Perché in Italia si snobba l'auto elettrica: paure e non solo
Il futuro dell'auto elettrica in Italia tra resistenze, incentivi statali e scelte di mercato. Numeri, opinioni e il confronto con la Cina
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Il futuro dell’automobile sembra scritto all’insegna dell’innovazione, ma il cuore degli italiani batte ancora forte per i motori tradizionali. Nonostante le pressioni normative europee e l’avvicinarsi del divieto di produrre veicoli a combustione interna dal 2035, la strada verso una transizione elettrica appare tutt’altro che spianata. Un recente sondaggio realizzato da carVertical offre una fotografia nitida di questa realtà: ben cinque italiani su sei preferirebbero ancora un’auto elettrica tradizionale, ossia a benzina o diesel, rispetto a un veicolo a zero emissioni.
Mancanza di infrastrutture spaventa
La distanza tra le aspirazioni di Bruxelles e la concretezza del mercato auto nazionale emerge in modo lampante dai dati raccolti. L’82% degli intervistati si dice pronto a tornare senza esitazioni ai motori termici, se solo ne avesse la possibilità. Dietro questa riluttanza si celano motivazioni solide: i costi di gestione elevati delle nuove tecnologie, la mancanza di una capillare infrastruttura di ricarica e una diffusa percezione di incertezza sul futuro dell’elettrico.
Le preferenze degli automobilisti italiani sono ben delineate: il 43,8% continua a scegliere la benzina, mentre il 38,9% rimane fedele al diesel. Soltanto una minoranza si mostra propensa ad abbracciare la rivoluzione verde: appena il 5,6% degli intervistati valuta l’acquisto di un’auto elettrica, mentre il 10,4% si orienta verso le motorizzazioni ibride. Un dato ancora più significativo è rappresentato dal fatto che oltre la metà del campione (51,5%) esclude categoricamente l’acquisto di un veicolo elettrico nel prossimo futuro. Il 36,3% resta invece indeciso, mentre solo il 12,2% si dichiara realmente favorevole alla svolta.
I costi di gestione piacciono
Analizzando le ragioni di chi prende in considerazione un’auto elettrica, emergono motivazioni di natura prevalentemente economica. Il 47,2% degli intervistati è attratto dai minori costi di gestione e di manutenzione, considerati uno dei pochi veri vantaggi della mobilità elettrica. Il 17,6% indica tra i principali fattori decisionali la presenza di incentivi fiscali, come l’esenzione dal bollo auto, mentre il 14,1% si lascia convincere dai sussidi diretti all’acquisto. Sorprendentemente, le motivazioni ambientali occupano una posizione marginale: solo il 14% cita l’attenzione all’ecologia e appena il 7,1% fa riferimento alle basse emissioni come motivo trainante.
Ma il nodo cruciale della questione resta la dipendenza dagli incentivi pubblici. L’esperienza internazionale parla chiaro: nei paesi come Svezia, Germania e Stati Uniti, la domanda di veicoli elettrici si è dimostrata fortemente legata alla presenza di politiche di sostegno economico. Non appena i sussidi vengono meno, il mercato auto elettrico subisce immediate e consistenti battute d’arresto. Nel dettaglio, tra chi rifiuta la prospettiva di acquistare un’auto elettrica, le preoccupazioni principali sono rappresentate dai prezzi ancora troppo elevati (32%), dalla limitata autonomia (26,7%), dalla carenza di una adeguata infrastruttura di ricarica (21,1%) e dal rapido deprezzamento dei veicoli (12%).
Incertezze e resistenze
In questo scenario di incertezza e resistenze, il panorama globale dell’automotive si muove comunque a velocità diverse. Mentre l’Europa discute e regolamenta, la Cina accelera senza esitazioni. Un esempio emblematico arriva dal colosso BYD, che nell’aprile 2025 ha superato Tesla nelle vendite mondiali di veicoli elettrici, registrando una crescita del 359% su base annua, nonostante i dazi imposti dall’Unione Europea. Questo dato evidenzia come la transizione verso la mobilità elettrica non sia affatto uniforme: i percorsi seguiti dai diversi mercati rispecchiano esigenze, priorità e ostacoli differenti rispetto alle aspettative dei legislatori europei.
La transizione automobilistica è quindi in pieno svolgimento, ma in Italia si scontra con una cultura dell’automobile ancora fortemente ancorata alle certezze dei motori tradizionali. La sfida, per i prossimi anni, sarà trovare un equilibrio tra le ambizioni della politica, le esigenze degli automobilisti e la sostenibilità di un settore in continua evoluzione. Solo così sarà possibile superare resistenze e diffidenze, trasformando la mobilità elettrica da imposizione normativa a reale opportunità di crescita e innovazione.
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