Guida contromano sulle autostrade italiane: scatta l'allarme

Crescono gli incidenti stradali causati dalla guida contromano sulle autostrade italiane. Analisi del fenomeno, dati aggiornati e possibili interventi

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 28 lug 2025
Guida contromano sulle autostrade italiane: scatta l'allarme

Il drammatico episodio avvenuto di recente sulla A4 Milano Torino ha riacceso con forza il dibattito nazionale sulla sicurezza stradale. La tragica sequenza di eventi che ha portato alla morte di quattro persone, unite a un bilancio complessivo che nei primi sei mesi dell’anno conta 56 incidenti causati da veicoli in senso opposto, 20 dei quali avvenuti su autostrade e superstrade, pone con urgenza il tema della prevenzione e delle misure da adottare per arginare un fenomeno in preoccupante crescita.

Gravi episodi

Il recente fine settimana ha visto consumarsi uno degli episodi più gravi degli ultimi anni tra Novara Est e Marcallo Mesero, dove un uomo di 82 anni, al volante della sua auto, ha imboccato contromano la corsia di sorpasso. Il risultato è stato uno scontro frontale devastante, con un bilancio di quattro vittime e una lunga paralisi del traffico su una delle arterie più trafficate del Paese. Un evento che non può essere considerato isolato, ma che si inserisce in un trend crescente, come evidenziato dai dati dell’Osservatorio Asaps-Sapidata: dall’inizio del 2023 si contano 9 morti e 106 feriti solo a causa della guida contromano.

L’attenzione mediatica che ha seguito la tragedia sulla A4 Milano Torino ha riportato in primo piano le criticità di un sistema che, pur avendo riconosciuto il problema, non ha ancora adottato soluzioni efficaci e definitive. Negli anni passati sono state avanzate numerose proposte: dall’installazione di dispositivi elettronici di rilevamento che possano segnalare in tempo reale la presenza di veicoli in senso contrario, all’adozione di sistemi di illuminazione specifica e barriere fisiche in grado di impedire l’accesso errato alle corsie di marcia. Tuttavia, nessuna di queste misure è stata implementata su larga scala, lasciando le nostre infrastrutture vulnerabili a errori umani e situazioni di pericolo.

Un problema di educazione

Gli esperti del settore sottolineano come la soluzione al problema debba essere multidimensionale. Non basta affidarsi esclusivamente alla tecnologia: occorre puntare su una più incisiva educazione stradale, in grado di sensibilizzare soprattutto le categorie più a rischio, come gli anziani, spesso coinvolti in episodi di guida contromano a causa di disattenzione, stanchezza o condizioni psicofisiche alterate. Il fenomeno, inoltre, mette in luce le carenze nella segnaletica e nella progettazione delle infrastrutture, aspetti che possono contribuire a generare confusione nei conducenti e favorire comportamenti errati.

Le associazioni di categoria e gli enti preposti alla sicurezza stradale invocano da tempo un impegno collettivo che vada oltre la semplice manutenzione ordinaria delle strade. È necessario investire nella modernizzazione delle infrastrutture, implementando sistemi intelligenti di rilevamento e segnalazione, capaci di intervenire tempestivamente in caso di accessi errati sulle autostrade e sulle principali arterie di traffico. Parallelamente, le campagne di sensibilizzazione rivolte a tutti gli utenti della strada rappresentano uno strumento fondamentale per rafforzare la cultura della prevenzione e della responsabilità individuale.

Aumentare i controlli

Non meno importante è la necessità di aumentare i controlli, soprattutto nei punti più critici della rete viaria, come gli svincoli e le rampe di accesso alle autostrade. Le forze dell’ordine e i gestori delle infrastrutture sono chiamati a collaborare in modo sempre più stretto, condividendo dati e strategie per intervenire rapidamente in caso di allarme. Solo attraverso una sinergia tra tecnologia, formazione e vigilanza sarà possibile ridurre in modo significativo il numero di incidenti e salvare vite umane.

La tragedia dell’A4 Milano Torino può e deve rappresentare un punto di svolta. L’emozione suscitata nell’opinione pubblica e la pressione esercitata dai media potrebbero finalmente portare la sicurezza stradale al centro dell’agenda politica nazionale. Serve un cambio di passo, che metta al primo posto la tutela della vita e la riduzione dei rischi sulle nostre strade. Solo così si potrà evitare che simili tragedie si ripetano e restituire agli automobilisti la fiducia in un sistema di mobilità moderno, sicuro e responsabile.

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