Non c'è pace, Jeep richiama altre113.000 4xe per rischio incendio

Stellantis richiama 113.000 Jeep 4xe negli USA per residui da fusione nel motore 2.0 che possono causare perdita di potenza e incendi. Consegna notifiche e valuta sostituzioni

Non c'è pace, Jeep richiama altre113.000 4xe per rischio incendio
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Giorgio Colari
Pubblicato il 17 nov 2025

Il settore automobilistico si trova nuovamente sotto i riflettori a causa di un importante richiamo motore che coinvolge quasi 113.000 veicoli prodotti da Stellantis. Questa volta, il difetto riguarda i propulsori ibridi plug-in, una tecnologia chiave nella transizione verso la mobilità sostenibile, ma che, come dimostrano gli ultimi sviluppi, non è esente da rischi. Secondo quanto riportato nelle comunicazioni ufficiali e nelle segnalazioni presentate presso la NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration), la problematica ha interessato principalmente due modelli di punta del marchio Jeep: la Jeep Wrangler 4xe e la Grand Cherokee PHEV.

Il difetto nel motore

Il difetto, individuato nei motori 2.0 turbo benzina che equipaggiano questi modelli, deriva dalla presenza di residui di sabbia, provenienti dal processo di fusione, rimasti all’interno delle camere di combustione. Si tratta di una contaminazione che, se non rilevata tempestivamente, può avere conseguenze molto gravi: dalle semplici anomalie sonore fino a una progressiva perdita di potenza, arrivando nei casi più critici al rischio concreto di incendio.

Nel dettaglio, il richiamo interessa ben 76.019 unità della Jeep Wrangler 4xe prodotte tra il 2024 e il 2025 e 36.840 esemplari della Grand Cherokee PHEV relativi alle annate 2023-2025, tutti fabbricati negli stabilimenti messicani. Le autorità di controllo, tra cui la NHTSA, hanno evidenziato come la contaminazione da sabbia sia stata riscontrata durante ispezioni di routine, sollevando preoccupazioni non solo per la sicurezza degli occupanti, ma anche per la qualità dei processi produttivi adottati da Stellantis.

Il processo produttivo

Il processo di produzione dei motori, in particolare la tecnica del sand casting – ovvero la fusione in stampi sabbiosi – rappresenta una fase critica. Se i residui di sabbia non vengono rimossi con accuratezza, possono depositarsi negli alloggiamenti dei cilindri del motore 2.0, generando attriti anomali e danneggiamenti strutturali. Inizialmente, il problema si manifesta con rumori insoliti provenienti dal vano motore e con l’accensione della spia diagnostica sul quadro strumenti. Tuttavia, con il passare del tempo, il danno può evolvere in modo significativo, fino a compromettere la sicurezza del veicolo con la possibilità di sviluppare incendi.

A seguito delle segnalazioni, Stellantis ha prontamente informato la propria rete di concessionari e ha annunciato che entro la fine dell’anno sarà avviata una comunicazione diretta ai proprietari dei veicoli coinvolti. Al momento, il costruttore sta valutando diverse strategie di intervento: tra le opzioni più probabili, non si esclude la sostituzione integrale dei motori difettosi con nuove unità esenti da contaminazioni. Questa decisione sarà presa anche in base all’esito delle ulteriori verifiche tecniche e delle raccomandazioni delle autorità di controllo.

Un nuovo richiamo

L’attuale richiamo motore segue a breve distanza un precedente provvedimento che aveva coinvolto oltre 370.000 veicoli plug-in hybrid dello stesso gruppo, questa volta per un difetto alla batteria che comportava analoghi rischi di incendio. La frequenza con cui emergono questi episodi sta sollevando interrogativi sulla solidità dei controlli di qualità nella produzione dei componenti destinati ai veicoli elettrificati. Le associazioni di tutela dei consumatori e la stessa NHTSA chiedono ora indagini più approfondite e una trasparenza totale nella gestione dei richiami, al fine di tutelare i diritti degli automobilisti e garantire la sicurezza stradale.

Dal punto di vista operativo, Jeep Wrangler 4xe e Grand Cherokee PHEV rappresentano due pilastri dell’offerta plug-in hybrid di Stellantis sul mercato statunitense. Il danno d’immagine, in caso di gestione non ottimale del richiamo, rischia di ripercuotersi negativamente sulla percezione della clientela nei confronti della tecnologia ibrida plug-in, già oggetto di scrutinio per la sua affidabilità a lungo termine. Gli esperti sottolineano l’importanza di rafforzare i controlli in tutte le fasi della catena produttiva, dal sand casting fino all’assemblaggio finale, per evitare che difetti simili possano ripetersi in futuro.

Nell’attesa di una soluzione definitiva, Jeep raccomanda ai proprietari di prestare la massima attenzione a eventuali segnali d’allarme, come rumori anomali dal motore, calo delle prestazioni o accensione della spia motore. In presenza di questi sintomi, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a un concessionario autorizzato per sottoporre il veicolo a una diagnosi approfondita. Nel frattempo, la comunicazione ufficiale fornirà istruzioni dettagliate sulle misure precauzionali da adottare fino all’esecuzione dell’intervento correttivo.

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