Mitsubishi abbandona la Colt e punta sui SUV

Mitsubishi chiude la produzione della Colt e punta sui SUV Renault per aumentare le vendite in Europa.

Mitsubishi abbandona la Colt e punta sui SUV
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 20 nov 2025

Il panorama automobilistico europeo si prepara a un cambio di rotta significativo, segnato dalla decisione di Mitsubishi di abbandonare il segmento delle compatte per puntare tutto sui SUV. Un passo strategico che non solo rivoluziona il portafoglio prodotti della Casa giapponese, ma che rappresenta anche una risposta concreta alle dinamiche di mercato e alle nuove preferenze dei consumatori. Il distacco dalla tradizione delle utilitarie, incarnata dalla Mitsubishi Colt, è reso evidente da numeri che parlano chiaro: nel 2024, la piccola giapponese ha totalizzato appena 12.842 unità vendute contro le 216.317 della diretta concorrente Renault Clio. Un gap abissale che ha reso insostenibile la permanenza nel segmento, accelerando la metamorfosi commerciale di Mitsubishi in Europa.

La decisione di voltare pagina non è maturata all’improvviso, ma è il risultato di una lunga riflessione sui dati di mercato e sulle prospettive di crescita. Il marchio nipponico, consapevole delle difficoltà nel competere con i colossi europei nel segmento delle compatte, ha scelto di riorientare la propria offerta verso i SUV, sfruttando le sinergie all’interno dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Questo nuovo corso si traduce in un obiettivo ambizioso: incrementare le vendite europee del 20-30%, lasciando alle spalle la logica dei modelli ribrandizzati e puntando su prodotti dal maggiore appeal come la nuova Grandis e la rinnovata Eclipse Cross.

La fine della Mitsubishi Colt segna così il tramonto di un’epoca. L’uscita di scena di questo modello, insieme alla già avvenuta interruzione della produzione della Space Star all’inizio del 2025, conferma la volontà dell’azienda di svuotare completamente il segmento delle piccole auto. I dati raccolti negli ultimi anni testimoniano l’incapacità della Colt di imporsi nel Vecchio Continente, rimanendo costantemente in ombra rispetto alla più blasonata Renault Clio. Un confronto che non lascia spazio a interpretazioni: il mercato europeo ha premiato la compatta francese, relegando la proposta Mitsubishi a un ruolo marginale.

Il nuovo orientamento strategico di Mitsubishi si fonda sulla convinzione che i clienti europei siano sempre più attratti dai SUV, simbolo di versatilità, comfort e status. I futuri modelli, che nasceranno sulle piattaforme del Renault Symbioz e dello Scenic E-Tech Electric, permetteranno di ottimizzare i costi di sviluppo grazie al trasferimento tecnologico interno all’alleanza. L’obiettivo è quello di raggiungere una forbice tra 75.000 e 80.000 unità annue, puntando su margini più elevati rispetto a quelli garantiti dalle compatte tradizionali. Un cambio di paradigma che potrebbe rilanciare la presenza del marchio nel Vecchio Continente, a patto che venga mantenuta una proposta di valore chiara e riconoscibile.

Non mancano però le incognite. La strategia del rebadging, ovvero la commercializzazione di modelli Renault con marchio Mitsubishi, solleva interrogativi sulla capacità del brand di preservare la propria identità. Analisti e concessionari esprimono preoccupazione per il rischio di alienare la clientela storica, tradizionalmente legata a vetture compatte e dal prezzo accessibile. La perdita di modelli propriamente sviluppati potrebbe allontanare quella fascia di pubblico sensibile ai costi e alle dimensioni contenute, un segmento che per anni ha rappresentato il cuore pulsante della presenza Mitsubishi in Europa.

Sul fronte normativo, la scelta di adottare piattaforme ibride ed elettrificate rappresenta un vantaggio competitivo, agevolando il rispetto dei severi target UE sulle emissioni. Tuttavia, il successo della strategia dipenderà dalla capacità di offrire una gamma di motorizzazioni sostenibili e un posizionamento di prezzo competitivo, elementi sempre più richiesti dai consumatori europei. Il mercato chiede SUV, ma non è disposto a rinunciare a soluzioni tecnologiche avanzate e a una politica commerciale trasparente.

Il banco di prova sarà imminente: se il rebadging non porterà ai risultati sperati in termini di vendite europee, come già accaduto con la Mitsubishi Colt, l’intera strategia dovrà essere oggetto di una profonda revisione. Mitsubishi si trova di fronte a una sfida cruciale: riuscire a trasformare la propria offerta, mantenendo una forte identità di marca e rispondendo alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Il futuro del brand in Europa passa da qui, tra scommesse, rischi e la ricerca di una nuova centralità nel segmento SUV.

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