Rimborsi pedaggi autostradali dal 2026, l'avvertimento del Codacons

Dal 2026 rimborsi pedaggi autostradali per blocchi prolungati, ma con limiti e possibili aumenti. Ecco cosa cambia per gli utenti e le società

Rimborsi pedaggi autostradali dal 2026, l'avvertimento del Codacons
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 10 nov 2025

A partire dal 2026, chi si troverà a trascorrere lunghe ore bloccato in autostrada potrà finalmente contare su un meccanismo di rimborsi pedaggi autostradali. Una svolta che promette di cambiare il rapporto tra automobilisti e gestori delle infrastrutture, ma che solleva anche interrogativi sulla reale efficacia e sulla portata della riforma. Il nuovo sistema, che entrerà in vigore nell’aprile 2026, nasce dalla volontà dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti di tutelare i diritti degli utenti e di promuovere una maggiore qualità nei servizi offerti dalle società autostradali. Ma quali sono i dettagli di questa novità e quali criticità emergono dal confronto con le associazioni dei consumatori?

Rimborso totale, o parziale, del pedaggio

La misura più attesa riguarda la possibilità di ottenere un rimborso, totale o parziale, del pedaggio in caso di gravi disservizi. Il sistema è stato pensato per essere graduale: chi resterà fermo tra i 120 e i 179 minuti potrà ricevere il 50% di quanto pagato, la percentuale sale al 75% per chi subisce interruzioni tra i 180 e i 239 minuti, mentre il rimborso raggiunge il 100% quando l’immobilità supera le quattro ore. Una novità che, almeno sulla carta, rappresenta un riconoscimento concreto dei disagi patiti dagli automobilisti durante i blocchi autostradali, ma che presenta alcune criticità non trascurabili.

In prima linea tra i critici c’è il Codacons, che ha subito evidenziato come la soglia minima di due ore per accedere ai rimborsi pedaggi autostradali sia troppo elevata. Secondo l’associazione, questo limite rischia di escludere la maggior parte dei casi di disagio, rendendo la misura poco incisiva e lasciando insoddisfatti molti utenti. Nonostante la portata innovativa del provvedimento, resta dunque il dubbio che i benefici reali possano essere riservati solo a situazioni estreme, lasciando irrisolti i problemi più frequenti e diffusi sulle nostre autostrade.

Recupero dei costi: attenzione

A rendere ancora più controversa la riforma è il meccanismo di recupero dei costi previsto per le società autostradali. Nei primi cinque anni di applicazione, infatti, i gestori potranno compensare gli importi rimborsati agli automobilisti attraverso incrementi dei pedaggi. Il sistema prevede percentuali decrescenti: si parte dal 100% nel primo anno, per poi scendere progressivamente fino al 20% nel quinto anno. In pratica, ciò significa che, almeno inizialmente, il costo dei rimborsi potrebbe essere semplicemente redistribuito tra tutti gli utenti, vanificando in parte l’obiettivo di tutela dei consumatori e sollevando nuove perplessità sull’equità del sistema.

Un aspetto particolarmente innovativo della riforma riguarda la stretta connessione tra aumenti tariffari e investimenti programmati. Dal 2027, infatti, ogni incremento dei pedaggi sarà vincolato alla reale esecuzione degli investimenti e al raggiungimento di precisi standard qualitativi stabiliti dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Se le società autostradali non rispetteranno questi impegni, saranno obbligate a ridurre le tariffe dello 0,5%. Si tratta di un tentativo di introdurre maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione delle infrastrutture, spingendo i gestori a investire realmente nel miglioramento dei servizi offerti agli utenti.

Un contesto più ampio

La riforma si inserisce così in un contesto più ampio di dibattito sulla qualità e sull’efficienza delle autostrade italiane. Da un lato, si cerca di rispondere alle legittime aspettative degli automobilisti, sempre più attenti ai livelli di servizio e alla tutela dei propri diritti. Dall’altro, resta forte la necessità di garantire la sostenibilità economica del sistema, evitando che le nuove misure si traducano in un semplice aumento dei costi per la collettività. Nonostante i passi avanti, il rischio è che la combinazione di soglie temporali elevate e meccanismi di recupero dei costi possa limitare fortemente l’impatto della riforma.

In conclusione, l’introduzione dei rimborsi pedaggi autostradali rappresenta senza dubbio un passo importante verso una maggiore tutela degli utenti e una più stretta vigilanza sulle società autostradali. Tuttavia, perché la riforma possa davvero segnare una svolta, sarà fondamentale monitorare con attenzione l’efficacia delle nuove regole e la loro reale applicazione, ascoltando le istanze di associazioni come il Codacons e intervenendo prontamente per correggere eventuali distorsioni. Solo così sarà possibile garantire un equilibrio tra i diritti degli automobilisti, la qualità dei servizi e la sostenibilità del sistema autostradale italiano.

Ti potrebbe interessare: