Gli stracciano la patente dopo 60 giorni dal rilascio: andava a 225 km/h

Un diciottenne sorpreso a 225 km/h in Francia: sequestro della BMW e sospensione patente. In Italia il Codice della Strada impone limiti più bassi e tolleranza zero per neopatentati

Gli stracciano la patente dopo 60 giorni dal rilascio: andava a 225 km/h
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Giorgio Colari
Pubblicato il 1 nov 2025

Un episodio che riaccende i riflettori sulla sicurezza stradale e sulla responsabilità alla guida ha avuto luogo nei pressi di Saint-Hilaire-Bonneval, in Francia. Un giovane di soli diciotto anni, alla guida di una BMW Serie 3, è stato fermato dalla polizia dopo essere stato sorpreso a viaggiare a una velocità impressionante di 225 km/h su un tratto autostradale dove il limite di velocità era fissato a 130 km/h. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha portato al sequestro auto e alla sospensione patente per il neopatentato, sottolineando la gravità delle conseguenze in caso di infrazioni così eclatanti.

L’accaduto non solo ha avuto ripercussioni immediate per il giovane conducente, ma ha anche rilanciato il dibattito pubblico sull’efficacia delle misure adottate nei confronti dei neopatentati e sulla necessità di promuovere comportamenti più responsabili sulle strade. In Francia, come in molti altri Paesi europei, la tolleranza verso chi trasgredisce i limiti di velocità è pressoché nulla, soprattutto quando si tratta di automobilisti con poca esperienza.

Auto sequestrata

La normativa francese prevede sanzioni severe per chi si rende protagonista di eccessi di velocità così marcati, in particolare se il trasgressore è un giovane che ha conseguito la patente da poco tempo. Il sequestro auto e la sospensione patente rappresentano misure immediate, pensate per scoraggiare atteggiamenti pericolosi e prevenire il rischio di incidenti. Questi provvedimenti, però, non sono una prerogativa esclusiva della Francia: anche in Italia il Codice della Strada dedica particolare attenzione ai neopatentati, prevedendo regole stringenti e sanzioni più dure rispetto a quelle applicate ai conducenti esperti.

Nel nostro Paese, chi ha conseguito la patente da meno di tre anni deve rispettare limiti di velocità più bassi rispetto al resto degli automobilisti: 100 km/h sulle autostrade e 90 km/h sulle principali strade extraurbane. Inoltre, per i neopatentati vige il divieto assoluto di assumere alcolici prima di mettersi alla guida, un ulteriore strumento per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada.

Le sanzioni per i più giovani

Le sanzioni per i giovani conducenti sono studiate per essere particolarmente dissuasive. Un esempio concreto: un eccesso di velocità compreso tra 10 e 40 km/h oltre il limite può comportare una multa da 161 a 639 euro. Ma ciò che colpisce di più è la decurtazione dei punti dalla patente: per i neopatentati la perdita può arrivare fino a 6 punti, mentre per i conducenti con maggiore esperienza si ferma a 3 punti. Questo sistema di penalità più rigide nasce dall’esigenza di ridurre il tasso di incidentalità che coinvolge soprattutto i giovani, spesso vittime della propria inesperienza e della tendenza a sottovalutare i rischi.

Le statistiche confermano che l’inesperienza, associata a velocità eccessive e talvolta all’assunzione di sostanze, costituisce un mix estremamente pericoloso. Da qui la necessità di interventi decisi, come il sequestro auto e la sospensione patente, che svolgono una doppia funzione: punire chi si rende protagonista di comportamenti pericolosi e, al tempo stesso, fungere da deterrente per chi potrebbe essere tentato di imitarli.

Accanto alle sanzioni, molte organizzazioni e istituzioni promuovono iniziative educative e corsi di guida sicura rivolti in particolare ai neopatentati. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani automobilisti sui rischi connessi a una guida irresponsabile e di fornire loro strumenti concreti per affrontare le insidie della strada.

L’approccio punitivo non è sufficiente

Tuttavia, diversi esperti del settore ritengono che l’approccio puramente punitivo non sia sufficiente. Secondo questa visione, sarebbe necessario integrare le sanzioni con controlli regolari, infrastrutture pensate per limitare la velocità, dispositivi tecnologici come i limitatori elettronici e, soprattutto, programmi formativi obbligatori durante il periodo di neopatentati. Solo così si potrebbe realmente incidere sui comportamenti alla guida e ridurre il numero di incidenti.

Il confronto tra il modello francese e quello italiano mette in luce obiettivi comuni nella tutela della sicurezza stradale, anche se le modalità operative possono variare. L’episodio avvenuto a Saint-Hilaire-Bonneval resta un monito per tutti: rispettare il limite di velocità non è soltanto un obbligo imposto dal Codice della Strada, ma rappresenta una responsabilità civile nei confronti di tutta la collettività.

È fondamentale che ogni conducente, soprattutto chi si trova nelle prime fasi della propria esperienza al volante, adotti un atteggiamento prudente e consapevole. Solo così sarà possibile ridurre i rischi di incidenti, evitare pesanti sanzioni e contribuire attivamente a una mobilità più sicura per tutti.

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