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Fusione FCA-PSA: Tavares dice no

Il CEO del Gruppo PSA esclude trattative mirate ad un’alleanza con Fiat-Chrysler. Nei giorni scorsi anche FCA aveva respinto l’ipotesi. In precedenza Robert Peugeot aveva espresso gradimento per un’eventualità del genere

Aggiornamento 4/4 – Questo taglia la testa al toro. Carlos Tavares chiude espressamente ogni ipotesi momentanea di fusione PSA-FCA.  Come riporta l’agenzia Reuters, parlando con la stampa il 3 aprile in India, alla domanda se stesse considerando attivamente un’alleanza con Fiat-Chrysler, il CEO del Gruppo PSA ha risposto: “Stiamo lavorando con tutti i nostri partners. Se si presentasse un’opportunità, la prenderemmo in considerazione, ma non abbiamo una specifica azienda come obiettivo, in particolare non quella che avete menzionato“.

 

Fusione FCA-PSA: a Robert Peugeot piacerebbe

Notizia 20/3 – Ciclicamente nell’ambiente dell’industria automobilistica si torna a parlare di fusioni, alleanze, acquisizioni, matrimoni e grandi accordi, voci sempre accompagnate dalle immancabili montagne russe della speculazione borsistica. L’ipotesi di una fusione tra il Gruppo FCA e il Gruppo PSA affiora con una certa insistenza da parecchio tempo. In questi giorni l’idea è tornata d’attualità, rilanciata da una fonte d’indubbio peso: la famiglia Peugeot. Infatti Robert Peugeot, presidente della finanziaria FFP (holding di controllo del gruppo francese di cui la famiglia è uno dei tre azionisti di riferimento insieme alla cinese Dongfeng e alla banca pubblica francese Bpifrance), ha dichiarato al quotidiano transalpino Les Echos che non gli dispiacerebbe un’altra operazione simile a quella che ha portato all’acquisizione della Opel.

Per essere precisi, Robert Peugeot non ha parlato espressamente di Fiat-Chrysler: questa è una conclusione tratta da media, osservatori, analisti e soggetti finanziari internazionali, selezionando accuratamente le parole che più fanno comodo ai propri scopi. Il fatto che il 19 marzo il titolo azionario di FCA abbia guadagnato circa il 5% a Milano e quello di PSA il 2,5% a Parigi indica con chiarezza quali siano gli scopi dell’ambiente finanziario.

Le scommesse borsistiche partono da elementi relativamente concreti. Perché Robert Peugeot ha detto: “Abbiamo sostenuto dall’inizio il progetto Opel. Se un’altra occasione si presentasse, non saremmo certo noi a frenare. Carlos lo sa“. Del resto proprio l’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares, ad inizio mese a Ginevra aveva brevemente accennato ad un’ipotesi del genere: “Tutto è aperto“, disse. Ciò che ha scatenato le recenti manovre sui mercati è quest’altra dichiarazione di Robert Peugeot al quotidiano francese, quando gli sono stati fatti nomi come FCA, Jaguar-Land Rover o General Motors: “Con loro, come con altri, i pianeti potrebbero essere allineati“. E’ bastata questa citazione astronomica per far scattare i broker.

Niente di definito esiste, tuttavia nulla si può escludere, perché è vero che alleanze strategiche di lungo respiro diventano sempre più importanti in una situazione in cui sono necessari investimenti colossali per la rivoluzione tecnologica incombente. Ad esempio, da un lato PSA è molto più avanti di FCA nei motori elettrificati; dall’altro, FCA ha una forte presenza sul mercato americano, dove i francesi sono assenti da tempo e sul quale vogliono tornare. Senza contare la ormai storica collaborazione sui veicoli commerciali, avviata circa 40 anni fa e recentemente prolungata fino al 2023. Se un’alleanza o una fusione dovessero effettivamente concretizzarsi, nascerebbe il quarto gruppo mondiale, un colosso da oltre 8,8 milioni di veicoli; scavalcherebbe la General Motors e si avvicinerebbe molto ai primi tre giganti che superano i 10 milioni, cioè Volkswagen, Toyota e Renault-Nissan-Mitsubishi. Ma sarebbe PSA a comprare FCA o il contrario? Nessuno è in grado di dirlo al momento.