Frenata d’emergenza automatica in retro: in quali auto funziona meglio
Il test TCS svela quali auto eccellono nella frenata d’emergenza automatica in retromarcia. Scopri modelli, risultati e novità sui sistemi ADAS 2025
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Dal 7 luglio 2024, una svolta significativa interesserà il mondo dell’automotive: tutte le auto di nuova immatricolazione dovranno essere dotate di frenata d’emergenza automatica, rilevamento ostacoli e sensori avanzati, secondo quanto stabilito dalla nuova normativa europea. Un cambiamento che pone in primo piano la retromarcia come uno dei momenti più critici e delicati della guida quotidiana, soprattutto in termini di sicurezza auto.
In questo contesto, l’Automobile Club Svizzero ha voluto mettere alla prova la reale efficacia dei più recenti sistemi ADAS dedicati alla retromarcia, organizzando un approfondito test TCS su otto modelli rappresentativi del mercato attuale. Le prove si sono svolte in tre diversi scenari e a due velocità (4 e 8 km/h), con l’obiettivo di valutare la capacità dei veicoli di rilevare pedoni, ostacoli e traffico trasversale durante le manovre in retromarcia, un’area dove la tecnologia può davvero fare la differenza tra un incidente evitato e una collisione.
Risultati incoraggianti
I risultati di questi test sono incoraggianti e mostrano un progresso tangibile nella protezione degli utenti della strada. In particolare, quattro modelli hanno raggiunto la perfezione, ottenendo il massimo punteggio e dimostrando un’efficacia del 100% nell’evitare qualsiasi tipo di impatto in tutte le situazioni simulate. Stiamo parlando di BMW X3, Ford Puma, Volkswagen Tiguan e Volvo EX30: queste vetture si sono distinte per la prontezza e l’affidabilità dei loro sistemi, rappresentando oggi il punto di riferimento in termini di sicurezza in retromarcia. Un risultato che non solo testimonia la qualità della progettazione, ma che offre anche un valido supporto contro le possibili distrazioni o errori umani durante le manovre più insidiose.
Tra i modelli testati, si è distinta anche la Hyundai IONIQ 5, che ha raggiunto un notevole 97,6% di efficacia. L’unica lieve criticità è stata riscontrata nella rilevazione di un manichino bambino alla velocità più elevata, una situazione che comunque non ha compromesso il giudizio complessivo, confermando la IONIQ 5 come una delle scelte più sicure per chi cerca protezione e tecnologia all’avanguardia.
Fra alti e bassi
Ottime notizie anche per chi guarda al segmento premium: la Mercedes Classe E ha ottenuto il riconoscimento di “altamente raccomandata”, raggiungendo il 90% di efficacia nei test. Alcune difficoltà sono emerse solo nello scenario più complesso, ma il risultato finale sottolinea comunque l’impegno della casa tedesca nell’offrire soluzioni avanzate per la sicurezza dei propri clienti.
Non tutti i modelli, però, hanno brillato allo stesso modo. La berlina cinese BYD Seal si è fermata al 51,5%, evidenziando l’assenza della frenata automatica in alcune situazioni chiave. La nuova Renault 5, invece, ha ottenuto un risultato ancora più basso, con un 48,5% penalizzato soprattutto dalla mancanza di intervento automatico durante l’uscita dal parcheggio. Tuttavia, va riconosciuto che la compatta francese si è distinta per un’eccellente visibilità posteriore, che in parte compensa le lacune tecnologiche e offre comunque un vantaggio concreto in termini di controllo visivo.
Analisi sui sistemi ADAS
L’analisi dei dati emersi dal test TCS conferma un trend ormai consolidato: i sistemi ADAS sono sempre più sofisticati e affidabili, ma il loro ruolo resta quello di supporto e non di sostituzione della vigilanza umana. Anche il miglior sistema di assistenza alla guida non può rimpiazzare la prudenza, la responsabilità e l’attenzione di chi siede al volante. La tecnologia, per quanto avanzata, deve essere considerata come un alleato prezioso, ma non infallibile.
L’evoluzione di queste soluzioni, trainata da normative europee sempre più stringenti, rappresenta comunque un passo avanti fondamentale per la sicurezza auto. L’obiettivo è chiaro: ridurre il numero di incidenti e proteggere automobilisti e pedoni nelle manovre di tutti i giorni, soprattutto in quelle situazioni in cui un attimo di distrazione può avere conseguenze gravi. La strada verso la sicurezza totale è ancora lunga, ma i risultati dei più recenti test dimostrano che la direzione intrapresa è quella giusta e che la tecnologia, se ben utilizzata, può davvero fare la differenza.