Tesla Cybertruck attaccato alla ricarica per due settimane: smette di funzionare

Un guasto al Tesla Cybertruck dopo una lunga ricarica in Arizona: nessuna polemica, assistenza rapida e riparazione in garanzia da parte di Tesla

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 28 lug 2025
Tesla Cybertruck attaccato alla ricarica per due settimane: smette di funzionare

Un rientro dalle vacanze che si trasforma in un’esperienza inaspettata per AJ Esguerra, proprietario di un Tesla Cybertruck in Arizona. Dopo aver lasciato il suo avveniristico pick-up elettrico collegato alla presa di ricarica auto elettrica per ben due settimane, Esguerra si è trovato di fronte a una situazione insolita: il veicolo era completamente spento, privo di segni di vita e di qualsiasi funzionalità. Un episodio che, raccontato sui social network, ha subito acceso l’attenzione della community di appassionati e proprietari del modello.

Un guasto non da poco

Le discussioni online si sono subito concentrate sulle possibili cause di questo guasto improvviso. Tra le varie ipotesi, la più gettonata riguardava le temperatura record tipiche dell’Arizona, capaci di mettere a dura prova qualsiasi tecnologia. Eppure, a rendere ancora più singolare la vicenda, c’era l’assenza totale di notifiche di malfunzionamento inviate dall’applicazione Tesla durante tutto il periodo di assenza del proprietario. Un dettaglio che ha lasciato perplessi molti osservatori, abituati all’efficienza dei sistemi di monitoraggio della casa californiana.

Determinato a risolvere il problema, Esguerra si è affidato ai consigli trovati online e ha deciso di contattare direttamente l’assistenza Tesla. I tecnici dell’azienda hanno dapprima tentato un ripristino da remoto, soluzione che però non ha sortito alcun effetto. A quel punto, si è reso necessario il trasporto fisico del Tesla Cybertruck presso un centro di assistenza autorizzato. Qui, grazie a una diagnosi approfondita, è emerso che la causa dell’anomalia era da attribuire a un difetto del convertitore di potenza, un componente fondamentale che regola il flusso energetico tra la batteria e il sistema di propulsione del veicolo.

Le cause

Tesla ha voluto chiarire subito la situazione, specificando che il guasto non era stato provocato né dalle condizioni ambientali estreme, né dalle modalità di utilizzo adottate dal cliente. L’azienda ha inoltre sottolineato che lasciare un veicolo collegato alla rete elettrica per lunghi periodi non comporta rischi per la salute della batteria, grazie a sofisticati sistemi di gestione automatica che interrompono la ricarica auto elettrica una volta raggiunta la capacità massima. Un messaggio importante, che mira a rassicurare tutti i possessori di auto elettriche sulle pratiche di ricarica più sicure ed efficienti.

A differenza di altri casi simili che in passato hanno generato polemiche o campagne denigratorie sui social, la vicenda di Esguerra si è distinta per la totale assenza di controversie pubbliche. L’intervento tempestivo in garanzia da parte dell’assistenza Tesla ha permesso al proprietario di tornare rapidamente alla guida del suo Tesla Cybertruck, senza alcun costo aggiuntivo e con la piena soddisfazione per la gestione della problematica. Un esempio concreto di come un servizio post-vendita efficiente possa fare la differenza, soprattutto in un settore dove la reputazione del marchio è costantemente sotto i riflettori.

Il richiamo

Questo episodio si inserisce in un contesto particolarmente favorevole per il marchio californiano, che in queste settimane sta proponendo promozioni Tesla estremamente vantaggiose proprio sul Cybertruck. Tra sconti significativi e formule di finanziamento agevolato, l’azienda sta puntando a consolidare la propria posizione nel mercato dei pick-up elettrici, offrendo non solo tecnologia d’avanguardia ma anche un supporto al cliente di altissimo livello.

La storia di AJ Esguerra rappresenta quindi uno spaccato emblematico della mobilità elettrica contemporanea. Un potenziale problema, come quello di un guasto inatteso al convertitore di potenza, viene trasformato in un’occasione per dimostrare l’affidabilità e la reattività dell’assistenza Tesla. In un settore dove spesso i malfunzionamenti vengono utilizzati come pretesto per criticare l’intera tecnologia, la capacità di risolvere rapidamente e con trasparenza le criticità si rivela un elemento distintivo e di grande valore per la clientela.

In definitiva, la vicenda del Tesla Cybertruck silenzioso in Arizona non solo mette in luce l’importanza di un servizio post-vendita all’altezza delle aspettative, ma sottolinea anche come le sfide legate alle temperatura record e alla ricarica auto elettrica possano essere affrontate con successo grazie a soluzioni tecnologiche avanzate e a una gestione del cliente esemplare. Un messaggio positivo per tutti coloro che guardano alla mobilità elettrica come a una scelta di futuro, innovazione e affidabilità.

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