BMW difende il cambio manuale, che sarà presente anche nel futuro

BMW deposita un brevetto per prevenire errori di cambiata e conferma il manuale su M2 M3 M4; la M2 CS 2025 sarà solo automatica con 530 CV

BMW difende il cambio manuale, che sarà presente anche nel futuro
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Giorgio Colari
Pubblicato il 30 dic 2025

In un panorama automobilistico sempre più orientato verso l’automazione e l’elettrificazione, la BMW si distingue per una scelta controcorrente: non abbandonare la tradizione, ma rafforzarla con soluzioni innovative. L’esperienza di guida con il cambio manuale – tanto amata dagli appassionati quanto minacciata dall’avanzata delle trasmissioni automatiche – trova così nuova linfa grazie a un recente brevetto depositato dalla Casa di Monaco. Un sistema intelligente, capace di proteggere motore e trasmissione dagli errori di cambiata, promette di prolungare la vita di questa tecnologia, mantenendo vivo il legame tra guidatore e vettura.

Novità stimolanti

Il cuore della proposta BMW risiede nell’integrazione di sensori avanzati e blocchi meccanici, progettati per salvaguardare i componenti più delicati del veicolo. Questo brevetto introduce una doppia barriera protettiva: da un lato, un monitoraggio costante dei parametri motore e della marcia selezionata; dall’altro, un intervento fisico che impedisce materialmente innesti potenzialmente dannosi. Ad esempio, viene bloccata una scalata accidentale durante una forte accelerazione o l’inserimento di una marcia troppo bassa quando il motore è a pieno regime. Il risultato è un’esperienza di guida che rimane autentica, ma al tempo stesso più sicura e affidabile.

Tuttavia, la strategia della Casa bavarese non è priva di contraddizioni. Se da un lato la M2 continuerà a essere disponibile con cambio manuale almeno fino al 2030, dall’altro la nuova M2 CS, attesa per il 2025, sarà proposta esclusivamente con trasmissione automatica a otto rapporti. Una scelta che, secondo le dichiarazioni ufficiali, risponde a una domanda di mercato insufficiente e a costi di produzione troppo elevati per mantenere linee separate di trasmissione. Le sorelle maggiori, M5 e M6, hanno già detto addio alla trasmissione manuale, confermando una tendenza che sembra inarrestabile nel segmento delle sportive di alta gamma.

Un bel compromesso

Il sistema brevettato dalla BMW rappresenta quindi un compromesso tra innovazione e tradizione. Da una parte, si cerca di tutelare il piacere della guida manuale, riducendo il rischio di danni costosi dovuti a errori umani. Dall’altra, si fa i conti con un mercato che spinge verso soluzioni sempre più automatizzate, anche in nome di efficienza e comfort. Non mancano, ovviamente, le resistenze: i puristi temono che queste protezioni attive possano standardizzare eccessivamente l’esperienza di guida, snaturando il rapporto diretto tra uomo e macchina. Gli ingegneri e i responsabili della sicurezza, invece, sottolineano i vantaggi in termini di affidabilità e riduzione dei costi di manutenzione.

Un ulteriore elemento di riflessione arriva dal reparto corse BMW M, che ha recentemente abbandonato il cambio a doppia frizione in favore di soluzioni automatiche con convertitore di coppia o di trasmissioni elettrificate. Queste scelte, motivate da esigenze di efficienza e praticità nell’uso quotidiano, evidenziano come anche le vetture più sportive debbano adattarsi a nuove logiche di mercato e a una clientela sempre più esigente in termini di comfort e facilità d’uso.

La vera sfida per BMW resta quella di trovare un equilibrio tra l’identità sportiva dei modelli M e le pressioni di mercato che impongono un crescente livello di automatizzazione. Il futuro del cambio manuale dipenderà da una serie di fattori: richieste commerciali, valutazioni economiche e scelte dei fornitori. In questo scenario, la convivenza tra tradizione e innovazione si preannuncia precaria e selettiva, con soluzioni tecnologiche come il nuovo brevetto che potrebbero rappresentare un ponte tra passato e futuro.

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