Perché Jeremy Clarkson ha lasciato The Grand Tour? Colpa delle auto elettriche

Scopri perché Jeremy Clarkson ha lasciato The Grand Tour e come la rivoluzione delle auto elettriche ha influenzato la sua scelta e il futuro dello show

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 22 ago 2025
Perché Jeremy Clarkson ha lasciato The Grand Tour? Colpa delle auto elettriche

La conclusione di una delle più iconiche avventure televisive dedicate al mondo dei motori segna davvero la fine di un’era. Con l’uscita di scena di Jeremy Clarkson da The Grand Tour, il settore dell’intrattenimento automobilistico si trova a un punto di svolta, in cui la passione per i motori a combustione si scontra con la crescente diffusione delle auto elettriche. Una decisione che non solo chiude un capitolo storico, ma mette anche in luce le profonde trasformazioni che stanno investendo l’intero panorama automobilistico.

Finito l’interesse

«Semplicemente non sono interessato alle auto elettriche. Sono elettrodomestici, lavatrici. Non puoi recensirli, non puoi divertirti con loro». Con queste parole, secche e provocatorie, Jeremy Clarkson ha motivato la sua scelta di abbandonare The Grand Tour. Il celebre conduttore britannico, simbolo della cultura automobilistica tradizionale, ha così espresso il suo disagio di fronte alla rivoluzione elettrica che sta cambiando le regole del gioco nel settore.

Al suo fianco, i compagni di viaggio Richard Hammond e James May hanno preso atto di questa svolta, accettando di chiudere un ciclo che li ha visti protagonisti prima su Top Gear e poi nel celebre show prodotto da Amazon. Tuttavia, le motivazioni di Clarkson non si limitano alla semplice nostalgia: dietro la sua decisione si cela un conflitto generazionale e culturale, un contrasto tra il fascino dei propulsori tradizionali e l’efficienza silenziosa degli EV che oggi dominano le cronache del settore.

Non tutti la pensavano come lui

L’attaccamento di Clarkson per le vetture più iconiche, come la raffinata Lexus LFA o la leggendaria Alfa Romeo, è ben noto agli appassionati. La sua passione per i motori termici si traduce in un rifiuto quasi istintivo verso le nuove tecnologie, che ai suoi occhi privano l’automobile di quell’anima che l’ha resa un simbolo di libertà e avventura. Le auto elettriche, sostiene, sono troppo simili a comuni elettrodomestici: efficienti, silenziose, ma prive di carattere e di emozione.

Eppure, all’interno del trio, le posizioni non sono affatto univoche. James May si è mostrato più aperto al cambiamento, avendo già posseduto diversi veicoli elettrici, inclusi modelli alimentati a idrogeno. Attraverso il suo canale YouTube, May esplora con curiosità sia le auto d’epoca che le più moderne soluzioni elettrificate, dimostrando che la passione per le quattro ruote può evolversi senza perdere autenticità. Richard Hammond, pur rimanendo legato al mondo delle vetture storiche grazie alla sua attività di restauro, ha recentemente collaborato con Porsche per il lancio della nuova Cayenne EV, segno di una maggiore disponibilità ad abbracciare le sfide della transizione energetica.

Questa divergenza di vedute è emersa in modo evidente nell’ultimo episodio di The Grand Tour, dove il disinteresse di Clarkson per la “freddezza” degli EV si è scontrato con la curiosità e la voglia di sperimentare dei suoi colleghi. Il confronto tra tradizione e innovazione si è così trasformato in una narrazione avvincente, capace di coinvolgere sia i nostalgici dei motori a combustione che i sostenitori della mobilità sostenibile.

La trasformazione del settore incide

La scelta di dire addio al format non è solo un gesto personale, ma riflette le difficoltà di un’intera industria alle prese con una trasformazione epocale. Da un lato, la nostalgia per i motori a combustione interna continua a esercitare un fascino irresistibile su una vasta platea di appassionati; dall’altro, la spinta verso soluzioni più sostenibili impone un cambiamento di linguaggio e di prospettiva anche nei programmi di intrattenimento.

Nonostante la partenza dei tre volti storici, Amazon ha già confermato che The Grand Tour proseguirà con una nuova squadra di conduttori, sulla scia di quanto avvenuto per Top Gear dopo l’uscita di Clarkson, Hammond e May. Anche se il celebre programma della BBC ha registrato ascolti inferiori nelle stagioni successive, la volontà di rinnovarsi testimonia la resilienza di un format che ha saputo evolversi seguendo i cambiamenti del settore.

Il futuro dello show rimane avvolto nell’incertezza: la vera sfida sarà riuscire a mantenere vivo l’interesse degli spettatori in un contesto in cui l’elettrificazione sta riscrivendo il modo stesso di raccontare l’automobile in televisione. Riusciranno i nuovi conduttori a trovare un equilibrio tra il rispetto della tradizione e la spinta verso l’innovazione? Solo il tempo lo dirà, ma una cosa è certa: la storia di The Grand Tour e dei suoi protagonisti continuerà a influenzare il dibattito sul futuro della mobilità, lasciando un segno indelebile nella cultura automobilistica globale.

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