta distribuzione della coppia fra le ruote posteriori). La compattezza del sistema, assicura al 4×4 Ferrari un peso inferiore del 50% rispetto a quelli della concorrenza oltre che meno dissipazione di potenza lungo tutta la catena cinematica per via del collegamento quasi diretto fra motore e PTU.
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