Audi rimedia ai dazi degli USA, con un nuovo stabilimento americano
Audi valuta un nuovo stabilimento negli USA per SUV elettrici e affrontare i dazi doganali. Investimento da 4 miliardi di euro
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Entro la fine del 2025, Audi potrebbe compiere una scelta strategica di grande impatto: la costruzione di un nuovo stabilimento USA dal valore stimato di circa 4 miliardi di euro. Questo ambizioso progetto, che prevede la creazione di 3000-4000 posti di lavoro, rappresenta una risposta diretta ai rigidi dazi doganali introdotti dall’amministrazione Trump. La casa automobilistica tedesca intende costruire una fabbrica completamente nuova nel Sud degli Stati Uniti, una regione che offre vantaggi strategici grazie alla presenza di un’ampia rete di fornitori locali.
Il nuovo impianto sarà focalizzato principalmente sulla produzione di SUV elettrici di grande formato, come il modello Q8, destinati non solo al mercato statunitense, ma anche all’esportazione verso Europa e Cina. Questo progetto, oltre a rafforzare la presenza di Audi sul territorio nordamericano, potrebbe beneficiare di incentivi governativi significativi, vantaggi che sarebbero difficili da ottenere con un semplice ampliamento delle strutture esistenti del gruppo Volkswagen.
Strategia anti-dazi e posizionamento competitivo
Prima di procedere con l’investimento, i dirigenti Audi attendono la definizione di un accordo stabile tra Unione Europea e Stati Uniti in merito ai dazi doganali. La costruzione di un impianto ex novo rappresenterebbe un passo cruciale per ottenere crediti di esportazione, fondamentali per compensare le pesanti tariffe sui modelli importati dall’Europa. Attualmente, ad esempio, il SUV Q5 prodotto in Messico è soggetto a tariffe che arrivano fino al 52,5% del valore d’importazione, un fattore che compromette in modo significativo la competitività del modello sul mercato.
La scelta di costruire un nuovo stabilimento, piuttosto che espandere quello già esistente a Chattanooga, in Tennessee, sembra anche motivata da ragioni sindacali. L’impianto di Chattanooga è recentemente passato sotto la rappresentanza del sindacato United Auto Workers (UAW), una situazione che Audi preferirebbe evitare almeno nella fase iniziale del progetto, per garantire una maggiore flessibilità operativa. Questa decisione dimostra l’attenzione strategica del marchio tedesco nel bilanciare esigenze produttive e contesto sindacale.
Segue l’esempio di altri tedeschi
Seguendo l’esempio di concorrenti diretti come BMW e Mercedes, già presenti con strutture produttive negli Stati Uniti, Audi punta a consolidare la propria presenza industriale in uno dei mercati più strategici a livello globale. Dopo oltre vent’anni di riflessioni e valutazioni, il marchio di Ingolstadt sembra finalmente pronto a fare un passo decisivo verso un’espansione industriale significativa in Nord America.
La realizzazione di questo nuovo stabilimento USA rappresenta non solo una risposta concreta alle sfide poste dai dazi doganali, ma anche un’opportunità per rafforzare la competitività del brand nel settore dei SUV elettrici. Con questa mossa, Audi dimostra di voler investire nel futuro della mobilità sostenibile e di consolidare il proprio ruolo di leader nell’innovazione tecnologica e produttiva.