Iveco passa agli indiani, svolta storica: la sede resta in Italia

Tata Motors acquisisce Iveco per 3,8 miliardi: stabilimenti salvi, sede a Torino, Exor incassa 1,5 miliardi. Nuovo polo difesa con Leonardo

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 31 lug 2025
Iveco passa agli indiani, svolta storica: la sede resta in Italia

Un colosso italiano cambia pelle e proprietà, segnando una svolta storica per l’intero settore automotive nazionale. In una maxi-operazione da record, la Iveco, simbolo della produzione di veicoli commerciali e orgoglio della manifattura italiana, si prepara a passare sotto il controllo di una delle realtà più dinamiche dell’Asia: Tata Motors. L’accordo, che ridisegna gli equilibri della industria automobilistica europea e mondiale, prevede un investimento complessivo di 5,5 miliardi di euro e sancisce l’uscita definitiva di Iveco dalla Borsa di Milano.

L’operazione, che verrà perfezionata attraverso una società olandese controllata da Tata, non si limita a una semplice acquisizione di quote: la multinazionale indiana rileverà il 100% del gruppo, compiendo un passo decisivo verso la leadership globale nel comparto dei mezzi pesanti e della logistica. In parallelo, la divisione difesa di Iveco sarà ceduta a Leonardo per 1,7 miliardi di euro, dando vita a un nuovo polo nazionale specializzato nella difesa terrestre, in linea con le strategie di rafforzamento delle filiere industriali strategiche italiane.

Il cambio di bandiera

Nonostante il cambio di bandiera, Tata Motors ha assunto un impegno chiaro nei confronti dell’Italia: la sede centrale di Iveco resterà a Torino e saranno preservati sia gli stabilimenti produttivi che i livelli di occupazione sul territorio nazionale. Un punto cruciale, questo, che ha già acceso il dibattito tra istituzioni, lavoratori e stakeholder, alla luce delle ricadute occupazionali e industriali di una delle più rilevanti operazioni di M&A degli ultimi anni.

L’impatto della fusione tra Tata e Iveco sarà dirompente anche sul piano dei numeri: la nuova entità potrà contare su oltre 540.000 veicoli venduti ogni anno e un fatturato stimato attorno ai 22 miliardi di euro. Una presenza capillare che si distribuirà tra Europa (50%), India (35%) e Americhe (15%), garantendo una base solida per espandersi ulteriormente nei mercati emergenti di Asia e Africa. Questa strategia internazionale permetterà di rafforzare la posizione competitiva globale e di affrontare con maggiore resilienza le sfide della transizione energetica e della crescente pressione normativa sui veicoli commerciali in Europa.

Acquisizione onerosa

Per Exor, la holding della famiglia Agnelli che deteneva poco più del 27% di Iveco, l’operazione rappresenta una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro. Una mossa che, da un lato, viene salutata con favore dal governo italiano – che ha definito l’accordo un’opportunità di crescita e un tassello fondamentale nell’alleanza strategica con l’India – ma che dall’altro incontra le forti perplessità dei sindacati. Questi ultimi hanno criticato l’assenza di un vero confronto preventivo e chiedono garanzie concrete per il futuro dei lavoratori, temendo possibili ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla tenuta della filiera nazionale.

Il contesto in cui si inserisce questa acquisizione è tutt’altro che semplice: Iveco ha infatti recentemente rivisto al ribasso le proprie previsioni finanziarie, dopo un secondo trimestre 2025 segnato da cali di ricavi e utili. L’ingresso di Tata Motors potrebbe rappresentare la svolta attesa per consolidare la solidità finanziaria del gruppo e affrontare con maggiori risorse le sfide poste dalla decarbonizzazione e dalla digitalizzazione dei trasporti.

Fronte finanziario

Nel frattempo, l’attenzione resta alta sia sul fronte finanziario che su quello industriale. Nei prossimi giorni è attesa una conference call con gli analisti per illustrare i dettagli dell’operazione e i piani di sviluppo futuri. Parallelamente, proseguono i tavoli di confronto tra azienda, istituzioni e rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di definire un percorso di transizione che possa garantire stabilità e continuità produttiva.

La partita che si sta giocando attorno a Iveco non riguarda solo il destino di un’azienda, ma il futuro stesso dell’industria automobilistica italiana. Il passaggio di mano a Tata Motors, l’ingresso di Leonardo nella difesa terrestre e il ruolo strategico di Exor rappresentano tasselli fondamentali di un mosaico in evoluzione, in cui la sfida sarà coniugare innovazione, competitività globale e tutela del patrimonio industriale e occupazionale del Paese.

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