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DR dr1: la nostra prova su strada

E venne il giorno della dr1, la piccola vettura DR che debutta sul mercato italiano esattamente un anno dopo la presentazione del prototipo, tenutasi al Motor Show del 2008. Si tratta del secondo modello della Casa molisana, dopo l’ingresso a fine 2007 della dr5. Proprio rispetto a quest’ultima, la dr1 rappresenta un passo in avanti


E venne il giorno della dr1, la piccola vettura DR che debutta sul mercato italiano esattamente un anno dopo la presentazione del prototipo, tenutasi al Motor Show del 2008. Si tratta del secondo modello della Casa molisana, dopo l’ingresso a fine 2007 della dr5. Proprio rispetto a quest’ultima, la dr1 rappresenta un passo in avanti nella qualità generale del prodotto, frutto dell’esperienza accumulata in quasi due anni di produzione. In alcuni particolari non vengono tradite le origini cinesi, anche se il lavoro per rendere l’auto più italiana possibile è stato portato avanti con cura e dedizione, alimentate dallo spirito intraprendente del presidente Massimo Di Risio.

L’auto è stata sviluppata in tutti suoi aspetti per rispondere in modo ottimale ad una fetta di mercato che non si sente rappresentata dall’offerta che compone il segmento A. Inoltre, come sottolineato dal neo amministratore delegato Roberto Risi, la dr1 è a suo modo un’auto da famiglia, in quanto mette d’accordo tutti al momento dell’acquisto essendo offerta come full optional di serie.

Allora, vediamo nel dettaglio tutti i contenuti della dr1, sia da ferma che in movimento, partendo dalla linea. La versione di serie conferma i tratti stilistici già visti sul prototipo presentato lo scorso anno. Anzi, gli ultimi 12 mesi di sviluppo hanno permesso di eliminare alcuni difetti e di non incorrere in alcuni errori che hanno compromesso il giudizio sulla dr5. La parte migliore della dr1 è sicuramente quella laterale, dove dominano la scena i cerchi in lega da 15 pollici e le maniglie posteriori quasi a scomparsa. Pur nell’insieme gradevole, si poteva fare qualcosina in più, come le stesse maniglie e gli specchi retrovisori in tinta. Invece, bisogna accontentarsi dei tre elementi già citati nella colorazione nera che fa da contrasto se si opta per le tinte della carrozzeria un pò troppo sgargianti.

DR1: le foto dalla presentazione

DR1: le foto dalla presentazione
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DR1: le foto dalla presentazione
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DR1: le foto dalla presentazione
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Il frontale ha ricevuto le maggiori attenzioni dei designer, capitanati ancora una volta dal patron Di Risio. E’ stato rispettato il family feeling introdotto con la dr5, costituito dalla calandra a trapezio rovesciato e dal badge “dr” decentrato sul lato sinistro. Il posteriore, invece, a primo impatto ricorda un po’ troppo la Ford Ka.

DR1: le foto dalla presentazione
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Se gli esterni si concedono più che altro a giudizi soggettivi, sono gli interni a fare da ago della bilancia nel giudizio complessivo della vettura. La dr1 si presenta completa per ciò che concerne plancia, comandi e strumentazione, ma alcuni particolari come l’accendisigari e i portabicchieri risultano decisamente poco gradevoli alla vista. Lo stesso dicasi per i comandi di apertura bagagliaio e tappo serbatoio posizionati sul pavimento a sinistra del sedile di guida, scarni e datati nell’aspetto. Anche la parte in plastica che copre il quadro strumenti è un po’ “debole”.

DR1: le foto dalla presentazione
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Il posto di guida della dr1 è comodo e caratterizzato da una posizione rialzata. Il sedile non è regolabile in altezza, funzione invece prevista per il volante (un po’ vecchiotto nel design), che però ha una leva di regolazione davvero dura da azionare. Sedili ben imbottiti e comandi non sempre ben posizionati oltre che in certi casi davvero “ingenui” nel disegno -si vedano al proposito quelli del clima- completano il quadro. L’abitabilità va più che bene anche dietro per essere una vettura di segmento A, nonostante i 233 cm di passo non siano proprio abbondanti. Sempre a patto che gli occupanti che siedono davanti non siano molto alti, chiaro.

DR1: le foto dalla presentazione
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L’impianto di climatizzazione funziona sufficientemente bene, mentre la visibilità si merita i pieni voti: il parabrezza ampio e i montanti non troppo spessi aiutano in questo senso. Anche gli specchietti retrovisori esterni assicurano un’ottima visuale. Per i più timorosi nelle manovre di parcheggio, vengono in aiuto i sensori posteriori che emettono (forti) segnali acustici con molta previdenza, già intorno ai 60-70 centimetri di distanza. Inoltre, aiutano anche le dimensioni esterne da tipica citycar della dr1: 360 cm di lunghezza per 158 cm di larghezza. Il bagagliaio, con i suoi 180 litri di capienza (430 abbattendo lo schienale posteriore) è nella media del segmento. Tra gli accessori invece, colpisce l’attenzione di DR nei confronti della multimedialità: sono di serie autoradio MP3 e porta ingresso nel vano portaoggetti.

