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Formula 1 2019: nuove macchine, le presentazioni

Diffuso il calendario delle presentazioni delle nuove monoposto di Formula 1 per la stagione 2019. La Ferrari effettuerà il lancio il 13 febbraio, l’Alfa Romeo il 18 febbraio. Primo GP stagionale nel weekend 14-17 marzo in Australia


Non possiamo dire che i motori si stiano scaldando, però i preparativi per il campionato mondiale di Formula 1 2019 procedono in modo spedito. E’ stato appena diffuso il calendario delle presentazioni ufficiali delle monoposto. Si comincia il 7 febbraio e in una decina di giorni tutte le passerelle dovranno aver avuto luogo, perché il 18 febbraio comincerà la sessione ufficiale di test sul circuito di Barcellona. Senza indugio, ecco il calendario.

 

Formula 1 2019, le presentazioni delle monoposto

Haas – 7 febbraio

La scuderia americana è immutata da un punto di vista tecnico e organizzativo, quindi è sempre spinta dalla power unit Ferrari. Invariati anche i piloti, Romain Grosjean e Kevin Magnussen. Cambierà invece la livrea della vettura, grazie all’arrivo del nuovo sponsor. Obiettivo, diventare i primi della “classe 2”, cioè piazzarsi subito dietro ai tre giganti Mercedes-Ferrari-Red Bull.

Toro Rosso – 11 febbraio

La scuderia che fu la Minardi, oggi junior team della Red Bull, si presenta ai nastri di partenza con una nuova coppia di piloti. La vecchia conoscenza Danyl Kvyat (però ha solo 24 anni), il russo che torna in F1 dopo un brusco ridimensionamento e un anno trascorso come tester Ferrari. Sarà affiancato dall’esordiente Alexander Albon, inglese di 22 anni. Nel 2018 ha conteso fino all’ultimo il titolo in Formula 2 a George Russell (vincitore) e Lando Norris. Ora tutti e tre sono approdati ad una Formula 1 sempre più giovane.

Renault – 12 febbraio

La domanda di tutti gli appassionati, riguardo alla stagione 2019 della Renault, è: cosa riuscirà a combinare Daniel Ricciardo? Tutto dipenderà da quanto e quando la squadra riuscirà a migliorare tecnicamente la monoposto. La power unit francese riuscirà a colmare il gap di potenza che ancora la separa da Mercedes e Ferrari? E a che punto della stagione? Una cosa è certa: qualunque opportunità si presenti, l’australiano volante è in grado di coglierla, come ha ampiamente dimostrato in questi anni. Ci manca lo spettacolo surreale delle scarpe allo champagne. Senza dimenticare Nico Hulkenberg, altro pilota di grande sostanza.

Mercedes – 13 febbraio

Tante sono le incognite che accompagnano la corazzata tedesca che ha vinto gli ultimi cinque campionati mondiali consecutivi. In altre parole, tutte le stagioni dell’era ibrida turbo. Lewis Hamilton ha ancora voglia di combattere o si sente appagato? Valtteri Bottas verrà lasciato libero di esprimersi come sa e quindi di ritrovarsi, dopo una stagione appannata? Di quanti assi nella manica dispone ancora Toto Wolff per tenere a distanza una Ferrari che è sempre lì vicina e potrebbe anche calare subito l’asso per portare via il mazzo? E la Red Bull che un passo alla volta si avvicina e magari si troverà un motore Honda ben rodato dalla Toro Rosso e pronto per tornare ai fasti del passato? Di una sola cosa siamo sicuri: mai sottovalutare le frecce d’argento.

Racing Point – 13 febbraio

E’ il nuovo nome della Force India dopo l’acquisto da parte di Lawrence Stroll e soci. Il pacchetto tecnico è di prim’ordine, motore Mercedes e squadra esperta che nel 2018 ha fatto vedere tante cose interessanti, guai dell’ex padrone Vijay Mallya e piloti scalmanati a parte. Già, i piloti. Sergio Perez, ultracreditore della scuderia nella vecchia gestione, ha conservato il posto ai danni di Esteban Ocon. Il quale ha dovuto sloggiare perché un sedile spettava di diritto a Lance Stroll, figlio di Lawrence. Che in Williams si è distinto solo per i soldi del padre.

