L'inaffidabilità del motore PureTech crea problemi nella rivendita

Il motore PureTech 1.2 genera una crisi del mercato dell'usato: riparazioni fino a 8.000€, 3.200 cause in Spagna e indagine francese su Stellantis

L'inaffidabilità del motore PureTech crea problemi nella rivendita
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Giorgio Colari
Pubblicato il 3 nov 2025

La recente crisi che coinvolge il motore PureTech 1.2 ha scosso profondamente il settore automobilistico europeo, lasciando dietro di sé una scia di auto invendibili, riparazioni dal costo proibitivo e una fiducia nei marchi coinvolti che sembra ormai irrimediabilmente compromessa. Il cuore del problema batte nei modelli di punta di Stellantis – tra cui Peugeot, Citroën, DS e Opel – che oggi si trovano al centro di una vera e propria tempesta, con effetti tangibili soprattutto sul mercato dell’usato.

Grossa svalutazione

I segnali della crisi sono inequivocabili: proprietari che vedono i loro veicoli perdere rapidamente valore, rivenditori che si rifiutano di accettare in permuta le auto equipaggiate con il contestato propulsore, e una serie di azioni legali che si moltiplicano in tutta Europa. Storie come quella di Laurent, che ha subito una svalutazione di circa 5.000 euro sulla propria vettura, o di Aurélien Lequeux, costretto a investire 3.000 euro in riparazioni per poi vendere la sua Peugeot 3008 a soli 10.000 euro con appena 85.000 km all’attivo, sono ormai all’ordine del giorno.

Il nodo principale risiede nella famigerata cinghia di distribuzione a bagno d’olio, una soluzione tecnica che, invece di garantire affidabilità, si è rivelata un vero tallone d’Achille. Il deterioramento precoce di questo componente provoca il rilascio di particelle che finiscono per ostruire il circuito di lubrificazione, innescando un effetto domino che può compromettere la pompa dell’olio, il turbocompressore e altri elementi vitali del motore. A complicare ulteriormente il quadro, numerosi automobilisti segnalano un consumo anomalo d’olio – fino a un litro ogni 1.000 km – e frequenti guasti agli iniettori.

La reazione non si è fatta attendere

La reazione del settore non si è fatta attendere. I concessionari, come racconta Yoni Dayan di Simplici Car, hanno adottato una linea estremamente prudente, arrivando quasi a escludere del tutto l’acquisizione di veicoli con il motore PureTech 1.2, definiti “a rischio troppo elevato”. Solo chi può dimostrare una manutenzione impeccabile e la presenza di una garanzia attiva riesce, con molta fatica, a trovare un acquirente. Questo restringe drasticamente le possibilità di vendita per i proprietari, aggravando la pressione sul mercato dell’usato.

Sul fronte legale, la situazione si complica ulteriormente. In Francia, il governo ha dato il via a un’indagine ufficiale tramite il Servizio di Sorveglianza del Mercato dei Veicoli e dei Motori, mentre in Spagna l’associazione Afestel ha presentato oltre 3.200 richieste di conciliazione contro Stellantis. I costi di riparazione, nei casi più gravi, possono arrivare a sfiorare gli 8.000 euro, una cifra che per molti automobilisti rappresenta una vera e propria mazzata economica.

Il Gruppo si difende

Il gruppo automobilistico si difende, sostenendo di aver implementato misure correttive e nuovi programmi di assistenza. Tuttavia, il danno d’immagine appare difficile da recuperare: molti consumatori giudicano insufficienti gli interventi messi in campo, soprattutto quando si trovano di fronte a spese impreviste e di grande entità.

Le ripercussioni pratiche sono sotto gli occhi di tutti: annunci di vendita che non generano interesse, valutazioni di ritiro al minimo storico, proprietari costretti a sborsare cifre considerevoli per poter sperare in una vendita. In un contesto in cui la fiducia nell’affidabilità meccanica rappresenta la vera moneta di scambio, il mercato dell’usato fatica a reggere l’urto dell’incertezza legata al PureTech 1.2.

Sviluppi legali determinanti

Gli sviluppi sul piano legale potrebbero rivelarsi determinanti. Se le azioni collettive dovessero portare a risarcimenti significativi o a obblighi più stringenti per Stellantis, la dinamica di mercato potrebbe subire un cambiamento radicale. Nel frattempo, i potenziali acquirenti sono invitati a prestare la massima attenzione: verificare scrupolosamente la storia delle manutenzioni e considerare un’estensione della garanzia sono ormai passaggi imprescindibili quando si valuta l’acquisto di un’auto con questo motore controverso.

Questa vicenda offre una lezione chiara all’intero settore: di fronte a problematiche tecniche diffuse, non bastano soluzioni ingegneristiche. È fondamentale mettere in campo strategie comunicative e commerciali efficaci, in grado di ricostruire la fiducia dei consumatori su scala continentale e restituire solidità a un mercato che, oggi più che mai, si scopre fragile e vulnerabile.

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