Germania, allarme per l’industria automobilistica: 100 mila posti a rischio entro il 2030

Crisi dell'industria automobilistica in Germania: 100 mila posti a rischio entro il 2030, produzione in calo e transizione all'elettrico.

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 10 set 2025
Germania, allarme per l’industria automobilistica: 100 mila posti a rischio entro il 2030

L’industria automobilistica tedesca sta attraversando una delle sue fasi più delicate e complesse, con scenari che prefigurano una vera e propria crisi occupazionale e produttiva. Secondo le ultime analisi, sono ben 100.000 i posti di lavoro che rischiano di scomparire entro il 2030, di cui almeno 18.000 già nei prossimi mesi. Questo processo di trasformazione non riguarda solo i grandi costruttori, ma si estende lungo tutta la filiera, mettendo a repentaglio uno dei pilastri economici e sociali della Germania.

Negli ultimi dieci anni, la produzione automobilistica in Germania ha subito una drastica riduzione: il calo è stato del 27%, portando la produzione a quota 4,1 milioni di veicoli nel 2024. Questo crollo non solo intacca la forza dei brand storici come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz, ma coinvolge anche migliaia di aziende fornitrici e l’indotto che ruota attorno al settore.

Il principale motore di questa trasformazione è rappresentato dalla transizione verso la mobilità elettrica. L’avvento dei veicoli a batteria sta cambiando radicalmente la domanda di competenze e di forza lavoro. I processi produttivi delle auto elettriche, infatti, richiedono una quantità significativamente inferiore di manodopera rispetto ai modelli con motore termico, soprattutto nella fase di assemblaggio dei propulsori. Allo stesso tempo, però, cresce la richiesta di professionalità digitali ed elettroniche, spesso non presenti nell’attuale forza lavoro tedesca.

Particolarmente esposte risultano le aziende della componentistica che, storicamente, hanno basato il proprio business sulla produzione di parti per motori a combustione interna. Queste realtà si trovano oggi davanti alla sfida della riconversione industriale, un processo complesso che richiede investimenti, know-how e un adeguato supporto istituzionale. In assenza di strategie mirate, il rischio è quello di perdere un patrimonio di competenze specialistiche e di professionalità che hanno fatto la storia dell’automotive tedesco.

Non sorprende, quindi, che sindacati e associazioni industriali abbiano lanciato un appello urgente al governo federale. Chiedono misure immediate per sostenere la riqualificazione dei lavoratori e incentivi per favorire la riconversione industriale delle aziende. Parallelamente, sollecitano politiche che favoriscano l’innovazione tecnologica e la competitività, elementi indispensabili per fronteggiare la crescente pressione dei produttori asiatici, con particolare attenzione alla concorrenza cinese.

I principali player tedeschi stanno accelerando i loro piani di elettrificazione. Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz sono impegnate in investimenti massicci nella auto elettrica, ma segnalano difficoltà crescenti legate agli elevati costi di produzione e all’incertezza della domanda. La competizione internazionale si fa sempre più serrata, con la necessità di destinare risorse importanti alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, in un contesto in cui la volatilità del mercato rappresenta un ulteriore fattore di rischio.

Gli esperti avvertono che la crisi in atto potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini nazionali. La Germania rappresenta infatti il cuore pulsante dell’industria automobilistica europea: ogni contraccolpo occupazionale o produttivo rischia di propagarsi lungo tutta la filiera continentale, indebolendo fornitori, subfornitori e settori collegati come la logistica, l’acciaio e la chimica. Il rischio concreto è quello di una perdita di competitività dell’intero ecosistema industriale europeo, con effetti a catena difficili da quantificare nel medio e lungo termine.

Il futuro del settore si giocherà sulla capacità di adattarsi ai rapidi cambiamenti imposti dal mercato globale. Senza una strategia condivisa tra imprese, istituzioni e sistema formativo, la prospettiva di una perdita di 100.000 posti di lavoro potrebbe concretizzarsi in tempi molto brevi, minando la tenuta sociale ed economica non solo della Germania, ma dell’intera Europa. È dunque fondamentale investire nella formazione di nuove competenze, favorire la transizione verso modelli produttivi sostenibili e promuovere l’innovazione per garantire un futuro solido all’automotive tedesco ed europeo.

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