ZF Friedrichshafen taglia 7.600 posti nella divisione Powertrain
ZF Friedrichshafen taglierà 7.600 posti nella Powertrain Technology entro il 2030: accordo con IG Metall prevede riduzione orario, prepensionamenti e rinvio degli aumenti salariali
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La crisi che sta attraversando l’industria automobilistica tedesca si fa sempre più evidente e la recente decisione di ZF Friedrichshafen di avviare un ampio processo di ristrutturazione rappresenta un segnale inequivocabile delle difficoltà del settore. Il gruppo, uno dei principali fornitori mondiali di componentistica per auto, ha annunciato un drastico ridimensionamento della propria forza lavoro, che comporterà la perdita di 7.600 posti nella divisione Powertrain Technology entro il 2030. Questo intervento, che colpisce un comparto attualmente composto da circa 30.000 dipendenti, è la risposta a una congiuntura economica sfavorevole e a un mercato sempre più imprevedibile, segnato dalla transizione verso la mobilità elettrico.
Piano di ridimensionamento: motivazioni e contesto
La divisione Powertrain Technology di ZF Friedrichshafen è impegnata nella produzione di sistemi di propulsione destinati a veicoli elettrico, tradizionali e ibridi. Tuttavia, le prospettive di crescita del segmento elettrico si sono rivelate inferiori alle aspettative, complicando la pianificazione industriale e finanziaria. Secondo quanto dichiarato dalla società, le cause principali di questa scelta sono riconducibili all’elevato indebitamento generato da recenti acquisizioni e a una domanda di veicoli elettrici ben al di sotto delle previsioni.
Questa situazione di incertezza non riguarda soltanto ZF Friedrichshafen: l’intero comparto automobilistico tedesco è coinvolto in una fase di profonda trasformazione. Aziende come Bosch hanno già annunciato tagli a livello globale, mentre Volkswagen ha sospeso temporaneamente la produzione di alcuni modelli elettrici, segno di un generale riassestamento e di una necessità di riallocare risorse e competenze.
Il ruolo della mediazione sindacale
Il piano di ristrutturazione è stato oggetto di intense trattative tra la dirigenza e il sindacato IG Metall, con il coinvolgimento attivo del consiglio di fabbrica. L’accordo raggiunto prevede una serie di misure volte ad attenuare l’impatto sociale dei tagli. Tra queste spiccano la riduzione temporanea dell’orario di lavoro del 7% fino al 2027, il rinvio dell’aumento salariale del 3,1% previsto per aprile 2026 a ottobre dello stesso anno e l’introduzione di strumenti come prepensionamenti, programmi di riconversione professionale e incentivi all’esodo volontario. In questo modo, si punta a evitare licenziamenti coatti e a offrire soluzioni meno traumatiche per i dipendenti coinvolti.
La dirigenza di ZF Friedrichshafen ha sottolineato la necessità di questi provvedimenti per riportare in equilibrio i conti aziendali e garantire la sostenibilità della produzione in un contesto competitivo in rapida evoluzione. Dal canto loro, i rappresentanti sindacali hanno espresso preoccupazione per l’ampiezza dei tagli, ma hanno riconosciuto che l’accordo rappresenta la via meno dolorosa in una situazione complessa.
Le ragioni economiche della crisi
Alla base delle difficoltà di ZF Friedrichshafen vi è un indebitamento significativo, frutto di una politica di acquisizioni che ha limitato la capacità di investimento dell’azienda. Questo fattore, unito a un mercato della mobilità elettrico meno dinamico del previsto, ha reso necessari interventi immediati per migliorare la solidità finanziaria e ridefinire le strategie produttive.
Il caso ZF si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà per l’industria automobilistica europea, che deve fare i conti con una domanda altalenante e con la necessità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici e normativi. Le incertezze legate alla transizione verso l’elettrico e alla concorrenza internazionale rendono ancora più complesso il processo di adattamento.
Impatto sociale e prospettive future
Per i lavoratori interessati dalla ristrutturazione, il futuro appare variegato: chi potrà accedere ai prepensionamenti o ai programmi di riqualificazione avrà maggiori tutele, mentre altri dovranno affrontare un periodo di incertezza occupazionale. Le istituzioni locali e nazionali seguiranno con attenzione lo sviluppo della situazione, al fine di contenere le ricadute sulle economie regionali e sostenere la riconversione del settore.
Questa vicenda apre interrogativi più ampi sulla gestione della transizione tecnologica nell’automotive, dalla necessità di percorsi formativi adeguati fino alle politiche di incentivazione per la mobilità elettrico. ZF Friedrichshafen ha assicurato la propria disponibilità a mantenere un dialogo costante con le parti sociali e le istituzioni, mentre gli analisti considerano questa fase di ristrutturazione un banco di prova cruciale per la capacità dell’industria tedesca di reinventarsi e competere nel nuovo scenario globale.
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