Stellantis, Melfi riprende nell'incertezza: preoccupa l'addio a Renegade
Lo stabilimento Stellantis Melfi riprende la produzione tra nuovi modelli in arrivo, numeri ancora bassi e molte incertezze sul futuro occupazionale
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Il clima che si respira nello stabilimento Stellantis Melfi è oggi una miscela di incertezza e speranza, con il sito produttivo lucano chiamato a fronteggiare una delle fasi più delicate della sua storia recente. Dopo la consueta pausa estiva, la ripartenza delle attività fissata per il 25 agosto si inserisce in un contesto segnato da profonde trasformazioni industriali, che plasmeranno il destino dell’impianto nei prossimi anni.
Produzione poco rassicurante
La produzione riprende in un quadro tutt’altro che rassicurante. Negli ultimi mesi, lo stabilimento ha dovuto affrontare la definitiva uscita di scena della Jeep Compass dalla linea produttiva, una decisione che ha lasciato un vuoto importante tra i modelli di punta assemblati a Melfi. La situazione non migliora con la Jeep Renegade, la cui presenza in fabbrica si è ridotta alla sola versione Mild Hybrid: anche questa, però, ha i giorni contati, poiché la produzione terminerà entro ottobre. Si tratta di segnali che evidenziano una fase di transizione e la necessità di una strategia industriale più solida per garantire la continuità produttiva e occupazionale.
In questo scenario, l’unico barlume di ottimismo arriva dalla Fiat 500X. Grazie a una domanda inaspettatamente vivace proveniente dal mercato algerino, la produzione giornaliera del modello ha visto un incremento, passando da 75 a 110 unità. Sebbene questi numeri rappresentino una boccata d’ossigeno, restano comunque lontani dalle potenzialità che lo stabilimento potrebbe esprimere a pieno regime. L’attenzione degli addetti ai lavori e dei sindacati resta quindi alta, consapevoli che il futuro di Melfi non può dipendere da un singolo modello, ma richiede un piano di rilancio più articolato e duraturo.
Occupazione sotto osservazione
Il fronte occupazione si presenta particolarmente critico. Dal 2021 ad oggi, l’organico dello stabilimento si è ridotto drasticamente, passando da circa 6.800 a 4.500 dipendenti. Più di 2.300 lavoratori hanno scelto di aderire ai piani di uscita incentivata, una cifra che testimonia la difficoltà del momento e la mancanza di certezze sulle prospettive future. Gerardo Evangelista, rappresentante della Fim-Cisl Basilicata, non nasconde la sua preoccupazione: questa contrazione della forza lavoro è un segnale evidente della fase di stallo attraversata dallo stabilimento, un tempo considerato il fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana.
Le speranze per un’inversione di tendenza sono riposte nei nuovi modelli che dovrebbero arrivare a Melfi a partire dal 2025. Secondo le indiscrezioni circolate negli ambienti sindacali e industriali, la produzione della nuova Jeep Compass dovrebbe inaugurare questa nuova fase, seguita da due vetture a marchio DS e dalla tanto attesa Lancia Gamma. Proprio quest’ultima rappresenta una delle novità più rilevanti, con Stellantis che punta a rilanciare il brand Lancia grazie a un modello dallo stile innovativo e dalle tecnologie all’avanguardia. Non si esclude, inoltre, l’arrivo di un nuovo modello Alfa Romeo, forse l’erede della Tonale, che potrebbe ulteriormente arricchire il portafoglio prodotti dello stabilimento e contribuire a rafforzare la sua centralità strategica.
Non mancano gli ostacoli
Tuttavia, la strada verso il rilancio non appare priva di ostacoli. La ripresa produttiva di agosto rappresenta solo il primo passo di un percorso più ampio, che vedrà Stellantis Melfi impegnata a riconquistare un ruolo di primo piano nel panorama automobilistico nazionale e internazionale. Le sfide da affrontare sono molteplici: dalla necessità di investire in innovazione e nuove tecnologie, alla gestione delle risorse umane, fino alla definizione di strategie industriali in grado di rispondere alle dinamiche di un mercato sempre più competitivo e globalizzato.
In conclusione, il futuro dello stabilimento di Melfi resta appeso all’evoluzione della domanda di mercato e alla capacità del gruppo Stellantis di tradurre le promesse di nuovi modelli in concrete opportunità di crescita. La comunità locale, i lavoratori e le istituzioni guardano con attenzione ai prossimi mesi, consapevoli che dalla riuscita di questa delicata fase di transizione dipenderà non solo il destino dell’impianto, ma anche quello di un intero territorio che ha fatto dell’industria automobilistica uno dei suoi principali motori di sviluppo.
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