Stellantis, Imparato avverte: "Siamo a pochi mesi da un disastro"
Jean Philippe Imparato di Stellantis denuncia difficoltà nel mercato elettrico europeo, rischiando multe miliardarie e chiusure produttive
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“Siamo a pochi mesi da un disastro”. Con queste parole drammatiche, Jean Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, ha lanciato l’allarme sulla situazione critica del mercato elettrico europeo durante una visita allo stabilimento di Hordain. Il colosso automobilistico rischia una sanzione di 2,6 miliardi di euro entro il 2027 se non riuscirà a incrementare in modo significativo le vendite di auto elettriche.
Il divario tra obiettivi e realtà
Il contrasto tra le ambizioni dell’Unione Europea e i risultati concreti appare sempre più marcato. Le normative comunitarie richiedono che le auto elettriche rappresentino il 24% delle vendite totali, ma attualmente il mercato si attesta su una penetrazione del 9%. Questo gap non rappresenta solo una minaccia finanziaria per i costruttori, ma potrebbe portare alla chiusura di stabilimenti produttivi, con pesanti ripercussioni sull’occupazione nel settore.
Le stringenti regolamentazioni europee in materia di sostenibilità ambientale stanno imponendo ai produttori un’accelerazione forzata verso la mobilità elettrica. Nonostante l’estensione delle scadenze al 2027, la pressione normativa si intensificherà già a partire dal 2025. In questo contesto, i costruttori europei si trovano in ritardo rispetto ai concorrenti cinesi e americani, che hanno già consolidato posizioni dominanti nel mercato delle batterie e dei veicoli elettrici.
Strategie di sopravvivenza
Per scongiurare le pesanti multe UE, i produttori europei stanno esplorando diverse strategie. Una delle opzioni più discusse è il “pooling”, un sistema che consente di condividere le performance ambientali con aziende più avanzate nella transizione elettrica. Tuttavia, questa soluzione potrebbe avvantaggiare ulteriormente giganti come Tesla o i nuovi player cinesi, accentuando la crisi di competitività dell’industria europea.
Gli esperti del settore non risparmiano critiche ai costruttori europei, accusandoli di aver sottovalutato la portata della sfida elettrica e di essersi mossi con eccessivo ritardo. Sebbene alcuni analisti ritengano esagerate le previsioni sulle sanzioni, è innegabile che l’industria automobilistica europea si trovi a un bivio cruciale. L’urgenza di adattarsi rapidamente alle nuove esigenze di sostenibilità ambientale si scontra con la necessità di rimanere competitivi in un mercato globale sempre più tecnologico e aggressivo.
Il prossimo triennio sarà decisivo per il futuro dell’automotive europeo, chiamato a bilanciare la transizione verso le auto elettriche con la sopravvivenza economica. Il rischio di non riuscire a colmare il divario con i concorrenti internazionali potrebbe portare a conseguenze irreversibili, non solo per i produttori, ma anche per l’intera filiera e l’occupazione.
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