Porsche dice addio alla seconda fabbrica di batterie: disastro BEV

Porsche chiude la seconda fabbrica di batterie per auto elettriche: strategia, motivi e impatti sul futuro delle Bev in Europa e Cina

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 25 ago 2025
Porsche dice addio alla seconda fabbrica di batterie: disastro BEV

Il panorama dell’industria automobilistica europea sta attraversando una fase di profonda trasformazione, e la recente decisione di Porsche di rivedere i propri piani nel settore delle auto elettriche rappresenta un segnale forte di questa evoluzione. La casa di Zuffenhausen, infatti, ha scelto di ridimensionare la propria strategia, cancellando il progetto per una seconda fabbrica di batterie e rescindendo l’accordo con il fornitore finlandese Valmet. Un cambio di rotta che mette in luce le difficoltà di un mercato ancora incerto, sia in Europa sia in mercati chiave come la Cina, dove la crescita delle Bev (Battery Electric Vehicle) si sta rivelando meno rapida del previsto.

Stop alla produzione di accomulatori

Dopo aver già interrotto i rapporti con la filiale Cellforce, Porsche ha deciso di abbandonare la produzione diretta degli accumulatori. Questa scelta è dettata dalla necessità di adattarsi a una domanda che, soprattutto nel segmento premium, cresce a ritmi più lenti rispetto alle previsioni degli analisti. La concorrenza, inoltre, si fa sempre più agguerrita, con nuovi attori che si affacciano sul mercato e una clientela che, seppur interessata alle tecnologie a zero emissioni, si mostra ancora cauta nel compiere il grande salto verso l’elettrico puro.

Nonostante il ridimensionamento delle attività produttive, il marchio tedesco non intende abbandonare il proprio impegno nella ricerca e sviluppo. Il centro di eccellenza di Weissach continuerà a rappresentare il cuore pulsante dell’innovazione, dove si studieranno e si svilupperanno le tecnologie più avanzate per le batterie del futuro. Tuttavia, la produzione fisica degli accumulatori sarà affidata a partner esterni altamente specializzati, una mossa che consentirà a Porsche di focalizzarsi sulle proprie competenze distintive: design, tecnologia e prestazioni di alto livello.

Un riposizionamento strategico

Questa nuova impostazione, che si configura come un vero e proprio riposizionamento strategico, nasce dall’esigenza di ridurre i rischi finanziari e mantenere la massima flessibilità in un contesto europeo particolarmente complesso. I costruttori automobilistici, infatti, si trovano stretti tra le ambiziose politiche di elettrificazione promosse dall’Unione Europea e una domanda che, nei fatti, fatica a decollare con la rapidità sperata. Esternalizzare la produzione delle batterie consente a Porsche di reagire tempestivamente ai cambiamenti del mercato, senza esporsi a investimenti ingenti che potrebbero rivelarsi prematuri o poco redditizi.

Il caso di Porsche assume una valenza simbolica per l’intero settore automotive europeo. Da un lato, evidenzia le difficoltà nel raggiungere una piena autonomia tecnologica rispetto ai produttori asiatici, storicamente avvantaggiati nella produzione di batterie e componentistica per le auto elettriche. Dall’altro, suggerisce che la prudenza adottata dalla casa tedesca potrebbe presto essere seguita da altri costruttori, desiderosi di bilanciare in modo più attento sostenibilità ambientale, domanda reale e redditività industriale.

Scelta di rescindere il contratto

La scelta di rescindere il contratto con Valmet e di affidarsi a fornitori esterni specializzati si inserisce, inoltre, in un contesto internazionale segnato dalle incertezze del mercato cinese. La Cina, infatti, che fino a pochi anni fa sembrava destinata a trainare la crescita delle Bev, oggi mostra segnali di rallentamento, complici una concorrenza interna sempre più agguerrita e una domanda che si sta stabilizzando su livelli inferiori alle aspettative. Questo scenario globale rende indispensabile per i marchi europei adottare strategie più flessibili e pragmatiche, capaci di rispondere con rapidità alle nuove sfide.

Nonostante il clima di incertezza, Porsche conferma il proprio impegno verso la mobilità a zero emissioni. La decisione di esternalizzare la produzione degli accumulatori non rappresenta un passo indietro, ma piuttosto un adattamento intelligente a un mercato in continua evoluzione. L’obiettivo rimane quello di offrire auto elettriche sempre più performanti e innovative, senza però trascurare la sostenibilità economica delle proprie scelte industriali.

In definitiva, la nuova strategia di Porsche riflette la volontà di mantenere un ruolo da protagonista nel panorama delle auto elettriche, ma con un approccio più cauto e realistico. Un segnale importante per tutto il settore, che invita a non perdere di vista le reali condizioni del mercato e a puntare su una crescita solida e sostenibile, piuttosto che su obiettivi troppo ambiziosi e difficilmente raggiungibili nel breve periodo.

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