ANFIA: piano d'azione e priorità della filiera per dialogo UE
L’automotive italiano presenta le sue priorità per il Dialogo Strategico UE: focus su innovazione, neutralità tecnologica e tutela della competitività.
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Il settore automotive italiana si trova oggi a un bivio cruciale, chiamato a ridefinire la propria strategia per affrontare le sfide della transizione ecologica e della crescente concorrenza globale. In vista del prossimo dialogo strategico UE previsto per il 12 settembre, l’Associazione Italiana dell’Industria Automobilistica ha presentato un articolato piano d’azione, volto a garantire un futuro solido e competitivo per l’intero comparto europeo. Il messaggio chiave che emerge è la necessità di coniugare ambizione ambientale e salvaguardia della competitività industriale, senza vincolarsi a un’unica soluzione tecnologica.
Nel documento ufficiale, l’associazione sottolinea l’urgenza di un riallineamento delle normative europee rispetto alle reali dinamiche del mercato. L’attuale approccio normativo, secondo la filiera automotive italiana, rischia infatti di mettere a repentaglio la competitività dell’industria continentale, favorendo scenari che potrebbero penalizzare l’innovazione e la produzione interna. Da qui la richiesta di tornare a una piena neutralità tecnologica, valorizzando tutte le possibili soluzioni per la decarbonizzazione del settore.
Uno dei pilastri della proposta riguarda la revisione della normativa sulle emissioni CO2 dei veicoli leggeri. L’associazione chiede di ampliare le opzioni a disposizione delle case automobilistiche, includendo tra le soluzioni riconosciute anche i carburanti rinnovabili, come biocarburanti e carburanti sintetici. Questa apertura permetterebbe di raggiungere gli obiettivi climatici in modo più flessibile e realistico, favorendo l’adozione di tecnologie complementari e non escludendo a priori alcuna innovazione.
Un altro punto cruciale è la richiesta di superare il tradizionale sistema di calcolo delle emissioni “Tailpipe”, limitato alle emissioni allo scarico, a favore di metodi più completi come il “Well-to-Wheel” o il “Life Cycle Assessment”. Questi approcci consentirebbero di valutare l’impatto ambientale considerando l’intero ciclo di vita del veicolo, dalla produzione all’utilizzo fino allo smaltimento, offrendo così una fotografia più fedele dei reali benefici delle diverse tecnologie.
Grande attenzione viene posta anche sulle tecnologie ibride plug-in e range extender, considerate dalla filiera automotive italiana strategiche ben oltre il 2035. L’associazione chiede infatti di sospendere l’adeguamento del fattore di utilità previsto per il 2026-2027, consentendo a queste soluzioni di continuare a contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione della mobilità.
Per quanto riguarda i veicoli commerciali leggeri, il documento sollecita una trattazione normativa separata rispetto alle autovetture, riconoscendo le specificità di utilizzo e di mercato di questi mezzi. Sul fronte dei veicoli pesanti, invece, si chiede una maggiore flessibilità nell’applicazione delle sanzioni e l’inclusione dei carburanti rinnovabili tra le opzioni ammesse, anticipando al 2026 la revisione della normativa per garantire una transizione più fluida e sostenibile.
La competitività industriale resta al centro delle proposte, con l’introduzione di una normativa europea sul local content che possa tutelare la produzione interna e limitare la delocalizzazione delle attività. Al tempo stesso, si suggerisce di intervenire sulla riduzione dei costi energetici, fattore determinante per la sopravvivenza e lo sviluppo delle PMI del settore, e di promuovere politiche di semplificazione normativa e sostegno all’innovazione.
In ottica di accelerazione della transizione ecologica, l’associazione propone l’avvio di una grande iniziativa europea di rottamazione dei veicoli più inquinanti, accompagnata da incentivi mirati per la conversione delle flotte aziendali. Si invita inoltre a evitare imposizioni troppo rigide, privilegiando un approccio pragmatico e flessibile che tenga conto delle reali esigenze delle imprese e dei consumatori.
L’approccio delineato dalla filiera automotive italiana mira dunque a trovare un equilibrio tra ambizione ambientale e tutela della competitività industriale, valorizzando la specificità dei diversi segmenti di mercato e promuovendo una transizione tecnologica inclusiva. Solo così sarà possibile salvaguardare un settore strategico per l’economia europea, garantendo al tempo stesso un contributo concreto agli obiettivi di decarbonizzazione e innovazione richiesti dal contesto globale.
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