BMW aumenta i prezzi per il 2026: fino a 1.500 euro

BMW annuncia aumenti medi dell'1% per il 2026 negli USA: rincari da 400 a 1.500 dollari su modelli selezionati, mentre gli EV rimangono esclusi dai ritocchi

BMW aumenta i prezzi per il 2026: fino a 1.500 euro
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 22 dic 2025

Il nuovo anno porterà cambiamenti significativi per chi guarda al mercato automobilistico premium: BMW ha annunciato un adeguamento dei prezzi 2026 per il mercato statunitense, con incrementi che oscillano tra i 400 e i 1.500 dollari a seconda del modello. Una scelta che riflette sia la necessità di mantenere la redditività in un contesto competitivo, sia una strategia ben definita per la transizione energetica. A partire dal 1° gennaio, infatti, la casa bavarese applicherà una crescita media dell’1% sui listini, ma con una decisione che fa discutere: tutte le vetture a zero emissioni manterranno le quotazioni attuali, segnando una chiara distinzione tra modelli tradizionali ed elettrici.

Nel dettaglio, il comparto sportivo è quello che risente maggiormente dei rincari. Il modello X6 M Competition sarà quello con l’aumento più marcato, con circa 1.500 dollari in più rispetto al prezzo attuale. Non da meno la M5, sia nella versione berlina che in quella touring, che vedrà un incremento di circa 1.400 dollari. Questi dati evidenziano come la strategia di BMW punti a preservare i margini sui modelli di fascia alta, dove la domanda resta solida e la clientela è meno sensibile a variazioni di prezzo relativamente contenute.

Aumento più cauto

Al contrario, per i modelli d’accesso la politica degli aumenti è decisamente più cauta. Veicoli come la 2 Series Gran Coupé, la X1, la X2 e la X3 subiranno rincari limitati a circa 400 dollari. Questo approccio selettivo mira a non penalizzare i segmenti di ingresso, dove la concorrenza è più agguerrita e il prezzo rappresenta un fattore decisivo nelle scelte dei consumatori. L’attenzione verso questa fascia di mercato testimonia la volontà di BMW di continuare a intercettare nuovi clienti senza scoraggiarli con aumenti eccessivi.

Interessante la lista delle eccezioni: alcune vetture rimangono escluse da questa ondata di rincari. La 7 Series, in attesa di un importante aggiornamento, mantiene invariato il proprio listino. Stessa sorte per la Z4, la XM Label e la M2 CS, che per ora non vedranno modifiche nei prezzi. Ma la decisione più significativa riguarda il segmento delle EV (auto elettriche): qui, BMW ha scelto di lasciare i prezzi invariati, una mossa strategica per rafforzare la competitività in un mercato dove la battaglia si gioca sempre più sul terreno dell’innovazione e dell’accessibilità.

Le motivazioni ufficiali di questa manovra non sono state comunicate nel dettaglio dalla casa madre, ma gli osservatori del settore collegano gli aumenti all’incremento dei costi di produzione e logistica, agli investimenti tecnologici sempre più consistenti e alle recenti implicazioni tariffarie sulle importazioni negli Stati Uniti. In un contesto in cui i margini sui nuovi modelli si fanno sempre più sottili e la pressione per investire su elettrico e digitale è costante, piccoli aggiustamenti percentuali sui listini rappresentano una soluzione pragmatica per tutelare la redditività senza incidere eccessivamente sulla domanda.

Impatto limitato

Per i clienti, l’impatto resta comunque limitato: su veicoli di fascia alta, un aumento di 1.400-1.500 dollari incide marginalmente sul prezzo finale. Tuttavia, la tempistica degli aumenti potrebbe influenzare le scelte d’acquisto nei mesi a venire. I concessionari, infatti, potrebbero accelerare le immatricolazioni degli stock già disponibili per evitare che i clienti subiscano i rincari, oppure rivedere le politiche di sconti e incentivi per mantenere alta l’attrattiva delle offerte.

Questi aggiustamenti si inseriscono in un contesto di forte innovazione tecnologica per BMW. L’introduzione di schermi aggiuntivi nella nuova 7 Series e nel rinnovato X5 sottolinea l’importanza crescente dell’esperienza digitale nel segmento premium. Questi avanzamenti comportano inevitabilmente costi di sviluppo che si riflettono, almeno in parte, sul prezzo al consumo.

La scelta di escludere le EV dai rincari evidenzia una strategia commerciale ben precisa: mantenere prezzi stabili nel segmento elettrico favorisce la penetrazione sul mercato, contrasta la concorrenza e permette di sfruttare al meglio gli incentivi governativi ancora disponibili. Gli analisti sottolineano che, mentre la domanda di auto tradizionali resta elevata, la competizione sul prezzo nel settore delle elettriche è cruciale per la transizione energetica e per la conquista di nuove quote di mercato.

Ti potrebbe interessare: