Lombardia rinvia al 2026 lo stop alle auto diesel Euro 5: cosa cambia

Regione Lombardia posticipa al 2026 il blocco dei diesel Euro 5: impatti, comuni coinvolti, nuove regole e strumenti come Move-In per la mobilità

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 29 lug 2025
Lombardia rinvia al 2026 lo stop alle auto diesel Euro 5: cosa cambia

Una boccata d’ossigeno per chi guida auto diesel Euro 5 in Lombardia: la tanto temuta scadenza per il blocco circolazione è stata ufficialmente posticipata al 2026. Si tratta di una decisione che interessa direttamente circa quattrocentomila veicoli e coinvolge quattro grandi città lombarde, concedendo un anno di tempo in più agli automobilisti. Il rinvio, annunciato dalla Regione Lombardia, azzera ogni rischio di blocchi immediati e rappresenta una scelta strategica, pensata per conciliare le esigenze ambientali con quelle economiche e sociali di famiglie e imprese.

La delibera, fortemente sostenuta dall’assessore all’Ambiente Giorgio Maione, riguarda in prima battuta i centri urbani di Milano, Brescia, Monza e Bergamo. Queste città, da sempre in prima linea nella lotta all’inquinamento atmosferico, potranno ora gestire la transizione con maggiore gradualità, seguendo l’indirizzo già tracciato dal Governo nazionale attraverso un emendamento al decreto Infrastrutture. In questo modo, viene lasciata alle amministrazioni regionali la possibilità di adeguare le tempistiche in base alle specifiche esigenze territoriali.

La necessità di trovare equilibrio

Il cuore della questione è la necessità di trovare un equilibrio tra il miglioramento della qualità dell’aria e la tutela della mobilità quotidiana. Il provvedimento permette a centinaia di migliaia di cittadini lombardi di continuare a utilizzare le proprie auto diesel Euro 5 per un periodo supplementare, evitando così un impatto immediato che avrebbe potuto mettere in difficoltà molte famiglie e attività economiche ancora legate a questi veicoli per gli spostamenti di ogni giorno.

Non si tratta però di un semplice rinvio. La Regione Lombardia ha previsto che, in vista delle future limitazioni, possano essere adottate misure alternative. In particolare, viene mantenuto attivo il sistema Move-In, una soluzione già nota agli automobilisti lombardi: grazie a questo meccanismo, anche i veicoli soggetti a restrizioni potranno circolare, ma entro precisi limiti chilometrici annuali. Un compromesso che consente di monitorare e limitare le emissioni senza penalizzare indiscriminatamente chi, per necessità, non può ancora sostituire il proprio mezzo.

Un successo politico

L’annuncio del rinvio rappresenta anche un successo politico per il ministro Matteo Salvini, che si era speso personalmente per evitare blocchi repentini della circolazione. La scelta della Regione Lombardia potrebbe ora diventare un modello per altre aree del Bacino padano, come Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, regioni che condividono le stesse criticità legate all’inquinamento e la necessità di una transizione ecologica graduale e sostenibile.

Questa decisione offre agli automobilisti un orizzonte temporale più ampio per pianificare la sostituzione delle proprie vetture o per adottare nuove strategie di mobilità. Nel frattempo, le istituzioni potranno lavorare a soluzioni che, come sottolineato dall’assessore Maione, affrontino il cambiamento con buon senso, senza perdere di vista l’obiettivo prioritario: migliorare la qualità dell’aria soprattutto nelle aree urbane più densamente popolate.

Una transizione meno traumatica

Il settore automotive lombardo si trova così a vivere una fase di transizione meno traumatica, in cui le esigenze della sostenibilità ambientale vengono bilanciate con quelle della mobilità reale dei cittadini. La scelta di posticipare il blocco circolazione delle auto diesel Euro 5 rappresenta, dunque, una risposta pragmatica a una sfida complessa, che richiede gradualità e attenzione alle diverse realtà territoriali.

In definitiva, il rinvio dello stop ai diesel Euro 5 in Lombardia è un provvedimento che punta a favorire una transizione ecologica responsabile, senza sacrificare le necessità di chi ogni giorno si muove per lavoro, studio o esigenze familiari. Un modello di gestione che potrebbe ispirare altre regioni italiane e che pone le basi per un futuro in cui la sostenibilità e la mobilità possano finalmente viaggiare nella stessa direzione.

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