Motori Renault Type H: quali sono i rischi e i possibili difetti
Approfondisci i motori Renault Type H: caratteristiche, modelli equipaggiati e criticità emerse negli anni
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Prestazioni elevate, consumi ottimizzati ed emissioni ridotte: queste sono le caratteristiche distintive dei motori della famiglia Renault Type H. Nata nel 2009 dalla collaborazione tra Renault e Nissan, questa serie di propulsori ha rappresentato una svolta nel panorama automobilistico, ridefinendo il concetto di downsizing. La gamma ha dimostrato che è possibile ottenere potenze significative anche da cilindrate contenute, grazie a un design innovativo e tecnologie avanzate.
Il successo dei motori Renault della Serie H si deve a una struttura progettuale comune: blocco motore in alluminio, distribuzione bialbero a camme in testa con quattro valvole per cilindro, catena di distribuzione e sistema di iniezione elettronica multipoint. Molti di questi propulsori adottano inoltre la sovralimentazione tramite turbocompressore, garantendo prestazioni brillanti senza sacrificare l’efficienza.
Una gamma versatile e multimarca
L’influenza della Serie H non si è limitata al solo gruppo Renault-Nissan. I motori di questa famiglia hanno equipaggiato anche modelli di altri marchi, come Dacia, Mitsubishi e Mercedes. Dai più compatti tre cilindri 0.9 TCe fino al moderno e performante 1.3 TCe, questi propulsori hanno trovato applicazione su veicoli di grande successo come Mégane, Duster e Qashqai.
Un esempio significativo è il motore 1.4 TCe (H4Jt) del 2009, capace di erogare 130 CV e 190 Nm di coppia. Questo propulsore, nonostante la cilindrata contenuta, ha equipaggiato modelli di segmento C come Mégane III e Scénic III, dimostrando le potenzialità del downsizing.
Le criticità dei motori della Serie H
Nonostante i successi, alcuni problemi motori Renault della Serie H hanno segnato la storia di questa famiglia. Il 1.2 TCe (H5Ft), prodotto tra il 2012 e il 2016, ha sofferto di un consumo anomalo di olio. Questo difetto, se non adeguatamente monitorato, poteva causare danni alle valvole di scarico o persino gravi rotture meccaniche. Inoltre, alcune unità hanno evidenziato fragilità nel sistema di distribuzione.
I propulsori più piccoli, come il 0.9 TCe (H4Bt) e il 1.0 TCe (HRA2/H4Dt), hanno mostrato problemi simili, in particolare legati all’allungamento precoce della catena di distribuzione o a difetti nel tenditore. Tuttavia, il più recente 1.3 TCe (H5Ht), sviluppato in collaborazione con Daimler, ha dimostrato maggiore affidabilità, sebbene siano stati segnalati sporadici casi di perdite di liquido refrigerante.
Un bilancio tecnologico
Nel complesso, i motori Renault Type H rappresentano un’importante pietra miliare nell’evoluzione tecnologica dell’automotive. La loro capacità di combinare prestazioni ed efficienza ha reso il downsizing una strategia vincente per rispondere alle esigenze del mercato moderno. Tuttavia, per chi intende acquistare un veicolo equipaggiato con questi propulsori, è essenziale verificare attentamente la manutenzione pregressa, soprattutto per le generazioni più datate e soggette a difetti noti.
Tra le opzioni disponibili, il 1.3 TCe emerge come la scelta più bilanciata per chi cerca un motore affidabile e performante. Per i modelli meno recenti, invece, è fondamentale accertarsi che eventuali interventi correttivi siano stati effettuati, al fine di evitare complicazioni future.