Gli autovelox con l'AI sono inarrestabili: 31mila multe in 1 mese

Il nuovo sistema di telecamere AI in Australia ha identificato 31.855 infrazioni nel primo mese, tra uso del cellulare, cinture non allacciate e velocità, scatenando dibattito su privacy ed efficacia

Gli autovelox con l'AI sono inarrestabili: 31mila multe in 1 mese
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Giorgio Colari
Pubblicato il 17 dic 2025

Le strade australiane stanno vivendo una rivoluzione tecnologica che sta facendo molto discutere: l’introduzione delle telecamere AI nei controlli stradali ha già portato a risultati sorprendenti e a un acceso dibattito tra sostenitori della sicurezza stradale e difensori della privacy. Nel solo primo mese di operatività ufficiale, queste telecamere hanno registrato 31.855 violazioni, con oltre 13 milioni di dollari australiani in multe. I dati raccolti parlano chiaro: 12.288 infrazioni per uso cellulare alla guida, 10.285 per mancato allacciamento delle cinture di sicurezza e 9.282 casi di eccesso di velocità. Numeri che, oltre a sottolineare la portata del fenomeno, accendono i riflettori su come la tecnologia stia cambiando il modo di affrontare il problema della distrazione alla guida.

Una fase sperimentale di successo

Prima dell’entrata in vigore effettiva del sistema, il progetto aveva attraversato una lunga fase sperimentale durata otto mesi. Durante questo periodo, pur senza emettere sanzioni, le telecamere AI avevano già individuato oltre 380.000 potenziali infrazioni e inviato 65.000 lettere di avvertimento agli automobilisti. Questo passaggio preliminare è stato fondamentale per affinare i protocolli e perfezionare l’efficacia degli algoritmi, oltre che per informare e preparare il pubblico all’arrivo delle nuove tecnologie di controllo.

Le apparecchiature, installate sia su rimorchi mobili sia in postazioni permanenti, sono in grado di rilevare automaticamente una vasta gamma di comportamenti pericolosi: non solo l’uso cellulare o il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, ma anche la distrazione alla guida causata da azioni come mangiare, truccarsi o altre attività che distolgono l’attenzione dal volante. Questo approccio integrato consente di monitorare in modo capillare sia i punti critici della viabilità che i tratti stradali più estesi, grazie a una distribuzione strategica delle unità mobili e fisse ottimizzata sulla base dei dati raccolti durante la sperimentazione.

La valutazione automatica è efficace

Un aspetto cruciale del protocollo di controllo riguarda la verifica umana delle infrazioni rilevate. Ogni segnalazione generata dall’algoritmo di riconoscimento delle immagini viene sottoposta a un doppio controllo: prima la valutazione automatica da parte delle telecamere AI, poi la revisione indipendente da parte di operatori umani. Questo sistema a due livelli è stato implementato proprio per limitare gli errori e ridurre al minimo le contestazioni infondate, assicurando una maggiore trasparenza e affidabilità del processo sanzionatorio. Secondo le autorità, la metodologia si è affinata proprio grazie alle lezioni apprese durante la lunga fase di test, che ha permesso di migliorare l’accuratezza delle rilevazioni e la gestione dei casi più complessi.

Sul fronte della sicurezza stradale, le statistiche evidenziano una situazione preoccupante: recenti ricerche indicano che fino al 90% dei conducenti ammette di guidare distratto, mentre il 30% dichiara che non cambierà le proprie abitudini finché non sarà coinvolto in un incidente. Le autorità considerano quindi la tecnologia uno strumento essenziale per spezzare questo ciclo, aumentando il rispetto delle regole e contribuendo a ridurre il numero di incidenti e vittime sulle strade.

Molti accettano multe come deterrente

Tuttavia, l’adozione delle telecamere AI non è priva di critiche. Le associazioni per la tutela della privacy e diversi esperti di tecnologia hanno sollevato dubbi e perplessità su tre fronti principali: la necessità di politiche trasparenti in merito alla conservazione, all’accesso e all’utilizzo delle immagini raccolte; la richiesta di garanzie sulla leggibilità e sull’imparzialità degli algoritmi utilizzati; la mancanza di report indipendenti sull’accuratezza delle rilevazioni e sul numero di ricorsi accolti. Questi temi, secondo i critici, rappresentano punti deboli che rischiano di minare la fiducia pubblica nel sistema e di sollevare questioni etiche e legali di non poco conto.

Anche la percezione degli automobilisti rimane polarizzata. Da un lato, molti accettano le multe come un deterrente necessario e inevitabile per garantire il rispetto delle norme e tutelare la collettività. Dall’altro, non mancano le voci di chi sostiene che sarebbe più efficace e meno invasivo investire in programmi di educazione stradale e campagne di sensibilizzazione, piuttosto che affidarsi esclusivamente alla sorveglianza tecnologica. Questa divisione di opinioni riflette una tensione più ampia tra l’esigenza di sicurezza stradale e la tutela delle libertà individuali, una questione destinata a restare al centro del dibattito pubblico anche nei prossimi mesi.

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