Fabbrica Blu devastata: il bilancio del rave di Halloween mette a rischio la memoria Bugatti
La storica Fabbrica Blu di Campogalliano, sede della Bugatti, ha subito gravi danni dopo il famoso rave di alcuni giorni fa: continua la mobilitazione gli appassionati
            
Una notte di Halloween destinata a restare impressa nella memoria degli appassionati d’auto e degli storici dell’industria: l’iconica Fabbrica Blu di Campogalliano, culla della leggendaria Bugatti EB110, è stata teatro di un evento drammatico che rischia di lasciare cicatrici indelebili sul patrimonio automobilistico italiano. Un rave party non autorizzato ha radunato oltre cinquemila persone all’interno dell’ex stabilimento Bugatti, provocando una devastazione senza precedenti in quello che è unanimemente riconosciuto come un simbolo dell’eccellenza motoristica nazionale.
Il bilancio dell’irruzione è allarmante: muri ricoperti di graffiti, vetri infranti, strutture gravemente danneggiate e un senso di abbandono che stride con la storia gloriosa del sito. L’edificio, progettato dall’architetto Giampaolo Benedini e inaugurato nel 1990, non è soltanto un esempio di architettura industriale d’avanguardia, ma rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale internazionale. Qui, infatti, nacque la supercar che avrebbe riscritto la storia dell’automobilismo italiano e mondiale, e nel 2019 il Gruppo Volkswagen aveva scelto la Fabbrica Blu per presentare la Bugatti Centodieci, omaggio ai cento anni del prestigioso marchio francese.
L’ondata di vandalismo ha colpito nel profondo chi ha dedicato la propria vita alla tutela di questo luogo. Ezio Pavesi, storico custode della Fabbrica Blu dal 1990 al 2022, non nasconde la propria amarezza: “È straziante vedere distrutto ciò che abbiamo protetto per decenni”, ha dichiarato dopo aver constatato i danni inflitti dalla folla. Il dolore di Pavesi è condiviso da una comunità sempre più vasta di appassionati e cittadini, che ora chiedono a gran voce un intervento concreto per salvare questo gioiello architettonico e culturale.
Proprio per rispondere a questa emergenza, l’Associazione Bugatti Automobili Campogalliano, nata nel 2021 per promuovere la memoria e la valorizzazione del sito, ha lanciato una petizione su change.org. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare le istituzioni sull’urgenza di proteggere la Fabbrica Blu e promuovere un progetto di recupero che possa restituire all’ex stabilimento un ruolo di primo piano nella narrazione dell’automobilismo italiano. Le richieste sono chiare e condivise: mettere subito in sicurezza la struttura, riconoscerne ufficialmente il valore storico-culturale e trasformare il sito in un museo o in un centro culturale dedicato all’eccellenza motoristica nazionale.
Sul fronte istituzionale, le forze dell’ordine hanno avviato indagini serrate per identificare i responsabili dell’invasione e valutare eventuali responsabilità penali. Nel frattempo, amministrazione comunale e provinciale sono chiamate a esprimersi sulle possibili misure di tutela, mentre la proprietà attuale ha annunciato verifiche per quantificare i danni e implementare sistemi di sorveglianza più efficaci. Il dibattito pubblico si fa sempre più acceso, coinvolgendo non solo gli appassionati di auto, ma anche storici, architetti e operatori culturali che riconoscono nella Fabbrica Blu un simbolo identitario da difendere.
Gli esperti di conservazione del patrimonio industriale sottolineano la necessità di agire con rapidità e competenza: occorre catalogare i danni, mettere in sicurezza l’edificio e avviare un piano di recupero che sappia coniugare la preservazione storica con la sostenibilità economica. In questo senso, la trasformazione della Fabbrica Blu in uno spazio museale potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità per inserirsi nel circuito della Motor Valley Fest emiliana, creando sinergie con le altre eccellenze automobilistiche del territorio e rafforzando l’attrattività turistica e culturale della zona.
La mobilitazione civile sta crescendo giorno dopo giorno: la petizione ha raccolto migliaia di firme, non solo da parte di appassionati d’auto, ma anche da studiosi e cittadini comuni che vedono nella Fabbrica Blu un patrimonio da salvaguardare a tutti i costi. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro di questo luogo iconico, che rischia di scomparire sotto il peso dell’incuria e dell’abbandono, ma che potrebbe anche rinascere come simbolo di una nuova stagione di tutela e valorizzazione del patrimonio automobilistico italiano.