Acquista un container a pochi dollari e ci trova un'auto leggendaria

Rivivere il mito, sfidare la tecnologia e realizzare un sogno che sembrava destinato a restare solo sul grande schermo: questa è la straordinaria vicenda che ruota attorno alla Lotus Esprit più celebre della storia del cinema. Un’auto che, grazie a un progetto visionario e all’incontro con la mobilità elettrica, si prepara a tornare protagonista, questa volta fuori dal set, spinta da una nuova energia e da un fascino senza tempo.

Nel 1977, il pubblico mondiale rimase incantato da una sequenza iconica: l’auto-sottomarino guidata da James Bond in “The Spy Who Loved Me” sfrecciava tra le onde, trasformando la fantasia in realtà. Quell’auto, battezzata Wet Nellie, è diventata una vera e propria leggenda, un simbolo di ingegno e di stile. La storia della sua rinascita inizia quasi per caso, ma si intreccia con l’innovazione più avanzata dei nostri giorni.

Un ritrovamento da film: il mistero del container

È il 1989 quando un imprenditore edile di Long Island acquista un container abbandonato per meno di cento dollari, ignaro di custodire un tesoro. All’interno trova proprio la Wet Nellie originale, uno degli otto esemplari realizzati per le spettacolari riprese subacquee del film. Queste vetture erano state adattate con scafi speciali e sistemi di galleggiamento, ma nessuna era stata progettata per la circolazione su strada o per una reale navigazione. La scoperta trasforma un acquisto fortuito in un capitolo memorabile della storia del collezionismo automobilistico.

Dall’ombra alla luce: l’asta e l’interesse di un visionario

Ventiquattro anni dopo, nel 2013, la Wet Nellie viene finalmente proposta al pubblico in una prestigiosa asta londinese. Qui entra in scena Elon Musk, imprenditore di fama mondiale e fondatore di Tesla, che si aggiudica il cimelio per una cifra superiore alle 550.000 sterline. Musk annuncia subito un’ambizione che supera la semplice collezione: riportare la vettura in vita come vero mezzo anfibio, dotandola di un powertrain elettrico e affrontando tutte le sfide tecniche e normative che una simile impresa comporta.

Le sfide della trasformazione: tra sogno e ingegneria

Convertire una vettura di scena in un veicolo realmente funzionante su strada e sott’acqua è tutt’altro che semplice. La tenuta stagna dello scafo, l’impermeabilizzazione dei componenti elettronici, la gestione di galleggiamento e zavorra sono solo alcune delle complessità ingegneristiche da affrontare. Un sistema di propulsione Tesla potrebbe risolvere molti problemi legati alla spinta e all’affidabilità, ma le normative su sicurezza e omologazione restano ostacoli rilevanti e ancora in parte irrisolti. La sfida non è solo tecnica, ma anche regolamentare, e rappresenta un banco di prova per l’innovazione nel settore automobilistico e navale.

Il valore dei miti: il mercato dei cimeli di Bond

Il caso della Wet Nellie si inserisce in un mercato in continua crescita, quello dei memorabilia legati a James Bond. Le vetture apparse nei film dell’agente segreto più famoso del mondo raggiungono valutazioni stratosferiche. Basti pensare alla Aston Martin DB5 di “Goldfinger”, altro oggetto del desiderio per collezionisti e appassionati, il cui valore è cresciuto in modo esponenziale grazie alla notorietà, alle condizioni di conservazione e alla documentazione storica che ne attesta l’autenticità.

Un ponte tra nostalgia e futuro

L’acquisizione della Wet Nellie da parte di Elon Musk ha dato nuova linfa a un mito del cinema, trasformandolo in simbolo di incontro tra passato e futuro. Per i collezionisti, rappresenta un pezzo unico e inestimabile; per i media e gli appassionati, un racconto affascinante che unisce cultura pop e tecnologia; per ingegneri e autorità, una sfida che potrebbe ridefinire i limiti dell’innovazione. Qualunque sia l’esito del progetto, la storia della Lotus Esprit sottomarino resta uno degli esempi più straordinari di come il confine tra fantasia e realtà possa essere superato grazie a passione, ingegno e una visione senza compromessi.