Red Bull – 13 febbraio

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Nuovo motore Honda, Max Verstappen. Sapranno entrambi maturare al punto da diventare effettivi contendenti per il titolo mondiale? Scommettiamo che non lo sanno nemmeno Helmut Marko e Christian Horner. Ma la Red Bull sa sempre come estrarre il coniglio dal cilindro. E interpretano l’aerodinamica e la telaistica meglio di tutti. Già, Adrian Newey. E ora è arrivato Pierre Gasly a pungolare Verstappen. Miscela esplosiva.

McLaren – 14 febbraio

Aria nuova, nuovi piloti, nuova direzione tecnica. Fernando Alonso è un ricordo. Come i successi di un’epoca ormai lontana. Ora è sempre uno spagnolo a recitare la parte del veterano, Carlos Sainz junior, solo 24 anni di età ma già 81 gran premi alle spalle. E tanta solidità dimostrata. Accanto a lui l’esordiente Lando Norris, secondo in Formula 2 nel 2018 per un soffio, accreditato di notevole talento. Ma la McLaren di oggi è disastrata. Riuscirà Gil de Ferran a rimettere le cose a posto? Di certo peggio non può andare.

Ferrari – 15 febbraio

Formula 1 2019

Ci sarebbe da scrivere un romanzo. D’altra parte, la Ferrari è la Formula 1: la prima potrebbe tranquillamente fare a meno della seconda, ma la seconda non potrebbe sopravvivere nemmeno un anno senza la prima, piaccia o non piaccia a tutti gli altri. Allora ogni vicenda che ruota intorno al Cavallino viene amplificata a dismisura; ma questa è la natura delle cose di casa nostra. Che farà Charles Leclerc? Lo lasceranno libero di correre per sfruttare tutto il suo talento, verificando anche se effettivamente ne ha abbastanza per vincere con una Ferrari? Trovandosi nel frattempo a litigare con un Sebastian Vettel per il quale tutti indicano che quella del 2019 sarà l’ultima chiamata? Difficile. Più probabile e auspicabile che la scuderia ora diretta da Mattia Binotto faccia tutto il possibile per dare al tedesco non solo una macchina vincente, ma anche un ambiente tranquillo e un compagno di squadra al suo servizio. Perché ora l’hanno messo anche nel nome ufficiale della squadra: “Scuderia Ferrari Winnow”; cioè “win now”, vincere ora. Più chiaro di così…

Alfa Romeo – 18 febbraio

Formula 1 2019

Sì, Alfa Romeo. Anzi, Alfa Romeo Racing. Sauber è il team che tutt’ora gestisce la scuderia, sempre in modo indipendente. Il motore è sempre quello della Ferrari. Ma l’impegno del Gruppo FCA diventa ancora più consistente: non è più solo una sponsorizzazione, sebbene primaria; ora il coinvolgimento di Fiat-Chrysler diventa strategico e tecnico in misura crescente. Ad ogni modo, a costo di apparire parziali, vedere quel Quadrifoglio su una monoposto ci provoca dei brividi di piacere. E’ solo il nome, ma chi se ne importa. Quel nome fa bene a tutti. Anche agli avversari. Perché aumenta il valore della Formula 1, quindi di conseguenza anche il valore dei loro risultati. L’esperienza e la classe di di Kimi Raikkonen, unitamente al talento e alla voglia di emergere di Antonio Giovinazzi, aggiungono punti ad un pacchetto che lo scorso anno ha dimostrato notevoli progressi. Su Giovinazzi: finalmente torna un pilota italiano in Formula 1 come titolare. Vogliamo essere ancora più parziali e tifare senza condizioni per lui.

Williams – data da definire

Che non siano ancora riusciti nemmeno a stabilire la data di presentazione della macchina non lascia ben sperare. La Williams di oggi è veramente un fantasma, uno spettro pallido e triste di quella che fu una delle squadre più importanti nella storia della Formula 1. Nel 2018 è stato toccato veramente il fondo a livello di risultati. L’unico elemento che autorizza una velata dose di ottimismo proviene dai piloti. Il ritorno di Robert Kubica in Formula 1 come titolare può solo farci piacere, sebbene resti l’incognita della sua resistenza fisica. Gli auguriamo il meglio e forza Robert, mostraci di nuovo la tua classe. Poi c’è il giovane George Russell, 21 anni. Ha vinto il titolo di Formula 2 nel 2018 (e quello di GP3 nel 2017). Molti addetti ai lavori lo considerano come una futura star della Formula 1, un nuovo Hamilton o qualcosa del genere. Se riuscisse ad ottenere risultati importanti con una Williams simile a quella vista l’anno scorso, non ci sarebbero dubbi sulla sua stoffa.

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