Elkann, proposta di rottamazione europea con supercrediti

John Elkann di Stellantis chiede un programma europeo di rottamazione, supercrediti per auto elettriche e regole favorevoli per le ibride plug in dopo il 2035

Elkann, proposta di rottamazione europea con supercrediti
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Giorgio Colari
Pubblicato il 18 nov 2025

Nel cuore della trasformazione dell’industria automobilistica europea si trova una questione cruciale: come accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile senza penalizzare la competitività e la varietà del mercato? Oggi sulle strade del Vecchio Continente circolano 252 milioni di veicoli, con un’età media di 12,3 anni. Questa longevità del parco auto, se da un lato testimonia la qualità dei prodotti, dall’altro rappresenta una sfida significativa nella riduzione delle emissioni di CO2 e nel raggiungimento dei target climatici fissati dall’Unione Europea.

Le proposte fanno discutere

In questo contesto, le proposte avanzate da John Elkann, presidente di Stellantis, stanno facendo discutere addetti ai lavori, istituzioni e ambientalisti. Il piano, articolato e ambizioso, mira a rinnovare la flotta circolante europea puntando su un sistema di rottamazione innovativo, incentivi fiscali e una maggiore flessibilità normativa per le tecnologie ibride ed elettriche. Ma quali sono i punti salienti di questa strategia e quali interrogativi solleva in merito agli effettivi benefici ambientali e industriali?

Al centro della proposta di Elkann c’è l’introduzione di un meccanismo di certificati di rottamazione che, a partire dal 2028, verrebbero gestiti direttamente dalle case automobilistiche. Questi certificati attesterebbero la demolizione di veicoli con più di dodici anni di vita, permettendo ai costruttori di contabilizzare la riduzione netta di CO2 ottenuta sostituendo i vecchi modelli con altri meno inquinanti. Un’operazione che punta non solo a svecchiare il parco circolante, ma anche a offrire vantaggi competitivi ai costruttori più virtuosi.

Sostegno alle plug-in

Un altro pilastro della strategia riguarda il sostegno alle auto elettriche. Elkann propone di introdurre supercrediti fiscali, in particolare per i veicoli dotati di batterie fino a 60 kWh, con l’obiettivo di abbassare il prezzo medio delle auto nuove. In un mercato dove il costo di accesso rappresenta ancora un ostacolo per molti consumatori, queste misure potrebbero rendere più accessibili le tecnologie a zero emissioni, accelerando la diffusione delle auto elettriche su larga scala.

La proposta non si limita però alle vetture full electric. Un punto particolarmente dibattuto riguarda il trattamento delle ibride plug in e dei modelli range extender (EREV). Elkann suggerisce una finestra normativa estesa oltre il 2035, chiedendo che queste soluzioni siano conteggiate più favorevolmente nel calcolo delle emissioni di omologazione, quasi equiparandole alle vetture completamente elettriche per quanto riguarda il raggiungimento dei target di CO2. Una richiesta che, se accolta, potrebbe cambiare significativamente le strategie di prodotto dei costruttori europei.

Non meno rilevante è la questione dei veicoli commerciali. Elkann propone di estendere il periodo di conformità alle medie di emissione da tre a cinque anni, con la possibilità di un ulteriore quinquennio di transizione. Una misura pensata per dare respiro a un segmento fondamentale per la logistica e l’economia europea, spesso trascurato nei dibattiti sulla mobilità sostenibile.

Non mancano le critiche

Tuttavia, non mancano le critiche. Le associazioni ambientaliste europee temono che un’eccessiva flessibilità per le ibride plug in possa rallentare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e rendere più complessa una transizione già di per sé impegnativa. Alcuni esperti del settore avvertono inoltre che i meccanismi di supercrediti rischiano di favorire i grandi gruppi industriali, come Stellantis, a discapito di startup e piccole realtà innovative, potenzialmente frenando l’adozione di soluzioni davvero rivoluzionarie.

Sul fronte delle iniziative europee, Elkann si è detto favorevole al progetto ECar della Commissione Europea, volto a promuovere la produzione di auto piccole e accessibili. Tuttavia, pone una condizione fondamentale: la necessità di requisiti trasparenti sul contenuto locale della filiera produttiva, per evitare che la produzione si sposti verso l’Asia e che la concorrenza cinese metta ulteriormente sotto pressione il comparto industriale europeo.

Per i decisori politici europei, la sfida è dunque quella di trovare un equilibrio tra obiettivi climatici stringenti, sostenibilità occupazionale e competitività globale. Le proposte di John Elkann e Stellantis rappresentano un contributo importante al dibattito, ma sollevano anche interrogativi cruciali sulla reale efficacia delle misure proposte e sulla capacità dell’Europa di guidare una transizione equa e sostenibile per tutti gli attori della filiera.

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