Furti d'auto in crescita in Europa: la tecnologia prova a metterci una pezza

Auto rubate in aumento, tecniche sofisticate e spedizioni via container: la tecnologia LoJack Mesh e la cooperazione tra sei Paesi hanno recuperato 18 veicoli ad Algeciras, dimostrando l'efficacia della risposta integrata contro il traffico internazionale

Furti d'auto in crescita in Europa: la tecnologia prova a metterci una pezza
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Giorgio Colari
Pubblicato il 17 nov 2025

Un’operazione congiunta senza precedenti ha portato alla luce una vasta rete criminale dedita al traffico internazionale di auto rubate, coinvolgendo sei Paesi europei e culminando nel sequestro di 18 veicoli presso il porto di Algeciras. L’azione, coordinata da forze dell’ordine di Germania, Italia, Belgio, Francia, Paesi Bassi e Spagna, ha portato a 26 arresti e al recupero di refurtiva per un valore complessivo di 650.000 euro. Il successo di questa operazione è stato presentato come un caso di studio esemplare da Maurizio Iperti, Presidente di Connected Car Solutions di LoJack International, durante il Vehicle Crime Investigators Event 2025, evidenziando il ruolo fondamentale della tecnologia e della cooperazione internazionale nel contrastare la criminalità organizzata.

Una trasformazione radicale

Il fenomeno delle auto rubate sta vivendo una trasformazione radicale, sospinto dall’impiego di tecnologie sempre più sofisticate. I criminali si avvalgono di strumenti avanzati come relay attack, hacking elettronico, clonazione di chiavi e jammer GPS, rendendo i furti non solo più rapidi, ma anche estremamente difficili da tracciare con i metodi tradizionali. Questo scenario allarmante è stato illustrato proprio da Maurizio Iperti, che ha sottolineato come le nuove tecniche stiano rendendo il furto d’auto una delle attività criminali più remunerative e meno rischiose a livello europeo.

La strategia adottata dalla rete smantellata prevedeva un modus operandi ormai consolidato: i veicoli venivano sottratti in tempi record, occultati o smontati, reimmatricolati con documentazione falsa e poi caricati in container diretti verso mercati emergenti dell’Europa orientale, dell’Africa occidentale e del Marocco. Il porto di Algeciras si è confermato uno snodo cruciale di questa filiera, grazie alla sua posizione strategica e all’intenso traffico commerciale che lo caratterizza.

Una tecnologia che funziona

A fare la differenza in questa operazione è stata la tecnologia LoJack Mesh, una soluzione che sfrutta una rete capillare di dispositivi installati sui veicoli. Questo sistema, grazie alla sua architettura distribuita, è in grado di moltiplicare i punti di rilevamento, garantendo il tracciamento anche in presenza di tentativi di offuscamento del segnale. L’innovazione introdotta da LoJack Mesh ha permesso non solo di localizzare con precisione i mezzi trafugati, ma anche di coordinare in tempo reale le azioni delle diverse forze di polizia coinvolte, assicurando sequestri e arresti simultanei in più Paesi.

Nonostante i risultati ottenuti, gli investigatori sottolineano come la complessità delle catene di approvvigionamento illegali e la lentezza dei procedimenti giudiziari continuino a rappresentare un freno all’efficacia delle azioni repressive. Per questo motivo, cresce la richiesta da parte di costruttori, compagnie assicurative e operatori tecnologici di rafforzare i sistemi di sicurezza digitale a bordo dei veicoli, di armonizzare la normativa europea in materia di contrasto ai furti e di implementare controlli doganali più rigorosi sui container sospetti.

Forti preoccupazioni

Sul fronte opposto, però, emergono forti preoccupazioni legate alla tutela della privacy. Attivisti e associazioni per i diritti digitali mettono in guardia dal rischio di sorveglianza di massa, qualora le reti di tracciamento come LoJack Mesh non vengano adeguatamente regolamentate. Allo stesso tempo, esperti del settore automobilistico sollevano interrogativi sulla sostenibilità economica di queste soluzioni, soprattutto in un contesto di diffusione su larga scala e di costante evoluzione delle minacce tecnologiche.

L’operazione al porto di Algeciras si impone dunque come modello operativo per il futuro: la sinergia tra innovazione tecnologica, condivisione delle informazioni e coordinamento internazionale si è rivelata la chiave per scardinare le reti del traffico internazionale di auto rubate. Il caso presentato da Maurizio Iperti rappresenta un esempio concreto di come sia possibile, attraverso un approccio integrato e multilivello, rispondere con efficacia a una delle sfide più complesse e attuali per la sicurezza stradale europea.

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