Jeremy Clarkson critica la nuova BMW M5: troppa tecnologia e peso eccessivo
Jeremy Clarkson critica la nuova BMW M5 plug-in hybrid: eccessivo peso, troppa tecnologia e meno piacere di guida rispetto alle versioni precedenti.
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Nel mondo delle berline sportive, pochi nomi evocano emozioni e aspettative come la BMW M5. Eppure, l’ultima generazione della leggendaria berlina bavarese sembra aver lasciato l’amaro in bocca persino a chi, come Jeremy Clarkson, ne ha fatto un simbolo di eccellenza automobilistica. Il celebre giornalista britannico, ex volto iconico di Top Gear e profondo conoscitore del panorama motoristico mondiale, non ha risparmiato parole forti dopo aver provato su strada la nuova versione plug in hybrid della M5.
“Qualcosa che pesa più di un brontosauro non sarà mai divertente da guidare”. Questa la sentenza secca di Clarkson, che da sempre nutre una passione autentica per le berline sportive tedesche e che, nel corso della sua carriera, ha avuto modo di guidare tutte le più iconiche declinazioni della gamma M. Eppure, di fronte all’ultima nata, la sua delusione è palpabile: secondo lui, la nuova M5 avrebbe tradito il proprio DNA, perdendo il legame con quella tradizione che l’aveva resa un punto di riferimento per chi cerca il vero piacere di guida.
Per Clarkson, il fascino della M5 risiedeva nella capacità di unire prestazioni entusiasmanti e versatilità, come dimostrato dalla prima versione dotata del sei cilindri in linea da 286 cavalli, che secondo il giornalista riusciva a trasformare una normale Serie 5 in una vera sportiva, grazie all’ingegno dei motori bavaresi. Anche la E60 del 2005, celebre per il suo V10 aspirato, occupa un posto speciale nel cuore di Clarkson, che ne ricorda con nostalgia la purezza e l’assenza di compromessi.
L’arrivo della tecnologia plug in hybrid rappresenta però, per il giornalista, un vero e proprio spartiacque. Se da un lato la potenza complessiva della nuova M5 è impressionante – ben 720 cavalli –, dall’altro l’incremento di peso risulta essere il tallone d’Achille della vettura. Rispetto al modello precedente, la nuova generazione pesa circa 600 kg in più, arrivando a sfiorare le 2,5 tonnellate: un dato che, secondo Clarkson, compromette irrimediabilmente l’agilità e la reattività su strada, rendendo la guida simile a quella di un “rinoceronte incapace di affrontare le curve con agilità”.
Non meno pungente è la critica rivolta alla tecnologia di bordo, descritta come un’autentica “assurdità elettronica”. L’abbondanza di optional e impostazioni personalizzabili, unite a dettagli come la regolazione delle bocchette dell’aria tramite pulsanti digitali, vengono interpretate da Clarkson come un tentativo di nascondere le reali criticità della vettura. Persino il software di gestione delle funzioni è stato bersaglio delle sue invettive, tanto da spingerlo ad affermare di averlo “odiato” durante l’esperienza di guida.
Paradossalmente, nonostante la potenza superiore sulla carta, il rapporto peso/potenza della nuova M5 risulta meno favorevole rispetto alla precedente versione non ibrida da 591 cavalli. Questo si traduce, secondo il giornalista, in una vettura meno reattiva e meno coinvolgente, capace di regalare meno emozioni a chi siede al volante. Persino il design, elemento su cui BMW ha spesso puntato per distinguersi, non è riuscito a convincere Clarkson, che ha definito l’estetica della nuova berlina poco interessante e priva di veri punti di forza.
La conclusione di Clarkson è impietosa e non lascia spazio a dubbi: “Se ti interessa poterla collegare alla presa per ricaricarla, compra una Hyundai”. Un’affermazione che suona come una bocciatura senza appello e che mette in discussione la scelta della casa bavarese di elettrificare un modello storicamente votato alla sportività pura. La direzione intrapresa da BMW con questa nuova M5 solleva così interrogativi importanti sul futuro delle berline ad alte prestazioni e sulla capacità delle nuove tecnologie di coniugarsi con il vero piacere di guida che da sempre ha rappresentato il cuore pulsante della tradizione M.
Il giudizio di Jeremy Clarkson suona dunque come un campanello d’allarme per tutti gli appassionati: la corsa verso l’elettrificazione, se non accompagnata da un’attenta gestione di peso e dinamica, rischia di snaturare l’essenza stessa di modelli leggendari come la BMW M5. Resta da vedere se il mercato premierà questa nuova filosofia o se, al contrario, il richiamo della tradizione saprà farsi sentire ancora una volta, spingendo i costruttori a non dimenticare ciò che rende davvero unica una berlina sportiva.
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