Home Notizie Arresti alla Blutec: nessun rilancio all’ex Fiat di Termini Imerese

Arresti alla Blutec: nessun rilancio all’ex Fiat di Termini Imerese

Scattano le manette alla Blutec Spa, l’azienda che avrebbe dovuto rilanciare la produzione dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.

La Guardia di Finanza di Palermo, su richiesta della Procura di Termini Imerese, ha arrestato e posto ai domiciliari questa mattina l’Amministratore Delegato di Blutec Spa, Cosimo Di Cursi e il presidente del Cda Roberto Ginatta. Blutec, dal 2014, grazie a finanziamenti pubblici per 71 milioni complessivi si era impegnata a proseguire l’attività dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese con un piano industriale che prevedeva la fornitura di componenti al gruppo FCA e la costruzione di auto ibride ed elettriche. I 700 operai ex Fiat dovevano essere tutti progressivamente riassorbiti da Blutec entro il 2018.

Questa mattina, però, la società è stata sequestrata e affidata ad un amministratore giudiziario. Il capo d’accusa nei confronti dei manager di Blutec è quello di Malversazione ai danni dello Stato.

Secondo la GdF, infatti, i due manager avrebbero usato per altri fini 16,5 milioni di euro provenienti da un finanziamento statale per 21 milioni complessivi. Tale finanziamento era stato erogato tramite Invitalia, società completamente pubblica che si occupa di finanziamenti per lo sviluppo delle imprese private.

A gennaio 2018 Invitalia aveva revocato il finanziamento, affermando che i soldi non erano stati spesi nelle attività promesse, ma l’azienda dichiarò che erano stati già spesi correttametne 16,5 milioni. Secondo il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, invece, circa 8 milioni di euro sarebbero stati usati per comprare titoli esteri invece che per rilanciare l’azienda.


Che Blutec avesse qualche problema, in realtà, lo si sapeva già da tempo: secondo i sindacati quasi nulla di quanto promesso nel piano industriale è stato realizzato negli ultimi 5 anni e solo 130 lavoratori sono stati riassorbiti, ma per fare corsi di formazione. Altri 570 sono in cassa integrazione dai tempi della chiusura della Fiat.

La FIOM di Palermo, il sindacato più rappresentativo tra gli ex operai Fiat (e da oggi, purtroppo, anche ex Blutec) ha commentato l’operazione della GdF con poche, ma chiare, parole: “Il grande bluff è stato svelato, il quadro si è chiuso“.

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