Taylor Swift e quel debutto al volante con l’Hummer H2 che finì malissimo
Scopri come il primo veicolo di Taylor Swift, un imponente Hummer H2 con motore 6 litri V8, complicò l'apprendimento della guida e cosa significa per i neopatentati
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/10/2005_hummer_h2_4dr-suv_base_fq_oem_1_1600x1067-scaled.jpg)
C’è chi inizia a guidare con una Panda scassata o una Fiesta di terza mano. E poi c’è Taylor Swift, che ha esordito al volante con un Hummer H2 da oltre 6.400 chili, motore V8 da 6 litri e 325 cavalli sotto al cofano. Un mostro più largo di due corsie, lungo come un monolocale, e decisamente poco adatto al traffico suburbano del Tennessee. Per un’adolescente al primo giro di chiave, forse non proprio l’idea più brillante. E infatti, è andata a finire come ci si poteva aspettare: tutto storto.
Il primo “Getaway Car”
Taylor Swift non ha mai nascosto la sua goffaggine al volante, e questa storia — rispolverata da un’intervista recente — ne è la prova definitiva. Mentre altri coetanei sfrecciavano (si fa per dire) con la loro Corolla, lei si ritrovava a bordo del SUV più ingombrante che si potesse trovare in un concessionario americano. Non un’auto. Un carro armato in borghese. Il regalo dei genitori — o meglio, il passaggio di proprietà non richiesto — è stato un vero e proprio battesimo del fuoco: niente citycar per imparare, ma una Hummer H2, modello iconico per gli amanti del “più grosso è, meglio è”.
Tre esami, zero curve, troppi stop ignorati
Taylor non ha neanche provato a fare la modesta. Intervistata, ha ammesso candidamente:
“So guidare in linea retta. Ma non mi piacciono gli stop. Se sto guidando, non posso fermarla.”
La frase fa ridere. Fino a un certo punto. La cantante ha dovuto tentare l’esame di guida tre volte prima di riuscire a ottenere la licenza. E anche una volta passata, la segnaletica stradale — in particolare i cartelli di stop — sembrava più una linea guida che un obbligo. D’altra parte, in un Hummer lungo quasi 5 metri e mezzo, fermarsi davvero non è mai semplice. E, a quanto pare, nemmeno voluto.
Il paradosso della superstar alle prime armi
Oggi Taylor Swift è un’icona globale che riempie stadi e domina ogni algoritmo musicale esistente. Ma all’epoca era solo una teenager alle prese con un SUV esagerato, incapace di fare manovra senza occupare due parcheggi. E sì, quando in “Red” cantava “I hit the brakes too soon, twenty stitches in a hospital room”, forse non era solo una metafora.
Il lato più curioso di tutta la vicenda, però, non è tanto il veicolo, ma il modo in cui rivela un lato sorprendentemente umano di un’artista che oggi sembra vivere su un altro pianeta. Taylor, in quell’Hummer più grosso della sua carriera all’epoca, era come qualunque adolescente lanciato per sbaglio nel mondo degli adulti con mezzi sproporzionati.
Un’auto fuori misura, anche per una superstar
L’Hummer H2 non è mai stato famoso per la praticità. Derivato da una piattaforma militare, simbolo dell’abbondanza americana anni 2000, consuma come un Boeing e si guida con la delicatezza di una ruspa. Come prima auto, è l’equivalente automobilistico di imparare a nuotare buttandosi nell’oceano in tempesta.
La Swift, almeno a giudicare dai racconti, non è uscita indenne da quell’esperienza. Ma ne ha fatto materiale per interviste, canzoni (forse), e persino meme. Chissà se l’Hummer esiste ancora. Magari è parcheggiato in qualche hangar o venduto a un collezionista che sogna di guidare il veicolo che, un tempo, Taylor Swift non riusciva nemmeno a frenare. Anche le popstar iniziano da qualche parte. Solo che a volte iniziano troppo in grande.
Se vuoi aggiornamenti su Curiosità inserisci la tua email nel box qui sotto: