Peugeot 405, Alfa 164, il parcheggio dell'aeroporto diventa un cimitero

Il parcheggio dell’aeroporto di Bari si trasforma in un cimitero di auto abbandonate. Analisi delle cause, responsabilità e problemi burocratici

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 16 set 2025
Peugeot 405, Alfa 164, il parcheggio dell'aeroporto diventa un cimitero

Nel cuore della Puglia, una situazione surreale sta attirando l’attenzione di viaggiatori, appassionati di motori e semplici curiosi: decine di auto abbandonate stanno trasformando il parcheggio dell’aeroporto di Bari in un vero e proprio museo a cielo aperto della trascuratezza automobilistica. Le immagini diffuse da La Gazzetta del Mezzogiorno mostrano un quadro inaspettato: vetture di ogni epoca e modello, lasciate a se stesse per mesi, se non anni, molte delle quali ormai ridotte a rottami arrugginiti, con pneumatici a terra e segni inequivocabili di abbandono.

Il fenomeno è esploso all’attenzione pubblica dopo la diffusione di un video che documenta questo scenario insolito e quasi spettrale. Passeggiando tra le file di automobili, si riconoscono veri e propri pezzi di storia su quattro ruote: una Alfa Romeo 164, una Renault Twingo prima serie, una Golf, una Mercedes station wagon e tanti altri veicoli, sia con targhe italiane che straniere. La varietà dei modelli e delle condizioni racconta di storie diverse, ma tutte accomunate da un unico destino: l’oblio.

Le cause dell’abbandono sono un mistero

Le cause di questo abbandono di massa restano avvolte nel mistero. La teoria più diffusa suggerisce che i proprietari, partiti dallo scalo pugliese, non siano mai tornati a recuperare le proprie auto, forse per dimenticanza, forse per cause più serie e drammatiche. Ma le ipotesi sono molteplici e nessuna, al momento, trova conferma ufficiale.

Oltre all’impatto visivo, il problema si riflette anche sulla funzionalità del parcheggio stesso. Ogni vettura abbandonata occupa uno spazio prezioso che potrebbe essere destinato ai viaggiatori in transito, contribuendo a creare una situazione di congestione e disagio, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza. Il risultato è un’atmosfera sospesa, quasi irreale, in cui il silenzio delle lamiere dimenticate racconta storie di partenze senza ritorno.

Non si tratta però di un caso isolato. Episodi simili si sono verificati anche in altre città italiane, come dimostra la storia della Mercedes 190 rimasta per due anni in un parcheggio di Sacile, in Friuli Venezia Giulia, senza che nessuno ne reclamasse la proprietà. Questi eventi mettono in luce una criticità spesso trascurata: la burocrazia rimozione auto abbandonate. Le procedure per la rimozione di questi veicoli sono infatti complesse e lente, richiedendo l’intervento di più enti e una lunga serie di passaggi amministrativi che finiscono per rallentare ulteriormente la soluzione del problema.

L’aeroporto di Bari è un manifesto

Nel caso specifico dell’aeroporto di Bari, la situazione si complica ulteriormente a causa della gestione del parcheggio. Aeroporti di Puglia, infatti, ha chiarito che la gestione non è diretta, ma affidata a una società concessionaria. Questo dettaglio rende il processo di identificazione delle responsabilità ancora più intricato e allunga i tempi necessari per liberare gli spazi occupati dalle auto abbandonate.

Dietro ogni vettura dimenticata si cela una storia sospesa: un viaggio interrotto, una vita cambiata improvvisamente, oppure un intreccio burocratico che impedisce la chiusura di un capitolo. Mentre le procedure amministrative si trascinano e le competenze si rimpallano tra enti e concessionari, il parcheggio dell’aeroporto di Bari continua a riempirsi di questi silenziosi testimoni del tempo che passa.

Un fenomeno diffuso

Il fenomeno delle auto abbandonate negli scali italiani solleva interrogativi non solo sul piano logistico, ma anche su quello sociale e ambientale. Da un lato, infatti, la presenza di veicoli inutilizzati rappresenta un evidente spreco di risorse e spazio; dall’altro, evidenzia quanto la burocrazia rimozione auto possa trasformare una semplice dimenticanza in un problema strutturale, difficile da risolvere.

Nel frattempo, tra le corsie del parcheggio, si accumulano storie di viaggi mai conclusi e di proprietari svaniti nel nulla, mentre la soluzione sembra ancora lontana. La speranza è che, con una maggiore attenzione e una semplificazione delle procedure, si possa restituire all’aeroporto di Bari uno spazio finalmente libero e funzionale, mettendo fine a questo singolare limbo automobilistico.

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