Non solo PureTech, i 20 peggiori motori di sempre: c'è anche MultiJet
Analisi dei 20 motori peggiori secondo carVertical: ecco quali evitare nell'acquisto di un'auto usata e i motivi dietro le scelte della piattaforma
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Nel vasto panorama dell’automobilismo, non tutti i propulsori sono nati sotto una buona stella. Scegliere un’auto usata può essere un percorso irto di insidie, soprattutto quando si tratta di individuare i motori peggiori che hanno segnato negativamente la storia dell’industria automobilistica. Per aiutare i consumatori a evitare errori costosi e scelte poco oculate, la piattaforma carVertical ha stilato una dettagliata classifica dei venti propulsori più problematici mai prodotti. Un elenco che rappresenta una vera e propria guida per chi si appresta a valutare un acquisto sul mercato dell’usato, mettendo in luce criticità tecniche e difetti ricorrenti che possono trasformare il sogno di possedere un’auto in un incubo di spese e manutenzioni.
Alcuni benzina poco resistenti
Al vertice di questa poco invidiabile classifica troviamo il motore Volkswagen FSI 1.4/1.6, prodotto tra il 2001 e il 2008. Nato con l’intento di garantire efficienza e innovazione, questo propulsore si è rivelato invece fonte di continui problemi per i proprietari. I principali guai riguardano la formazione di depositi di carbonio all’interno del motore, sensori difettosi che spesso necessitano di sostituzioni e, soprattutto, problemi distribuzione legati alla catena, una criticità che ha comportato costosi interventi di manutenzione e frequenti rotture. Nonostante le promesse iniziali, la reputazione di questo motore si è progressivamente deteriorata, tanto da meritarsi il primo posto tra i motori meno affidabili secondo carVertical.
Il secondo gradino del podio spetta invece al Toyota VVT i 1.8 (1995-2007), un propulsore che ha rappresentato uno dei punti più bassi nella storia ingegneristica della casa giapponese. Pur essendo stato montato su numerosi modelli di successo, questo motore è tristemente noto per i suoi problemi di consumo olio e per una tendenza all’usura precoce di componenti vitali, rendendo necessarie costose riparazioni anche a chilometraggi relativamente bassi. Una vera delusione per gli appassionati del marchio, abituati a standard di affidabilità motori ben più elevati.
A completare la top tre dei motori peggiori secondo carVertical troviamo il Nissan 1.5/1.8 (1999-2006), anch’esso tristemente celebre per un consumo anomalo di olio che ha spesso portato a gravi danni meccanici. Il problema era così diffuso che molti proprietari si sono ritrovati a dover rabboccare l’olio tra un tagliando e l’altro, senza però riuscire a evitare rotture e malfunzionamenti.
Problemi di distribuzione
La classifica di carVertical prosegue con altri propulsori che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria degli automobilisti. Spicca, ad esempio, il Mazda 1.2 Renesis rotativo, un motore dalle soluzioni tecniche affascinanti ma caratterizzato da una scarsa durata e da una manutenzione complessa e costosa. Non mancano poi i riferimenti al Volkswagen 1.2 TSI, altro esempio di problemi distribuzione legati alla catena, e all’Alfa Romeo 2.0 TwinSpark 16v, famoso per la necessità di sostituire frequentemente la cinghia di distribuzione, pena gravi danni al motore.
Sorprende l’assenza, nella lista dei motori peggiori, del tanto discusso PureTech di Stellantis, nonostante i ben noti problemi alla cinghia in bagno d’olio che hanno portato a richiami di massa e malumori tra i clienti. Tuttavia, nella classifica figurano altri propulsori controversi come il BMW N63 4.4 Biturbo, il BMW/PSA Prince 1.6 e l’Isuzu 3.0 V6 D-MAX, tutti accomunati da difetti tecnici che ne hanno minato la reputazione e la longevità.
I diesel meno solidi
Per quanto riguarda i diesel, anche in questo segmento non mancano i motori da evitare. Il Fiat 1.3 MultiJet di prima generazione è stato spesso fonte di problemi, così come il Renault 2.2 dCi, il Toyota 2.2 D-CAT e il Volkswagen 2.0 PD TDI. Tutti questi propulsori hanno manifestato nel tempo criticità come usura prematura, guasti agli iniettori e difficoltà nella gestione delle emissioni, elementi che hanno pesantemente inciso sull’affidabilità motori e sui costi di gestione.
Alla luce di queste considerazioni, il lavoro di carVertical si rivela uno strumento prezioso per chiunque stia valutando l’acquisto di un’auto usata. Essere informati sui motori più problematici consente di evitare scelte sbagliate e di puntare su modelli che offrano maggiore tranquillità alla guida, riducendo il rischio di incorrere in spese impreviste e lunghe permanenze in officina. La conoscenza delle criticità storiche di determinati propulsori, come i difetti cronici di consumo olio o i noti problemi distribuzione, rappresenta un vero e proprio vantaggio competitivo per il consumatore moderno, sempre più attento alla qualità e all’affidabilità del proprio veicolo.
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