Maserati, che fine hanno fatto le nuove Levante e Quattroporte?

Dopo un 2025 difficile, Stellantis guida il rilancio di Maserati con Santo Ficili e Jean Philippe Imparato. Tra BottegaFuoriserie, Cassino e STLA Large, il 2026 sarà decisivo per Levante e Quattroporte e per la strategia di gamma e integrazione con Alfa Romeo

Maserati, che fine hanno fatto le nuove Levante e Quattroporte?
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Giorgio Colari
Pubblicato il 17 dic 2025

Il 2026 si prospetta come un anno di svolta per Maserati, che dopo un 2025 segnato da forti turbolenze nelle vendite e una profonda riorganizzazione interna, si trova ora davanti a decisioni strategiche che potrebbero ridefinire la sua identità e il suo posizionamento nel segmento del lusso automobilistico. La storica casa modenese, simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo, è chiamata a dimostrare la capacità di adattarsi alle nuove dinamiche di mercato, puntando su esclusività, innovazione e una rinnovata attenzione alla clientela più esigente.

Con la nuova guida si cerca il cambio di passo

La nuova governance, guidata da Santo Ficili e Jean Philippe Imparato, ha già impresso un’accelerazione al processo di trasformazione, delineando una roadmap che unisce interventi immediati e progetti di medio-lungo termine. Al centro di questa strategia spicca il programma BottegaFuoriserie, pensato come vero e proprio motore del rilancio. Attraverso la personalizzazione estrema e l’artigianalità, questa iniziativa mira a rigenerare l’immagine del Tridente, restituendo valore e unicità a ogni vettura prodotta e riaffermando il brand nel panorama delle auto di lusso.

Tuttavia, il vero nodo cruciale per Maserati resta la ridefinizione della propria gamma produttiva. Il destino di modelli iconici come Levante e Quattroporte è ancora avvolto nell’incertezza. La Levante, SUV di punta del marchio, potrebbe tornare protagonista grazie a una nuova generazione prodotta nello stabilimento di Cassino, sfruttando la moderna piattaforma STLA Large sviluppata dal gruppo. Questa soluzione consentirebbe di adottare le più avanzate tecnologie, migliorando prestazioni, comfort e sostenibilità, elementi ormai imprescindibili nel segmento premium.

In attesa dell’ammiraglia

Per quanto riguarda la Quattroporte, la berlina ammiraglia che da decenni rappresenta il connubio tra sportività ed eleganza, la situazione appare più complessa. Si discute se procedere con una nuova generazione, magari accorpando anche la sostituzione della Ghibli attraverso una riduzione dimensionale e un posizionamento più strategico. In alternativa, si valutano aggiornamenti significativi ai modelli esistenti o addirittura un completo redesign, in vista di una transizione verso l’elettrificazione totale. La sfida sarà quella di mantenere intatto il DNA Maserati, reinterpretandolo però in chiave moderna e sostenibile.

Sul fronte delle alleanze industriali, la ricerca di una maggiore sinergia con Alfa Romeo potrebbe rappresentare una svolta per ottimizzare risorse e ridurre sovrapposizioni commerciali. La scelta di Alfa Romeo di abbandonare il segmento E apre nuovi spazi per Maserati nel luxury, consentendo al Tridente di rafforzare la propria presenza in una fascia di mercato meno affollata e più redditizia. La produzione presso lo stabilimento di Cassino garantirebbe vantaggi in termini di economie di scala e condivisione delle piattaforme, ma imporrebbe anche decisioni delicate su volumi, mix di prodotto e impatti occupazionali, oltre a richiedere una riorganizzazione della rete commerciale per supportare le nuove strategie.

Dal punto di vista societario, Stellantis ha recentemente smentito con decisione le voci di una possibile cessione esterna di Maserati, confermando che il Tridente resterà l’unico marchio di lusso all’interno del gruppo. Questa scelta garantisce continuità e risorse, ma al tempo stesso impone la necessità di dimostrare risultati concreti in tempi rapidi, per giustificare gli investimenti e consolidare la posizione di Maserati come punto di riferimento nel panorama automobilistico globale.

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