Volvo XC60, trova il modo di aggirare i dazi di Trump: la soluzione

Volvo annuncia la produzione della XC60 negli Stati Uniti dal 2026. Scopri motivazioni, dati di vendita e impatto della strategia industriale

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 17 lug 2025
Volvo XC60, trova il modo di aggirare i dazi di Trump: la soluzione

La strategia industriale di Volvo compie un passo decisivo verso il rafforzamento della propria presenza sul mercato nordamericano, puntando sulla localizzazione produttiva della sua icona di gamma. La casa automobilistica svedese ha annunciato che, a partire dal 2026, la sua XC60 verrà prodotta anche negli Stati Uniti, precisamente nello stabilimento di Ridgeville, in Carolina del Sud. Una mossa che si inserisce in un contesto globale caratterizzato da sfide crescenti e che mira a consolidare il ruolo del brand nel segmento dei SUV premium, offrendo risposte concrete sia alle esigenze dei consumatori che alle nuove dinamiche di mercato.

Il celebre SUV, con oltre 2,7 milioni di unità vendute nel mondo, rappresenta il modello di maggior successo nella storia di Volvo. L’introduzione della produzione USA segna una svolta significativa: la XC60 andrà infatti ad affiancare la EX90 e la Polestar 3 nella linea produttiva americana, rafforzando la capacità di risposta dell’azienda in uno dei mercati più competitivi e dinamici a livello globale. Questa scelta strategica si allinea perfettamente con la filosofia di regionalizzazione produzioni adottata dal costruttore scandinavo, una politica che punta a portare la manifattura più vicino ai principali mercati di sbocco per garantire maggiore flessibilità, efficienza e rapidità di adattamento alle esigenze locali.

I dazi sono una minaccia

Nonostante l’azienda non abbia esplicitamente menzionato i dazi statunitensi tra le motivazioni ufficiali, il contesto internazionale suggerisce che la decisione di espandere la produzione negli Stati Uniti sia anche una risposta preventiva alle incertezze legate alle tensioni commerciali globali. In un periodo in cui le barriere tariffarie e le politiche protezionistiche stanno ridisegnando gli equilibri del settore automotive, localizzare la produzione permette a Volvo di ridurre i rischi legati all’importazione e di salvaguardare la propria competitività nel mercato nordamericano.

Fino ad oggi, la XC60 è stata assemblata principalmente negli stabilimenti di Torslanda, in Svezia, e a Chengdu, in Cina. L’aggiunta della produzione USA rappresenta quindi una vera e propria protezione strategica per il brand, soprattutto in un momento in cui le vendite auto negli Stati Uniti stanno registrando una crescita significativa. Nei primi sei mesi del 2025, infatti, le immatricolazioni del SUV svedese sul mercato americano sono aumentate di quasi il 23%, arrivando a costituire oltre un terzo dei volumi totali del marchio. Un risultato che testimonia l’apprezzamento del pubblico statunitense per le soluzioni premium e per la qualità costruttiva tipica del brand nordico.

Particolarmente rilevante è il successo delle versioni ibrido plug in della XC60, che rappresentano circa il 25% delle unità vendute negli Stati Uniti. Questo dato conferma l’orientamento dei consumatori americani verso scelte più sostenibili e innovative, in linea con la crescente attenzione verso la mobilità a basse emissioni. Volvo si dimostra così capace di intercettare le nuove tendenze, proponendo un’offerta tecnologicamente avanzata e attenta all’ambiente, capace di rispondere sia alle esigenze individuali che alle richieste delle normative locali.

Una sfida globale

Tuttavia, nonostante il successo commerciale negli USA, il secondo trimestre del 2025 ha rappresentato una sfida per Volvo a livello globale. L’azienda ha registrato un calo dell’8% del fatturato, sceso a 93,5 miliardi di corone svedesi, e una diminuzione del 12% nelle vendite auto totali, pari a 181.600 unità. Il risultato operativo ha segnato una perdita di 10 miliardi di corone, influenzata da diversi fattori tra cui il piano di taglio dipendenti – che ha coinvolto circa 3.000 lavoratori – e le svalutazioni legate al deterioramento delle condizioni di mercato. Questi dati riflettono le difficoltà di un settore in profonda trasformazione, in cui l’adattamento rapido alle nuove sfide risulta essenziale per la sopravvivenza e la crescita.

La decisione di avviare la produzione USA della XC60 nello stabilimento di Ridgeville rappresenta quindi molto più di una semplice scelta logistica: è una risposta concreta alle pressioni del mercato, una strategia di lungo termine per rafforzare la posizione del marchio in Nord America e un investimento mirato a garantire una maggiore resilienza di fronte alle incertezze globali. Volvo conferma così la propria volontà di offrire prodotti sempre più allineati alle aspettative dei clienti locali, puntando su qualità, innovazione e sostenibilità per consolidare il proprio ruolo tra i protagonisti dell’industria automobilistica internazionale.

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