Brutta fine per i Tesla Cybertruck: ora sono bersaglio per i test missilistici

Due Tesla Cybertruck saranno utilizzati dall’US Air Force come bersagli nei test missilistici. Una scelta che riflette la crisi di vendite del modello

Di Fabrizio Caratani
Pubblicato il 7 ago 2025
Brutta fine per i Tesla Cybertruck: ora sono bersaglio per i test missilistici

Da promessa rivoluzionaria dell’automotive a inaspettato bersaglio nei test missilistici: il percorso del Tesla Cybertruck sembra ormai segnato da svolte sorprendenti e cariche di significato. L’avveniristico pick-up elettrico di casa Tesla, progettato per ridefinire il concetto di veicolo off-road e destinato – almeno nelle intenzioni – a conquistare il mercato con il suo design spigoloso e la sua tecnologia avanzata, oggi si trova invece sotto i riflettori per un utilizzo che nessuno avrebbe potuto prevedere. La US Air Force ha infatti deciso di acquistare due esemplari del Cybertruck, non per dotare le proprie flotte di veicoli operativi, ma per impiegarli come bersagli in esercitazioni militari presso il celebre White Sands Missile Range nel New Mexico.

Trentatré esemplari da abbattere

Secondo quanto emerso da documenti ufficiali ottenuti dalla rivista “The War Zone”, l’aeronautica statunitense ha incluso i Cybertruck in un ordine complessivo di 33 veicoli destinati a fungere da bersagli durante esercitazioni avanzate. La richiesta, piuttosto esplicita, di questi modelli Tesla nasce dall’esigenza di simulare scenari bellici futuri, nei quali si presume che mezzi dotati di una simile robustezza e resistenza possano essere impiegati da potenziali forze ostili. In sostanza, le qualità costruttive che avrebbero dovuto fare del Cybertruck un successo commerciale, vengono ora testate in un contesto radicalmente diverso: quello delle esercitazioni militari, dove resistenza e capacità di assorbire impatti diventano parametri chiave.

Il paradosso non può che saltare all’occhio: l’auto che Elon Musk aveva presentato al mondo come “a prova di proiettile”, con tanto di dimostrazioni pubbliche della sua corazza ultraresistente, sarà sottoposta proprio al fuoco di armi a guida di precisione. L’obiettivo dell’esercitazione, tuttavia, non si limita a verificare la resistenza del veicolo: l’intento è anche quello di addestrare le truppe a riconoscere e neutralizzare mezzi dotati di caratteristiche simili, nell’ottica di un conflitto moderno sempre più caratterizzato da veicoli tecnologicamente avanzati e difficili da abbattere.

Un flop commerciale roboante

Questa inusuale commessa militare giunge in un momento particolarmente delicato per Tesla e per il suo pick-up elettrico. Il fiasco commerciale del Cybertruck è ormai sotto gli occhi di tutti: le vendite Tesla del modello, nei primi sei mesi dell’anno, hanno registrato un calo significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il mercato, evidentemente, non ha premiato la scelta di puntare su un design così audace e su una serie di soluzioni tecniche che, se da un lato rappresentano una rottura con il passato, dall’altro sembrano aver disorientato il pubblico tradizionale del marchio.

Non sono mancate le critiche, anche da parte di chi, in passato, aveva contribuito al successo della casa di Palo Alto. Martin Eberhard, co-fondatore di Tesla, non ha esitato a definire il Cybertruck un vero e proprio “cassonetto”, sottolineando come la direzione intrapresa dall’azienda si discosti dalle esigenze reali del mercato. Nonostante ciò, Elon Musk continua a difendere il suo progetto, rilanciando con l’annuncio di nuove funzionalità in arrivo, tra cui la promessa di una guida autonoma senza supervisione entro la fine dell’anno. Un tentativo, forse, di recuperare l’attenzione dei consumatori e rilanciare un modello che rischia di diventare un caso di scuola nel panorama automobilistico mondiale.

Una fine ingloriosa

Per Tesla, l’interesse della US Air Force potrebbe comunque rappresentare un’opportunità inaspettata. Pur trattandosi di un ordine limitato, la scelta di impiegare il Cybertruck nei test missilistici garantisce una visibilità senza precedenti e potrebbe aprire le porte a future collaborazioni nel settore della difesa. Se i test dovessero confermare l’effettiva resistenza e versatilità del veicolo, non è escluso che altri corpi militari possano seguire l’esempio dell’aeronautica americana, dando nuova linfa a un progetto che sembrava destinato a un rapido declino.

Il destino del Tesla Cybertruck rimane quindi sospeso tra due estremi opposti: da un lato, la consacrazione come veicolo da test militari, che ne mette in luce alcune indubbie qualità tecniche; dall’altro, le difficoltà riscontrate nel mercato civile, che continuano a sollevare interrogativi sulla reale sostenibilità commerciale del progetto. Una cosa, però, appare certa: che sia nei poligoni militari del White Sands Missile Range o sulle strade delle nostre città, il Cybertruck continuerà a far parlare di sé, alimentando il dibattito su innovazione, design e futuro della mobilità elettrica.

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