DR1: le foto dalla presentazione
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Adesso vediamo come va su strada la dr1. Il motore a benzina 1.3 a 16 valvole da 83 CV spinge bene e risulta ben adatto alla vettura. che può essere definita a pieno titolo un’onesta auto da città. Lo spunto è buono ma tutt’altro che esaltante e nelle manovre di sorpasso o in salita il passaggio alla marcia inferiore può rivelarsi necessario. A proposito di cambio: la leva risulta precisa negli innesti anche se è dura da azionare. In questo, non aiuta nemmeno la frizione che stacca in maniera troppo brusca. Un neo non trascurabile per una vettura dalla vocazione cittadina.

DR1: le foto dalla presentazione
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L’esemplare oggetto della nostra prova era una bifuel a GPL, le cui prestazioni a gas hanno mostrato un calo pressoché impercettibile (la casa dichiara un secondo in più sullo 0-100) rispetto alla marcia a benzina. Le considerazioni da fare, quando si passa al GPL, riguardano altri aspetti: il tasto per la conversione dell’alimentazione, per esempio è in basso a sinistra rispetto al volante (come del resto su tante concorrenti) e quindi bisogna distogliere un po’ lo sguardo dalla strada, prima di farci l’abitudine. Sul discorso freni, l’impianto risponde bene, mentre lo sterzo è poco preciso e risulta un po’ vago, ma va detto che nelle manovre in città non è fonte di noie, vista la sua giusta leggerezza. In definitiva, l’auto ha un buon comportamento su strada ed un buon comfort di marcia, fatta salva una rumorosità un po’ sopra le righe, e qualche limite in termini di assorbimento solo sulle sconnessioni più brusche, come i dossi rallentatori.

DR1: le foto dalla presentazione
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DR1: le foto dalla presentazione
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Veniamo al capitolo consumi: andando a benzina, secondo la casa, si consumano in media 13 km/l nel ciclo urbano, 20 km/l nel ciclo extraurbano e 17 km/l nel misto. La versione a GPL dichiara valori un pò più alti: 11,5 km/l in città, 17 km/l nell’extraurbano e 14.5 km/l nel circuito misto. Come si sa, il vantaggio delle versioni con alimentazioni bifuel è nel prezzo alla pompa. Per quanto riguarda la dotazione di sicurezza, doppio airbag e ABS fanno parte della dotazione di serie. Il dispositivo ESP non è previsto al momento ma verrà introdotto più avanti anche perché diventerà presto obbligatorio per legge. In compenso, l’auto ha dimostrato di non averne bisogno, soprattutto perché in DR hanno ben lavorato sull’assetto della piccola che, tutto sommato, si dimostra sicura su strada.

DR1: le foto dalla presentazione
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DR1: le foto dalla presentazione
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Infine, un’occhiata al listino. Come accaduto per la dr5, DR ripropone la stessa formula anche per la dr1: unico allestimento, unica versione, dotazione di serie davvero ricca e completa. La possibilità di scelta si limita alle tinte carrozzeria e al tipo di alimentazione. Al momento del lancio, la dr1 è disponibile nella versione Ecopower a benzina e in quella bifuel a GPL. A gennaio, si aggiungerà anche la versione bifuel a metano. Il prezzo della dr1 è di 7.830 euro al netto degli incentivi. Questo vuol dire che la dr1 Ecopower costa ufficialmente 9.330 euro, mentre la dr1 GPL è in vendita al prezzo pieno di 11.330 euro.

DR1: le foto dalla presentazione
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Il management ha precisato che la dr1 “nuda” avrebbe potuto raggiungere il mercato a 4900 euro puntando sull’effetto mediatico del prezzo, ma è stata scelta senza esitazioni la formula “unico prezzo, unico allestimento, tutto compreso”. L’auto punta a farsi spazio nel 50% del segmento A non occupato da Fiat. Le concorrenti d’elezione della dr1 sono auto di origine coreana come la Hyundai i10, la Kia Picanto e la Chevrolet Matiz. Dato che quest’ultima nei prossimi mesi uscirà di scena, la citycar molisana potrà sfruttare una ghiotta opportunità di sfondare in Italia. A proposito: il “break even”‘ per il 2010 è stato fissato in 6000 esemplari. In futuro, la gamma della dr1 è destinata ad allargarsi, perché arriverà una versione speciale dai contenuti esclusivi, una variante sportiva – forse a 3 porte – e un’inedita variante station wagon con forme da crossover, come richiesto dalle mode degli ultimi tempi.

DR1: le foto dalla presentazione
DR1: le foto dalla presentazione
DR1: le foto dalla presentazione
DR1: le foto dalla presentazione
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DR1: le foto dalla presentazione
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