Mazda preoccupata da dazi di Trump: l'utile crolla dell'82%
Mazda prevede un calo dell’utile netto dell’82,5% a causa dei dazi USA. L’azienda modifica le rotte di spedizione e punta sulla produzione in Alabama
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/08/Mazda-CX-50_04_Polymetal-Gray_1024x685tn.jpg)
Il colpo inferto dalle recenti dazi imposti dall’amministrazione Trump ha lasciato il segno sull’industria automobilistica globale, con effetti particolarmente pesanti su Mazda. Il costruttore giapponese si trova ora a fronteggiare una crisi senza precedenti, caratterizzata da un crollo dell’utile netto dell’82,5% e una revisione radicale delle strategie produttive. Questo scenario impone una riflessione profonda sulle dinamiche del mercato USA e sulla necessità di adottare soluzioni innovative per sopravvivere in un contesto sempre più frammentato e protezionista.
Brutta frenata finanziaria
L’ultimo anno fiscale di Mazda è stato segnato da una brusca frenata delle performance finanziarie. L’azienda, costretta a rivedere al ribasso le proprie aspettative, prevede ora un utile netto di appena 20 miliardi di yen, equivalenti a circa 120 milioni di euro. Il dato è ancor più allarmante se si considera che le stime iniziali erano decisamente più ottimistiche. In parallelo, anche l’utile operativo subisce una drastica riduzione, passando dai previsti 230 miliardi di yen a soli 50 miliardi. Una contrazione del 73,1% che riflette la portata delle difficoltà che il gruppo sta affrontando.
A lanciare l’allarme è stato l’amministratore delegato Masahiro Moro, che durante una conferenza stampa nella storica sede di Hiroshima ha dichiarato: “Si tratta di un onere estremamente gravoso, realisticamente parlando”. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni: la situazione è critica e impone una risposta tempestiva e strutturata. La preoccupazione di Mazda nasce dalla consapevolezza che il contesto commerciale globale è profondamente cambiato, soprattutto a causa delle nuove barriere tariffarie che colpiscono in modo selettivo i diversi paesi esportatori.
Come arginare i dazi
Per arginare l’impatto negativo dei dazi, il gruppo giapponese ha deciso di mettere in campo una serie di contromisure strategiche. In primis, si punta sulla revisione delle rotte di spedizione, al fine di ottimizzare la logistica e ridurre i costi aggiuntivi. Tuttavia, la mossa più significativa riguarda il rafforzamento della produzione Alabama. Potenziare lo stabilimento statunitense consente infatti di diminuire la dipendenza dalle importazioni provenienti dal Giappone e dal Messico, entrambi pesantemente penalizzati dalle nuove tariffe doganali.
Il direttore finanziario Jeffrey Guyton ha illustrato con chiarezza l’entità delle sfide che Mazda deve affrontare. Con un dazio del 15% sulle esportazioni giapponesi e del 25% su quelle messicane, l’impatto sui risultati annuali resterebbe comunque significativo, anche adottando tutte le strategie di mitigazione possibili. Questi numeri confermano quanto sia delicata la posizione del costruttore nipponico nel mercato USA, dove la concorrenza è feroce e le regole del gioco cambiano rapidamente.
Gli USA restano il mercato chiave
Nonostante le difficoltà, gli Stati Uniti restano un mercato chiave per Mazda. Nella prima metà dell’anno, l’azienda ha registrato vendite pari a circa 210.000 unità, a testimonianza dell’importanza strategica di questo sbocco commerciale. Il cuore pulsante delle attività produttive americane è rappresentato dall’impianto in Alabama, la cui centralità cresce in modo proporzionale alle tensioni commerciali. Accanto a questo sito, Mazda può contare su un importante centro produttivo a Guanajuato, in Messico, da cui vengono esportati modelli di punta come il SUV crossover CX-50 destinati proprio agli Stati Uniti.
Il nuovo scenario impone però una revisione delle strategie di lungo periodo. Se in passato l’incertezza legata ai dazi aveva portato Mazda a sospendere le previsioni finanziarie, oggi il gruppo adotta un approccio più proattivo. La parola d’ordine è flessibilità, sia dal punto di vista produttivo che logistico. La capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del contesto internazionale diventa un fattore competitivo imprescindibile.
Ripensare al proprio business
L’intera industria automobilistica giapponese, tradizionalmente orientata all’export, si trova ora a dover ripensare i propri modelli di business. L’aumento dei dazi e la crescente frammentazione del mercato USA costringono i costruttori a innovare e a diversificare le proprie strategie. Il caso Mazda si configura così come un esempio emblematico delle difficoltà che i produttori stranieri devono affrontare in un mercato profondamente mutato dalle nuove politiche commerciali.
La vicenda di Mazda rappresenta, dunque, un monito per l’intero settore: solo chi saprà investire in flessibilità, innovazione e presenza locale potrà continuare a competere con successo sul palcoscenico globale. Le sfide sono molteplici, ma anche le opportunità non mancano per chi sarà in grado di coglierle e trasformarle in vantaggio competitivo.