Un'altra compagnia petrolifera italiana cambia bandiera: sarà azera

La compagnia azera Socar acquisisce Italiana Petroli dal gruppo Api: un’operazione da 2,5 miliardi che coinvolge raffinerie, stazioni di servizio e golden power

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 19 set 2025
Un'altra compagnia petrolifera italiana cambia bandiera: sarà azera

Il panorama energetico italiano è pronto a vivere una svolta epocale: dopo decenni di protagonismo nazionale, l’ultimo grande attore italiano del settore carburanti cambia bandiera. Italiana Petroli, storico secondo operatore nella distribuzione di carburanti in Italia con una rete di ben 4.500 stazioni di servizio, passa ufficialmente sotto il controllo di Socar, la compagnia petrolifera statale dell’Azerbaigian. La famiglia Brachetti Peretti, che ha guidato l’azienda attraverso fasi cruciali del mercato, ha infatti sottoscritto un accordo preliminare per la cessione totale del gruppo Api per una cifra che, secondo le indiscrezioni di Reuters, si aggira intorno ai 2,5 miliardi di euro.

Operazione scuote il mercato

L’operazione, che scuote il comparto oil and gas italiano, include asset strategici di primissimo piano: le raffinerie di Falconara Marittima e Trecate, che rappresentano snodi fondamentali nella trasformazione e lavorazione del greggio, l’intera capillare rete di distribuzione nazionale, moderni impianti di stoccaggio per una capacità complessiva di 5 milioni di metri cubi e accordi di lavorazione con la raffineria Alma di Ravenna. Con questa acquisizione, si chiude un’era per l’energia tricolore: dopo la recente cessione di Saras da parte della famiglia Moratti al gruppo Vitol, anche l’ultimo grande baluardo italiano passa sotto controllo straniero.

Ma il cammino verso la conclusione dell’operazione non è ancora del tutto privo di ostacoli. L’acquisizione dovrà infatti ottenere il via libera del cosiddetto golden power, lo strumento normativo che consente al governo italiano di intervenire nelle operazioni che coinvolgono settori strategici per la sicurezza nazionale, come appunto quello dell’energia. Fonti vicine all’esecutivo fanno sapere che saranno richieste garanzie puntuali: si punta a salvaguardare la continuità operativa delle attività, a tutelare l’occupazione dei lavoratori e a stimolare investimenti futuri per rafforzare il ruolo del gruppo nel contesto europeo e mediterraneo.

Occupazione garantita

Sul fronte interno, la famiglia Brachetti Peretti ha già rassicurato i dipendenti: non sono previsti tagli al personale. Anzi, la nuova proprietà viene presentata come una concreta opportunità di crescita e di rilancio. L’obiettivo, secondo la comunicazione interna, è trasformare Italiana Petroli in un vero e proprio hub energetico nel Mediterraneo, in grado di attrarre capitali, know-how e di fungere da polo di riferimento per le nuove sfide del settore. In quest’ottica, Socar rafforza la propria presenza nel continente europeo, inserendo un tassello fondamentale nella propria strategia di espansione internazionale e verticalizzazione della filiera energetica.

L’acquisizione si inserisce in un contesto di progressivo consolidamento del mercato italiano dei carburanti, che vede sempre più protagonisti gruppi stranieri. Questo scenario solleva interrogativi importanti sulle dinamiche concorrenziali, sulla futura evoluzione dei prezzi al consumo e, soprattutto, sulla sicurezza energetica nazionale nel medio-lungo termine. La presenza di operatori esteri, se da un lato può garantire nuovi investimenti e stimolare l’innovazione tecnologica, dall’altro pone l’accento sulla necessità di mantenere un saldo controllo sulle infrastrutture critiche e sulle risorse strategiche del Paese.

L’accordo

L’accordo tra Api e Socar rappresenta quindi molto più di una semplice transazione finanziaria: segna la fine di una lunga stagione di imprenditorialità familiare italiana nel settore energetico e apre una nuova fase dominata da attori globali. Gli osservatori del mercato sottolineano come la sinergia tra le competenze locali e le risorse internazionali possa offrire prospettive di sviluppo inedite, ma resta fondamentale vigilare affinché il processo di integrazione rispetti le esigenze del tessuto industriale e sociale italiano.

Il futuro di Italiana Petroli sarà dunque scritto all’incrocio tra strategie globali e responsabilità locali, in un contesto dove la capacità di adattarsi ai nuovi paradigmi della energia – tra sostenibilità, digitalizzazione e transizione verde – rappresenterà la vera chiave per affrontare le sfide di domani. L’Italia, nel frattempo, osserva con attenzione questa svolta, consapevole che le scelte di oggi determineranno il ruolo del Paese nello scacchiere energetico europeo dei prossimi decenni.

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