Auto rosse e multe: mito o realtà? Cosa dice davvero la legge (e le statistiche)
Guidare un’auto rossa attira più multe? Ecco cosa dicono statistiche, assicurazioni e studi sugli incidenti. Mito o realtà? Scopri la verità.
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Nell’immaginario collettivo automobilistico circola da anni una domanda tanto curiosa quanto diffusa: le auto rosse sono davvero più soggette a multe? La leggenda vuole che le vetture dal colore più acceso siano nel mirino delle forze dell’ordine, considerate simbolo di velocità e audacia. Ma quanto c’è di vero in questa convinzione che, ancora oggi, condiziona le scelte di molti automobilisti al momento dell’acquisto?
Per comprendere la genesi di questa credenza, occorre soffermarsi su alcuni elementi culturali e psicologici. Il rosso, per sua natura, richiama emozioni forti: è associato alla passione, alla sportività e alla voglia di distinguersi. Non è un caso che molte supercar e vetture iconiche siano state lanciate proprio in questa tonalità, che spicca nel traffico e attira inevitabilmente l’attenzione. Questa visibilità accentuata alimenta il mito secondo cui gli agenti di polizia sarebbero più inclini a fermare e controllare chi guida un’auto così appariscente.
Eppure, se si analizzano i dati oggettivi, la realtà appare molto diversa. Le statistiche ufficiali sulle sanzioni stradali non rilevano alcuna correlazione tra il colore della carrozzeria e la frequenza delle contravvenzioni. Gli organi di controllo, infatti, si basano su criteri ben più solidi e misurabili: ciò che conta davvero è il comportamento alla guida, la presenza di modifiche non omologate o eventuali infrazioni evidenti. Il colore della vettura, per quanto possa renderla più visibile, non rientra tra i parametri presi in considerazione durante i controlli di routine.
A confermare questa tesi intervengono anche le compagnie assicurative. Se davvero le auto rosse rappresentassero un rischio maggiore di sanzioni o sinistri, le società di assicurazione avrebbero già adeguato i propri algoritmi, applicando premi più elevati o penalizzazioni specifiche. In realtà, nessuna compagnia tiene conto della tinta del veicolo nel calcolo del premio assicurativo. Gli elementi determinanti rimangono invariati: età e esperienza del conducente, zona di residenza, storico degli incidenti e classe di merito. Il colore, quindi, non incide in alcun modo sulle tariffe o sulle condizioni contrattuali.
La persistenza di questa leggenda metropolitana trova radici profonde anche nell’influenza esercitata da cinema e televisione. Le pellicole d’azione e le serie poliziesche hanno spesso rafforzato il legame tra auto rosse e inseguimenti spettacolari, contribuendo a diffondere l’idea che chi sceglie questa tonalità sia portato a guidare in modo più sportivo o trasgressivo. Un effetto psicologico che, in alcuni casi, può persino influenzare lo stile di guida reale degli automobilisti, ma che non trova riscontro nei dati oggettivi relativi alle multe.
Molto più rilevante, invece, è la questione della sicurezza su strada. Alcuni studi recenti hanno evidenziato come il colore della carrozzeria possa incidere sulla probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali. Tonalità come il bianco o il giallo risultano maggiormente visibili in condizioni di scarsa luminosità o maltempo, riducendo così il rischio di collisioni. Il rosso, da questo punto di vista, si posiziona a metà strada: non è tra i colori più sicuri, ma nemmeno tra quelli più pericolosi. Tuttavia, questa variabile riguarda esclusivamente la visibilità e la sicurezza passiva, non la propensione a ricevere sanzioni amministrative.
In definitiva, la scelta di una auto rossa non comporta alcun rischio aggiuntivo in termini di multe o costi assicurativi. Gli automobilisti possono lasciarsi guidare dal gusto personale e dalla voglia di distinguersi, senza temere di essere penalizzati dalle autorità o dalle compagnie assicurative. Ciò che davvero conta è il rispetto delle regole del codice della strada e una guida responsabile, indipendentemente dall’estetica del veicolo. Le statistiche e le analisi di settore parlano chiaro: il colore non fa la differenza quando si tratta di legalità e sicurezza. Il vero discrimine resta sempre e solo il comportamento del conducente, mentre le leggende metropolitane, per quanto affascinanti, dovrebbero restare confinate nel mondo dei miti automobilistici.
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