BMW 740d xDrive rubata, il giorno dopo la ritrovano in Africa

Una BMW 740d xDrive rubata in Belgio è stata recuperata al porto di Melilla in meno di 24 ore. La Guardia Civil ha arrestato una donna; la vettura tornerà al proprietario

BMW 740d xDrive rubata, il giorno dopo la ritrovano in Africa
F C
Fabrizio Caratani
Pubblicato il 2 ott 2025

Un vero e proprio gioiello automobilistico è stato recentemente protagonista di una rocambolesca vicenda nel cuore del Mediterraneo. Si tratta di una BMW 740d dal valore di circa 200.000 euro, rubata in Belgio e recuperata in tempi record presso il porto di Melilla, l’enclave spagnola che si affaccia sul Nord Africa. Un episodio che mette in risalto la crescente attenzione delle autorità verso il furto auto internazionale e il traffico illecito di veicoli di lusso.

La vicenda

Tutto ha avuto inizio quando la vettura di alta gamma, dotata dell’innovativo sistema di trazione integrale xDrive, è stata sottratta al legittimo proprietario in Belgio. In seguito alla denuncia, le forze dell’ordine hanno immediatamente inserito i dati del veicolo nelle principali banche dati internazionali, avviando così una vera e propria caccia al tesoro su scala europea.

La svolta è arrivata meno di ventiquattro ore dopo, durante le operazioni di sbarco da un traghetto proveniente da Malaga. Gli agenti della Guardia Civil, impegnati nei controlli di routine al porto di Melilla, hanno individuato la berlina sospetta e deciso di approfondire le verifiche. Al volante dell’auto rubata si trovava una donna, prontamente fermata e arrestata con l’accusa di essere responsabile del furto auto.

Il successo dell’operazione sottolinea l’efficacia della collaborazione tra le autorità europee e la capacità dei sistemi di controllo marittimo di bloccare i traffici illeciti sul nascere. In questo caso, la tempestività con cui la Guardia Civil ha agito ha impedito che la BMW 740d potesse attraversare il confine con il Marocco, evitando così che finisse nel mercato nero nordafricano, dove veicoli di questo tipo sono particolarmente richiesti.

Un punto nevralgico

Non è un caso che il porto di Melilla sia considerato da tempo un punto nevralgico per i traffici illeciti tra Europa e Africa. La sua posizione strategica, a breve distanza dalla penisola iberica e facilmente raggiungibile via mare da Malaga, lo rende un vero e proprio crocevia per le organizzazioni criminali specializzate nel trasferimento di auto di lusso rubate. Questi veicoli, grazie alle loro caratteristiche premium e al valore commerciale elevato, rappresentano una merce molto ambita e facilmente rivendibile una volta oltrepassati i confini europei.

La BMW 740d intercettata incarna perfettamente la tipologia di auto che attira l’attenzione delle reti criminali transnazionali: potente, tecnologicamente avanzata grazie al sistema xDrive, e dal design inconfondibile. Queste caratteristiche la rendono sia un obiettivo privilegiato per i ladri, sia una sfida per le forze dell’ordine chiamate a contrastare un fenomeno in costante evoluzione.

Le tecniche di furto

Le autorità, infatti, evidenziano come le tecniche di furto si stiano facendo sempre più sofisticate, con metodi di clonazione di targhe e documenti che richiedono contromisure tecnologiche all’avanguardia. Oggi, oltre ai tradizionali controlli fisici, strumenti come il tracciamento satellitare e i database condivisi tra i diversi paesi europei stanno diventando fondamentali per il recupero rapido dei veicoli sottratti. Allo stesso tempo, si raccomanda ai proprietari di auto di lusso di dotarsi di sistemi antifurto di ultima generazione, capaci di garantire la localizzazione e l’immobilizzazione a distanza in caso di furto.

Il recupero della BMW 740d e l’arresto della sospettata rappresentano un importante successo operativo per la Guardia Civil, che continua a monitorare con attenzione il porto di Melilla e le rotte marittime provenienti da Malaga. Le indagini sono tuttora in corso per accertare eventuali collegamenti tra la donna arrestata e più ampie organizzazioni criminali attive nel traffico di auto rubate.

Questo episodio evidenzia, ancora una volta, l’importanza della collaborazione internazionale tra le forze dell’ordine e della costante innovazione tecnologica nella lotta ai crimini transfrontalieri. In un contesto in cui i traffici illeciti tra Europa e Nord Africa sono in crescita, solo una sinergia efficace tra controlli fisici, strumenti digitali e scambio di informazioni può garantire risultati concreti e tutelare i proprietari di veicoli di valore.

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