L'auto si accende e si muove da sola nel parcheggio: è cinese
Una Xiaomi SU7 parcheggiata si mette in movimento da sola; indagine interna, richieste di trasparenza sui log e aggiornamento software per oltre 115.000 veicoli
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Non ha provocato feriti né danni, ma ha fatto molto rumore. E forse più danni d’immagine che altro. In Cina, un video diventato virale mostra una Xiaomi SU7 – la berlina elettrica che sta spopolando sul mercato – muoversi da sola, senza conducente a bordo, né apparente comando umano. È l’ultimo di una serie di episodi controversi che mette sotto i riflettori la sicurezza delle auto intelligenti, in particolare quelle della casa guidata da Lei Jun.
La vicenda bizzarra
L’incidente è avvenuto in un parcheggio residenziale, apparentemente in condizioni normali. La vettura era ferma, spenta, e il proprietario era in casa. Ma a un certo punto, le telecamere di sorveglianza mostrano l’auto che esce dallo stallo da sola, si immette sul vialetto e comincia a muoversi. Il proprietario, incredulo, esce di corsa con la moglie per cercare di fermarla. Il video, pubblicato dallo stesso utente sui social cinesi, ha generato in poche ore milioni di visualizzazioni e un’ondata di discussioni.
L’hashtag “l’auto Xiaomi scappa all’improvviso” è diventato trending topic su Weibo. E mentre le vendite della SU7 restano su livelli record, la questione apre una falla nella narrazione di Xiaomi come nuovo colosso dell’auto elettrica cinese.
Xiaomi: “È stato un comando da smartphone”
Interpellata dal proprietario e poi dalla stampa, Xiaomi ha risposto con una prima ipotesi tecnica: il movimento sarebbe stato causato da un comando remoto, inviato tramite l’app ufficiale da uno smartphone collegato all’account del proprietario. In particolare, sarebbe stata attivata la funzione di “Assistenza di Parcheggio in Remoto”, una tecnologia che consente all’auto di avanzare o retrocedere autonomamente per uscire da spazi stretti.
Ma il punto è proprio questo: il proprietario nega categoricamente di aver utilizzato la funzione, né lui né nessun altro. E chiede la pubblicazione integrale dei log operativi del veicolo per dimostrarlo. Al momento, Xiaomi si è limitata a diffondere solo un estratto parziale dei dati, confermando l’attivazione del comando da un iPhone ma senza fornire dettagli sull’orario, la sequenza esatta o le eventuali anomalie di rete.
Un episodio che riapre il dibattito sulla guida assistita
Nessun incidente, nessun danno a cose o persone. Ma il tema è serio, e gli esperti non lo minimizzano. In gioco c’è la fiducia nei sistemi avanzati di assistenza alla guida, sempre più diffusi anche nei segmenti popolari. La SU7 è uno dei simboli di questa evoluzione: un’auto elettrica ad alte prestazioni, dotata di software avanzato e controllabile quasi interamente da remoto.
Ed è proprio questa estrema connettività a sollevare i dubbi maggiori. “I sistemi devono essere progettati con ridondanze e blocchi di sicurezza che evitino attivazioni accidentali o non intenzionali”, sottolineano diversi analisti del settore automotive cinese. Il caso Xiaomi dimostra come anche un singolo episodio, pur senza conseguenze, possa danneggiare la percezione pubblica e rallentare l’adozione delle tecnologie più avanzate. Il punto non è solo tecnico, ma di trasparenza: se le aziende vogliono l’affidamento totale da parte degli utenti, devono essere le prime a condividere integralmente i dati, soprattutto quando qualcosa va storto.
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