Un costoso SUV deve essere rottamato dopo un danno da 910 euro: paradosso

Una portiera danneggiata e il Fisker Ocean viene demolito: il caso solleva dubbi sulla sicurezza assicurativa e sulla reperibilità dei ricambi

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 18 ago 2025
Un costoso SUV deve essere rottamato dopo un danno da 910 euro: paradosso

Una portiera leggermente ammaccata, una cerniera piegata e la totale assenza di pezzi di ricambio disponibili. Un danno valutato appena 910 dollari, ma sufficiente a decretare la fine di un SUV elettrico praticamente nuovo. Questo è il paradosso che ha colpito la proprietaria di un Fisker Ocean, la cui vicenda sta scuotendo le fondamenta del settore automobilistico e sollevando dubbi sul futuro delle auto elettriche prodotte da marchi emergenti.

La storia inizia il 15 marzo, quando Joy Wanner, proprietaria del SUV elettrico, subisce un lieve urto alla portiera. Il danno è minimo: il veicolo rimane perfettamente funzionante, il preventivo di riparazione è contenuto, eppure la situazione si complica. L’assicurazione, chiamata a intervenire, si trova di fronte a un ostacolo insormontabile: l’impossibilità di reperire un componente di ricambio a causa delle difficoltà finanziarie del costruttore. Di fronte a questa impasse, la compagnia opta per la soluzione più drastica: dichiarare l’auto una perdita totale e avviarla alla demolizione.

La decisione dell’assicurazione

La decisione dell’assicurazione, sebbene motivata dalla necessità di tutelare il cliente da attese indefinite, lascia l’amaro in bocca. Joy Wanner riceve un risarcimento di circa 49.700 euro, ma perde per sempre un’auto elettrica nuova, perfettamente efficiente e che avrebbe potuto circolare ancora per molti anni. Il vero nodo della questione non è il valore del danno, ma l’incertezza legata alla reperibilità dei pezzi di ricambio per un modello di un costruttore in crisi.

Il caso del Fisker Ocean diventa così emblema di una problematica più ampia che riguarda non solo i clienti, ma anche l’intero comparto delle auto elettriche. Se un semplice danno, facilmente riparabile in condizioni normali, può portare alla rottamazione di un veicolo, che sicurezza possono avere i consumatori che investono in marchi emergenti? L’episodio getta un’ombra sull’affidabilità di questi costruttori e sulle garanzie che possono offrire nel tempo.

I problemi del mercato

L’aspetto più inquietante della vicenda è il concetto di obsolescenza logistica, che emerge con forza nel dibattito: quanto è sicuro acquistare un veicolo di un costruttore poco consolidato, se non c’è alcuna certezza sulla disponibilità futura dei pezzi di ricambio? In un mercato sempre più orientato verso l’innovazione e la mobilità sostenibile, il rischio che un guasto banale possa trasformarsi in una condanna definitiva per il veicolo non è più trascurabile.

Le assicurazioni auto, dal canto loro, si trovano a dover gestire situazioni sempre più complesse. Nel caso della Fisker Ocean, la compagnia ha motivato la scelta della demolizione con l’impossibilità di garantire la riparazione in tempi ragionevoli. Tuttavia, questa decisione solleva interrogativi sulle responsabilità delle assicurazioni: sono state davvero esplorate tutte le alternative prima di scegliere la via più drastica? E quanto pesa la burocrazia nel determinare il destino di veicoli ancora efficienti?

Un paradosso unico

La storia di Joy Wanner, riportata da Carscoops, non è un semplice episodio di fredda amministrazione assicurativa. È il sintomo di un problema strutturale che potrebbe minare la fiducia dei consumatori nei confronti delle auto elettriche di nuova generazione. Il rischio è che i clienti, temendo di trovarsi senza supporto o pezzi di ricambio in caso di guasto, preferiscano rivolgersi a marchi più solidi e strutturati, rallentando così la diffusione di soluzioni innovative e sostenibili.

Il caso Fisker Ocean rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore: la transizione verso l’elettrico non può prescindere da una rete affidabile di assistenza e fornitura di ricambi. Solo così sarà possibile garantire agli automobilisti la serenità necessaria per abbracciare con convinzione il futuro della mobilità. Fino ad allora, episodi come quello di Joy Wanner continueranno a suscitare dibattito e preoccupazione, alimentando la riflessione su quanto sia davvero sicuro affidarsi a marchi emergenti in un mercato in rapida evoluzione.

Ultime notizie