Lamborghini accusa un concessionario di vendere a gente di malaffare
Lamborghini in tribunale contro Gold Coast Exotic Imports per la vendita di 32 supercar a flipper e individui controversi. In ballo milioni di dollari
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Un vero e proprio terremoto scuote il mondo delle Lamborghini negli Stati Uniti, con una vicenda che mette in discussione l’integrità del sistema di distribuzione delle auto di lusso e solleva interrogativi sul controllo delle vendite dei modelli più esclusivi. Al centro dello scandalo si trova il celebre concessionario dell’Illinois Gold Coast Exotic Imports, finito nel mirino della casa automobilistica italiana per una serie di presunte irregolarità che rischiano di lasciare un segno profondo nel settore.
Auto in mano sbagliate
Secondo quanto emerso dagli atti giudiziari, sarebbero almeno 32 le supercar finite nelle mani sbagliate: invece di essere consegnate a clienti privati selezionati, come prevede il rigido contratto di distribuzione, le vetture sarebbero state cedute a rivenditori e intermediari. Questi ultimi, a loro volta, avrebbero praticato il cosiddetto flipper, ovvero l’acquisto e la successiva rivendita immediata delle auto a prezzi gonfiati, generando così una spirale speculativa che danneggia sia il marchio che i veri appassionati.
Ma le accuse non si fermano qui. La disputa tra Lamborghini e Gold Coast Exotic Imports si arricchisce di ulteriori dettagli inquietanti: in ballo ci sarebbero ben 4 milioni di dollari di bonus contestati e presunte mazzette che il concessionario avrebbe richiesto a clienti selezionati. Questi pagamenti extra-contrattuali, secondo la documentazione legale depositata, sarebbero stati la chiave per accedere ai modelli più rari ed esclusivi del marchio di Sant’Agata Bolognese, trasformando la vendita di una supercar in una vera e propria asta riservata ai migliori offerenti.
Le accuse
La gravità delle contestazioni emerge con forza dalle indagini riportate dal Chicago Sun Times. Alcune delle vetture coinvolte sarebbero finite addirittura nelle mani di soggetti con precedenti penali, tra cui un individuo già implicato in casi di riciclaggio collegati alla vendita di auto di lusso a trafficanti di droga e sfruttatori della prostituzione. Un elemento che getta un’ombra pesante sulla capacità di controllo e verifica dei concessionari e solleva interrogativi sulla sicurezza dell’intera filiera distributiva.
Non meno rilevanti sono le tensioni di natura economica che animano il confronto legale. Gold Coast Exotic Imports respinge con decisione ogni accusa, sottolineando come sia stata proprio Lamborghini a non rispettare gli impegni finanziari assunti, tra cui i rimborsi per le attività di marketing e i contributi promessi per i miglioramenti dello showroom. Il dealer americano, guidato dall’81enne Joseph Perillo Sr., sostiene inoltre che la casa madre stia tentando di estrometterlo dalla guida dell’azienda, aggiungendo così un ulteriore elemento di conflitto a una vicenda già complessa.
Sul fronte giudiziario, la situazione resta in bilico. La giudice federale Rebecca Pallmeyer ha infatti riferito che le parti sono attualmente impegnate in una trattativa per trovare una soluzione extragiudiziale. L’obiettivo sarebbe quello di risolvere sia le dispute economiche sia le questioni ancora aperte davanti all’Illinois Motor Vehicle Review Board, l’organo che supervisiona la correttezza delle pratiche commerciali nel settore automobilistico dello Stato.
Una vicenda spinosa
L’intera vicenda evidenzia una tendenza ormai diffusa nel mondo delle auto di lusso: il crescente interesse degli speculatori, attratti dalla possibilità di rapidi guadagni attraverso il flipper e pratiche al limite della legalità. Per i produttori, diventa sempre più difficile garantire che i propri modelli esclusivi finiscano realmente nelle mani di veri appassionati e non di operatori interessati solo al profitto immediato.
Il caso di Gold Coast Exotic Imports rappresenta quindi un campanello d’allarme per tutto il settore, chiamato a rafforzare i controlli e a ridefinire le strategie di distribuzione per tutelare il valore e l’immagine di marchi come Lamborghini. Solo così sarà possibile arginare fenomeni come il flipper, le mazzette e le distorsioni generate da incentivi e bonus mal gestiti, riportando trasparenza e correttezza al centro del mercato delle supercar.
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