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Renault Megane R26.R: la prima prova su strada

Non un cavallo in più. E nemmeno un newtonmetro aggiuntivo. Però la possibilità di scegliere pneumatici opzionali Toyo dedicati alla pista suscita emozioni ben maggiori. Nel caso non si fosse ancora capito – e ce ne vuole –, la guida fra i cordoli è l’unica ragione di vita della RenaultSport Megane R26.R. Roll-bar, carbonio e



Non un cavallo in più. E nemmeno un newtonmetro aggiuntivo. Però la possibilità di scegliere pneumatici opzionali Toyo dedicati alla pista suscita emozioni ben maggiori. Nel caso non si fosse ancora capito – e ce ne vuole –, la guida fra i cordoli è l’unica ragione di vita della RenaultSport Megane R26.R. Roll-bar, carbonio e cura dimagrante: ecco, a grandi linee, il significato semantico della “erre” aggiuntiva.

Lo staff di Autocar, autore della prova, rimane fin da subito impressionato dalle coperture giapponesi: grip costante, mordaci, senza alcun timore verso l’asfalto bagnato – ad eccezione di una naturale propensione verso l’acquaplaning.

Polso fermo e mano lesta: ecco cosa richiede. Oltre a timpani insensibili: lo scarico in titanio, infatti, regala la stessa atmosfera “di una vettura Gruppo C”. Con il passare dei chilometri, infatti, la R26.R fornisce risposte tranquillizzanti a tutte le domande, anche a quelle più argute e sagaci, mentre si viene soggiogati fiducia in sé stessi.







“Colpa” dei suddetti pneumatici, tignosi nel loro morboso rapporto fisico con l’asfalto; le curve vengono percorse in tutta tranquillità a velocità impensabili, rendendo quasi semplice gestire i movimenti del volante.



E, in conclusione, rispondiamo con un doppio quesito alla classica domanda (“should i buy one?”) avanzata dalla rivista inglese: perché limitarsi a soli 450 esemplari? E, soprattutto, perché snobbare l’Italia?
Via | Autocar

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