Si chiude l'era Trump-Musk, non senza polemiche

La cerimonia del 30 maggio 2025 ha segnato la fine ufficiale del mandato di Elon Musk come capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa, un ruolo che ha ricoperto per 130 giorni. Durante questo periodo, il magnate ha attuato una radicale spending review, tagliando drasticamente le spese pubbliche. “Questo non è la fine del Doge, ma piuttosto l’inizio,” ha dichiarato Musk durante l’evento di chiusura, che si è tenuto nello Studio Ovale alla presenza del presidente Donald Trump.

Un gesto simbolico

La celebrazione è stata caratterizzata da un gesto simbolico: Trump ha consegnato a Musk una chiave dorata, riconoscendolo come “il più grande uomo d’affari che il mondo abbia mai avuto”. Ha inoltre lodato il suo contributo nell’eliminare contratti federali costosi e non necessari, prevedendo risparmi fino a un trilione di dollari nei prossimi anni. Tuttavia, lo stile diretto e spesso controverso di Musk ha suscitato polemiche, ma Trump ha ribadito la sua piena fiducia nel suo operato.

Durante il suo discorso, Musk ha evidenziato le sfide affrontate nel comprendere e ottimizzare la complessa macchina della spesa federale del governo USA. “Molte volte non riusciamo a trovare nessuno che difenda alcune spese,” ha spiegato, sottolineando la necessità di una riforma strutturale del sistema burocratico.

Non mancano le critiche

Non sono mancate le critiche. Alcuni giornalisti hanno sollevato accuse contro Musk, tra cui presunti comportamenti inappropriati durante la campagna elettorale e l’uso eccessivo di sostanze stupefacenti. Musk ha respinto con forza queste insinuazioni, definendole infondate.

Nonostante la conclusione del suo mandato, Musk continuerà a collaborare con l’amministrazione Trump come consulente e amico personale del presidente. Trump ha inoltre lasciato intendere che il comitato consultivo del Doge potrebbe proseguire la sua attività oltre la scadenza inizialmente prevista per luglio 2026.

L’impatto di Musk sul governo federale rimane un argomento di dibattito. I suoi sostenitori ne elogiano l’efficienza, mentre i critici ne contestano i metodi. Tuttavia, è innegabile che la sua breve ma intensa esperienza alla Casa Bianca abbia lasciato un segno indelebile nella pubblica amministrazione americana.