Autovelox in Italia, 3.625 dispositivi censiti: come contestare le multe illegittime
Elenco completo dei 3.625 autovelox autorizzati in Italia. Scopri come contestare le sanzioni se il dispositivo non è omologato o censito
La situazione degli autovelox Italia presenta un quadro complesso e in continua evoluzione, caratterizzato da numeri ufficiali che sorprendono e da controversie legali di notevole importanza. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha pubblicato un elenco ufficiale lo scorso 28 novembre che rivela una realtà piuttosto diversa da quanto comunemente percepito: sono stati censiti 3.625 dispositivi autorizzati su tutto il territorio nazionale, una cifra significativamente inferiore rispetto alle circa 10.000 unità stimate negli anni precedenti. Tuttavia, il dato più rilevante riguarda una distinzione fondamentale che potrebbe avere implicazioni enormi per migliaia di automobilisti: la differenza cruciale tra il semplice censimento MIT e la vera omologazione autovelox, una discriminazione che alimenta una vera e propria guerra legale tra le istituzioni.
La distribuzione geografica dei dispositivi di controllo
Un aspetto particolarmente interessante emerge dall’analisi della distribuzione territoriale dei dispositivi rilevamento velocità sul suolo italiano. Questa mappa rivela disparità profonde e significative tra le diverse regioni del paese. Dei 3.625 apparati totali, una quota prevalente pari a 3.038 unità è gestita da Polizie Locali, Polizie Provinciali e Città Metropolitane, mentre i restanti 586 rimangono sotto il controllo diretto della Polizia Stradale, categoria che include anche i controversi tutor autostrade. In questo contesto, Milano emerge come la città con la maggiore concentrazione, vantando ben 134 apparati, seguita da Torino e Roma, metropoli dove il controllo della velocità rappresenta effettivamente una priorità di sicurezza stradale. In stridente contrasto, la provincia di Napoli dispone di appena 8 dispositivi, un numero che evidenzia un divario territoriale assai significativo nella copertura del controllo nazionale.
La questione decisiva: distinzione tra censimento e omologazione
È proprio qui che risiede il punto di svolta fondamentale per ogni automobilista che si sia trovato a ricevere una multa. Una sentenza della Corte di Cassazione emanata nel 2024 ha stabilito con chiarezza che la semplice autorizzazione a rilevare infrazioni non rappresenta una condizione sufficiente: è necessario, invece, possedere anche una omologazione formale vera e propria. Il Ministero contesta apertamente questa interpretazione giuridica, ordinando ai prefetti di rigettare categoricamente i ricorsi che si basano su tale motivazione e impugnando sistematicamente le sentenze che hanno annullato le sanzioni illegittime. Nonostante questo atteggiamento istituzionale, i professionisti legali continuano a consigliare fermamente i ricorsi, ritenendo che il principio stabilito dalla Cassazione sia giuridicamente solido, fondamentale e inoppugnabile per contestare efficacemente le multa comminate.
Strategie concrete per difendersi dalle sanzioni
Per chi si trova nella sfortunata situazione di aver ricevuto un verbale multa, esistono strategie precise e ben delineate per poter agire. La difesa deve svilupparsi secondo una logica duplice e progressiva. Come primo passo, è assolutamente necessario verificare se il dispositivo che ha rilevato l’infrazione compare effettivamente nell’elenco ufficiale pubblicato dal MIT: qualora risultasse assente da questo registro, la contestazione multa risulterebbe praticamente ineccepibile e facilmente annullabile. Se il dispositivo è presente, il secondo passo consiste nel verificare meticolosamente se possieda anche l’omologazione autovelox ufficiale, un aspetto su cui il consenso dei consulenti legali rimane largamente favorevole alla sua rilevanza giuridica decisiva. Sebbene il ministero continui a contestare questa distinzione formale, gli automobilisti dispongono della possibilità di rivolgersi a esperti legali qualificati per analizzare in dettaglio la documentazione tecnica del dispositivo e valutare concretamente le prospettive di ricorso.