Il tunnel più lungo del mondo si trova negli USA: misura 136 km

Analisi sull'impatto del Delaware Aqueduct e del Danyang Kunshan Grand Bridge sulla mobilità, la logistica e le strategie di manutenzione nel settore auto

Il tunnel più lungo del mondo si trova negli USA: misura 136 km
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Giorgio Colari
Pubblicato il 10 nov 2025

Quando si parla di infrastrutture che plasmano la vita quotidiana e il futuro della mobilità, emergono due giganti che raccontano storie di innovazione, sfide tecniche e impatti concreti sul settore automobilistico e logistico mondiale: il Delaware Aqueduct negli Stati Uniti e il Danyang Kunshan Grand Bridge in Cina. Dietro ai numeri impressionanti – 102,4 miglia di acciaio e calcestruzzo per l’acquedotto americano, 85 miglia di tunnel sotterranei sotto New York, 2 miliardi di dollari in riparazioni e una resistenza all’impatto navale di 300.000 tonnellate per il ponte cinese – si cela una realtà in cui la gestione e la resilienza delle grandi opere diventano pilastri per la competitività e la sostenibilità del trasporto globale.

Il Delaware Aqueduct, costruito tra gli anni ’30 e ’40, rappresenta molto più di un semplice acquedotto: è la linfa vitale che garantisce l’80% dell’acqua potabile di New York, sostenendo la vita urbana e influenzando indirettamente la funzionalità dei servizi di manutenzione, la produzione industriale e la logistica del settore automotive. Le perdite giornaliere di 35 milioni di galloni hanno imposto una sfida tecnica senza precedenti: interventi di riparazioni su larga scala, con cantieri che modificano la viabilità, costringendo gli operatori del trasporto a continui adattamenti nei percorsi di distribuzione e nella gestione dei centri logistici.

Progetto di risanamento

Il progetto di risanamento del Delaware Aqueduct, che si pensava potesse concludersi rapidamente, si protrarrà invece oltre il 2027. Questa situazione costringe l’intero ecosistema automobilistico a ripensare la pianificazione logistica urbana, considerando cantieri prolungati, deviazioni obbligate e limitazioni ai carichi che possono incidere in modo significativo sui costi operativi e sulle tempistiche di consegna. In questo scenario, la capacità di anticipare e gestire le criticità infrastrutturali diventa un asset strategico per le aziende del settore.

All’opposto, il Danyang Kunshan Grand Bridge si impone come simbolo della nuova frontiera ingegneristica cinese. Completato nel 2011, questo colosso ferroviario ad alta velocità ha rivoluzionato i collegamenti tra Shanghai e Nanchino, accorciando drasticamente i tempi di percorrenza e favorendo lo sviluppo di una logistica più efficiente e resiliente. Il ponte è stato progettato con un approccio fortemente preventivo: è in grado di resistere a terremoti di magnitudo 8, tifoni e collisioni navali di proporzioni enormi. Un vero e proprio modello di infrastrutture pensate per garantire la continuità operativa anche in condizioni estreme, sempre più rilevante per la pianificazione delle catene di approvvigionamento globali.

L’esperienza cinese serve

L’esperienza cinese mette in luce quanto sia fondamentale investire in standard costruttivi elevati e nella resilienza delle nuove opere. Il Danyang Kunshan Grand Bridge non solo assicura la regolarità dei flussi di trasporto, ma diventa un riferimento per ingegneri e urbanisti di tutto il mondo, che vedono in questo approccio anticipatorio una risposta efficace alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’aumento dei volumi di traffico dovuti all’e-commerce.

Per il settore automobilistico e logistico, il confronto tra questi due giganti infrastrutturali offre insegnamenti cruciali. Da un lato, emerge la necessità di integrare la gestione delle criticità delle infrastrutture esistenti nei piani aziendali; dall’altro, si sottolinea l’importanza di sostenere e adottare modelli di progettazione che anticipino i rischi e garantiscano la resilienza delle nuove opere.

Le prospettive degli stakeholder sono complementari e riflettono la complessità del tema: mentre i gestori dell’acquedotto americano evidenziano le difficoltà tecniche legate agli interventi su strutture storiche, gli ingegneri e gli urbanisti guardano al ponte cinese come esempio di pianificazione lungimirante e di adattamento alle nuove esigenze della mobilità globale.

Analisi dei rischi

La gestione delle flotte automobilistiche deve oggi incorporare analisi dettagliate dei rischi legati alle infrastrutture: i cantieri prolungati, le deviazioni obbligate e le limitazioni ai carichi possono alterare profondamente la catena del valore, influenzando tutto il settore, dalle officine ai concessionari. In questo contesto, il coordinamento tra autorità pubbliche e operatori privati diventa fondamentale per minimizzare l’impatto degli interventi infrastrutturali sulla mobilità quotidiana.

Investire in sistemi di monitoraggio avanzati, nella modernizzazione delle reti e in piani di manutenzione predittiva rappresenta la chiave per garantire la continuità e l’efficienza dei servizi di trasporto. I casi del Delaware Aqueduct e del Danyang Kunshan Grand Bridge dimostrano che le grandi opere non devono essere viste solo come simboli di eccellenza ingegneristica, ma come elementi vitali di un ecosistema integrato, in cui la manutenzione e la resilienza sono priorità imprescindibili, tanto quanto la prestazione e la capacità di rispondere alle sfide del futuro.

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